Critica Sociale - Anno XXI - n. 20 - 16 ottobre 1911

318 CRITICA SOCIALE riforma: ma sin qui il suo potere non sarà infranto: solo il proletariato potrà volerlo spezzare. La complessità dell'organismo sociale è una ve- rità, della quale il socialismo vuole, sino a quando gli sia possibile, tenere un conto molto relativo. La storia non si guarda attraverso le unità individuali o economiche, ma dall'alto e in sintesi: e il socia- lismo un cómpito storico vuole assolvere, non vuole asciugar lacrime o confortare caduti. Al di sopra del brulicame dei partiti che nascono e muoiono nella morta gora della politica, il socia- lismo ha un supremo orgoglio, che vorrebbe imma- colato: quello di aver sempre considerato le cose fuori della loro individuale contingenza e un po' sul, specie aeternitatis; ed ha insieme una grande speranza, che vorrebbe invitta: quella di un'azione corrispondente alla sua visione. Tuttio CoLucci. FRA. LIBRI E RIVISTE Ancora Masse e Dirigenti. L'interessante problema teorico studiato, con tanta ampiezza, ma con eccessivo ed ingiustificato pessimi- smo dal Michela (1), aveva già suscitato in Germa- nia vivacissitne polemiche fra teorici socialisti rivo- luzionari e organizzatori e stampa professionale. Questi teorici accusano da tempo gli organizzatori di aver perduto il contatto colle masse, di essere trop- po preoccupati degli interessi materiali dell'organiz- zazione, di essere dei riformisti, dei burocratici, di fare a loro talento, ecc. di essere, insomma, un'oli- garchia e, in nome dei principi della democrazia, han- no ripetutamente sobillato i soci alla ribellione; ri- bellione, che, come in Inghilterra, si verificò, in que- sti ultimi tempi, in qualche occasione, anche in Ger- mania. Il problema teorico assume, così, una impor- tanza pratica considerevole, sopratutto nei paesi ove l'organizzazione è forte e fortemente accentrata e do- ve la risoluzione del problema della forma più adatta per contemperare la necessaria rapidità di decisioni illuminate e il controllo dei soci, nel cui pieno con- senso alle decisioni prese sta la ragione del successo, è di pratica importanza. Su questo tema — « masse e dirigenti » (2) ten- ne, nel novembre scorso, ad Amburgo, una conferen- za il von Elm, proponendosi il problema: come con- ciliare un'efficace amministrazione col controllo da parte delle masse? La questione, secondo von Elm, è più grave per le organizzazioni economiche che per quelle politiche, in quanto la mancanza di disciplina e la sfiducia nei dirigenti possono rovinare finanzia- riamente il Sindacato e costare enormi sacrifici ai soci. Ma la risoluzione del problema è, secondo von Elm, difficile e hanno perciò grande importanza le magi- strali analisi dei Webb, nel loro classico libro sulla « democrazia industriale », in cui tracciano la storia della costituzione sindacale inglese, dalle forme della democrazia primitiva, del governo diretto, nelle pic- cole e primitive organizzazioni, alle forme della rap- presentanza permanente, alla forma parlamentare, delle grandi organizzazioni dei tessitori e minatori con migliaia di soci e ricchi tesori di guerra. Anche le grandi organizzazioni tedesche, afferma il von Elm, saranno costrette a perfezionare i loro sistemi di rap- presentanza, perchè il referendum è un apparato trop- po pesante, senza contare che sarebbe follia, per un partito in lotta, esporre pubblicamente il piano di battaglia. Il sistema parlamentare dei tessitori e mi- (I) Veggael nel fascloOlo precedente, pag. M: Le tendenze oligar- catene del movimento operaio. (2) Ne fu pubblicato un largo riassunto nel Correspondenzblztt della « Commissione generale del Sindacati tedesolli „, del 7 gen- nalo 1911. natori inglesi, raccolti in determinati distretti, non può facilmente venire adottato da organizzazioni na- zionali; ma una maggiore partecipazione delle masse alla direzione dell'organizzazione deve essere resa possibile mediante assemblee permanenti di rappre- sentanti. Però, conclude von Elm, l'apologia delle masse, che oggi si fa da parte di alcuni compagni socialisti, è altrettanto condannabile quanto il bizantinismo. Si attribuiscono alle masse virtù che esse non hanno. Soprabito manca loro la conoscenza delle condizioni economiche. 