Critica Sociale - XVIII - n. 18 - 16 settembre 1908

280 CRITICA SOCIALE Io credo invece - e voglio sperare di non esser solo che, quando i vari partiti del blocco abhiano fhisato la propria linea di azione comune sopra delle q11e13tioniche impol·tano enormi Hpese a vantaggio dei servizi pubblici, dell 1 agricoltura, dei lavoratori ,·ecchi et.I.inabili, si sentiranno necessariamente uuiti a combattere le eccessive Bpcse militari, e, se non potrnnno arrestare la co1•13a indiaYOiat!t dei clerico– moclerati sulla china dei crediti per la guerra, riu– sciranno tuttaYia a frenarla. Quando noi abhiamo posto le premesse - fort.i aumenti nei bilanci pro– duttivi Ja conseguenza sarà appunto una sosta, un ritardo, una minore velocità nella corsa delle spese pnzze. lnsomma, io trovo consigliabile il blocco appunto perchè, senza la. base delle leggi sociuli - fortemente volute e sostenute alla Camera - non si riuscirli. a chiudere la gola insa1.iabile al mostl'O della guerra, o meglio della pace armata . .Ma il blocco è consigliabile per altra e più forte ragione. I riformisti hanno semprP sostenuto che i socialisti dehbono aiutare la formazione di una sana. democrnzia, la quale, attuando al Oo,·erno concetti moderni con metodi onesti o sinceri, spiani la via alla clll.sse lavoratrice. Ora, se ogni due anni noi ci aduniamo a Congresso per sanzionare la solita formula della autonomia, noi sprechiamo il nostro tempo e i nostri denari. Quando è che cominceremo a dare al Partito Socialistll. uri indirizzo omogeneo in tutto il 1>aese cou finnliti\ determinate? .l!'orse quando il Partito avrà evaporato ogni sua forza morale in siffatta perpetua indecisione? Non nego che la completa libertà delle Sezioni possa offril'c dei vantaggi. l\Ia 1 se questi vantaggi si ritengono superiori a quelli che ci possono dare l'unità e l'accentramento, facciamo a meno di tutta questa macchintl che abbiamo montata, con la sua Direzione, col suo Comitato .Bsecut,vo, con la dh 1 isione delle mansioni e dei poteri. Avremo tanti socialismi quante sono le città; il socialismo di Heggio I~milia, quello di Jlnntova, quello di Milano, quello di Napoli, e cosl via. Se non altro, risparmieremo le spese del– l'amministrazione centrale e le logomachie dei Con• gressi Nazionali. Dunque, se l'accentramento deve servire a qualche cosa di meglio che non si1.1.nole scomuniche, ogni Congl'Csso deve fissare una linea di condotta comune a tutte le Sezioni, in corrispondenza delle mutate condizioni d'ambiente. Ora , nessuno nega Pesisteoza ciel blocco clerico-modera.to ; e perciò è logico che il proletari ato italiano - non t\ncora abbastanza forte per affrontarlo da solo - coo1>eri alla forma– zione d'un altro blocco da contrapporre al primo, e di eguale potenza, se non per il numero dei rappre– sentanti alla Camera, per la. massa dei seguaci nel paese. l 1 'inalmente, un'ultima considernzione. La conquista delle pubbliche amministrazioni in una grande città ha - secondo il mio modesto ptuere - di fronte al GO\'erno un valore assai 1>iì1atto dell'aumento di una unità nel Gruppo parlamentare socialista. Se Ja Francia non si governa senza. l'assenso di Parigi, l'Italia non si governa iu opposizione a quelle ven– ticinque o trenta cittlt, che - sebbene mandino alla Camera appena cinque o sei dozzine di deputati per esser più vive e operose nelle industrie, nei commerci e negli studi formano a buon diritto l'o– pinione prevalente in tutto il pitese. Alla conquista di tali amministrazio11i ò follìiL sperare che possa arrivare da sè in breve tempo il proletariato, onde Ja necessità di alleanze coi partiti a.ffini, per rompere a dirla con Turati - la crostll. feudale, crnsta