1d -tutte le lotte la conoscenza della con- giuntura è indispensabile. Solo una piccola parte di persone capaci, e non è necessario che siano sempre funzionari, può formarsi un ' giusto giudizio; a que- ste persone, scelte dalla fiducia della massa, deve es- sere demandata la decisione. « Non bisogna, però, nemmeno cadere nell'errore opposto e proclamare la dittatura dei funzionari la sola giusta. Occorre trovare forme che utilizzino le conoscenze tecniche dei diri- genti, permettendo nello stesso tempo ai delegati de- gli operai di esprimere il loro parere. Soltanto edu- cando le masse a diventare una consapevole democra- zia di interessi, si potranno ottenere buoni risultati. Occorre, nell'interesse dell'intero movimento operaio, mettere un freno alle- mene demagogiche di coloro, che, adulando ed esaltando le masse, le inducono alla indisciplina ed all'impotenza ». La conferenza 'del von Elm sollevò infinite polemi- che nella stampa socialista e sindacale e portò a vi- vacissimi e violentissimi dibattiti fra alcuni intellet- tuali del Partito e le organizzazioni. Von Elm difese le sue idee in un'assemblea del Partito socialista ad Amburgo, ove la discussione venne impostata dal pre- sidente in questi termini: « Sono le masse una man- dra di pecore o no? » Von Elm ricordò la campagna fatta da alcuni teori- ci contro i funzionari delle organizzazioni e alle af- fermazioni del suo critico, che « il tempo delle per- sone è passato ed è sorto oramai il tempo delle mas- se », *oppose la scarsa percentuale degli organizzati in tutti i paesi •(in Germania, circa il 22,50 °I,„ cioè due milioni circa contro quasi nove milioni di organizza- la relativa giovinezza sindacale degli organiz- zati "(in Germania il primo milione fu raggiunto solo nel 1904, in 13 anni, e l'altro milione in 6 anni, dal 1904 al 1910), la grande fluttuazione dei soci; tutti fatti che non ci permettono ancora di considerare la mag- gior parte degli organizzati come persone munite di saldi e maturi principi. e Che i dirigenti delle orga- nizzazioni non considerino queste masse come l'au- torità competente, autorizzata, nel momento della lotta, a disporre del patrimonio federale, è intuitivo. Soltanto demagoghi anarco-sindacalisti possono scam- biare per e vera democrazia » il diritto di decisione di queste masse; solo uomini di tavolino possono santi- ficare queste masse e pretendere che i funzionari ne siano gli strumenti. 2 vergognoso che vi siano ancora nel partito persone le quali, quando i dirigenti ven- gono in conflitto con soci novizi, che probabilmente all'organizzazione volteranno le spalle tosto finito lo sciopero, spropositino di «sintomi confortanti », di puri sentimenti rivoluzionari delle masse », di e ottu- sità dei dirigenti riformisti ». Lo sfruttamento, tenta- to da costoro, del patrimonio federale, pazientemente accumulato dai soci fedeli, è tutto ciò che può esi- stere di meno rivoluzionario. Rivoluzionario è chi promuove il- consolidamento della organizzazione ope- raia, senza di che non è possibile rivoluzionare i rap- porti attuali ». Anche in questa conferenza il Non Elm consigliò però alle grandi organizzazioni di introdurre statu- tariamente il sistema dei delegati permanenti, da con- vocarsi almeno ogni anno. e Per le grandi organizza- zioni si fa sempre più urgente il dovere di organiz- zare seriamente la democrazia economica ». Data la crescente difficoltà che, alle grandi organiz- zazioni, composte di vari mestieri, presenta la fissa- zione delle tariffe, un parlamento professionale, com- posto di delegati competenti e obiettivi, consapevoli della loro completa responsabilità nelle decisioni da prendere, è indispensabile. Le trattative coi rappre- sentanti della parte avversaria devono naturalmente

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