che avvolge tuttavia i quattro quinti tl1Halia. Un pro– hlema dunque nuovo si presenla. Come mantenere l'armonia fra i partiti alleati nelle amministrazioni comuoale e provinciale, se, nei comizì elettorali per il rinnovamento della Camera, quei partiti medesimi si combattono a vicenda per contrastarsi 11n seggio in Parlamento? Certo, le condizioni dello diverse regioni d'Italia sono ancora così diverse fra loro che sarebbe as– surdo imporre il blocco ad ogni e-osto, come vuole il )lodigliani. ):[a il Congresso non si dovrebbe scio• irliere senza fare intendere alle varie Sezioni l'utilità <'he vc1Tebhe alla classe Javoratricc se il blocco si potesse costituire e mantenere, e la responsabilità. a cui esse vanno incontro non deliberando l'accordo coi partiti affini. So di avere contrarie a queste idee personalit!, del Partito che rispondono nl nome di Kulis~ioff, Turati e Treves, senza contare molti di coloro che non hanno ancora manifestato in proposito lit propria opinionej ma talora anche per la boCCfLdegli umili parla la verità. 6 Relttmb,·e 1908. ÙUIOO GECCABONI. La Legge sull'Emigrazione Il. 1,n legge del 1901 e i suoi scopi. - I danni e gli inganni a cui principalmente andava soggetto il nostro emigrante erano: 1° In patria, le false notizie artatamente sparse dagli agenti di emigrazione e le Lrnffe a cui lo si faceva andar soggetto nella ven– dita del higlietto di trasporto e negli alberghi appo· siti; 2° Durante il viaggio, i mali trattamenti a bordo delle navi, vecchie, senza igiene, senza normo di decenza e con un vitto inferiore a ogni biasimo; 3° Nel luogo di sbarco, le truffe sul contratto cli la– voro, sul valore effettivo del salario, sul cambio delle monete per la rimessa dei risparmi in Italia, i quali, per i soli Stati Uniti d'America, ad esempio, ammontarono nel 1906 a L. 350 000.000. 1\ tutto questo pone rimedio la legge del 1901 che, nelle ime lince esseuziali, rappresenta senza . dubbi o uno dei più belli esempi di legislazione so– cia.le. lo suppongo che essa sia nota ai lettol'i di questo articolo. Mi sia lecito per altro riassumere schema– ticamente i punti essenziali che mi serviranno più oltre. Contro il primo ordine di difetti la legge san• cisce la creazione del Commissariato dell'Emi:.:raziono e l'abolizione della fignra giuridica dell'agente. Nes suno può arrolare o accaparrare emigranti, promet– tere o vender~ biglietti d'imbn. co, se non ha ottenuto dal Commissariato la patento di vettore ct·emigrauti, la quale è concessa solo n Compagnie di navigazione, armatori e noleggiatori, sia nrrzionali che esteri. 'l'alo patente è concessa di fumo in anno contro forte cauzione e può venire, quando che siu, ritirata. Per ciò che riguarda le truffe sulla vendita del biglietto di trasporto, la legge pre::,crivo che il Commissariato deve approvare e far pubblici, ogni quattro mesi, i noli. Quanto al pericolo che si inducano con notizie false i cittadini a. emigmre, l'art. 17 della leg-ge vieta al ,·ettore e ai suoi rappresentanti di eccitare nll'emigrazione e stabilisce poi che, nei luoghi centri di emigrozione, appositi Comitati diffondano le notizie pubblicate dal Commissariato sui mercati esteri del lavoro o sorveglino contro ogni opera. di inganno. Contro la seconda serie di inconvenienti, la legge prcscri ve: l O che il Commissariato dell'emigrazione collauda le navi addette al servizio di trasporto; 2° determina la quantità e qualità del vitto da cor• rispondere ai viaggiatori; 3° ogni nave ò sotto la sorveglianza, durante il viag~io, di un medico appo– sitamente nominato. Contro il terzo ordine di inconvenienti: 1° si sono

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