Critica Sociale - Anno XVIII - n. 4 - 16 febbraio 1908

CRl'l'JCA SOCIALE 61 ignotata. od elusa, quando non è combattuta e respinta, o rrorlata. " Noi abbiamo potuto constatare - è scritto in un u memoriale della Federazione delle Cooperative della " provincia di Ravenna - che, mentre prima della ob• u bligatorietà della legge sugli infortunì del lavoro, " pochi e rari erano i sinistri nel h1.voro, oggi la per– u centuale è altissima 1 e, quello che più importa, in " crescendo progressivo.~ questo sarebbe poco male fl0 ii un'altra curio~a con~tatazione non ci occorre~se fare, " e cioè elle oggi, data la legge attuale, anche le più '' piccole ferite, le più lievi contusioni, le più iusigoi– u flcaoti echimosi, stando ai referti medici presentati, ' 1 impiegano 15 1 20 1 25 giorni a guarire! " Come avviene ciò? E' semplicissimo e pur troppo " dolorosamente vero. Gli operai in ge11e,.econsiclemno " la Cassa Nazionale alla stngua di una associazione os– " sicuratrice privata qualsiasi, remota e lonta110, e s01w u pm·tati alla simulazione e alla frode, o, quanto meuo, " alla esogerozio11e. 11 Nè diversamente si spiega l'ostilità. delle orgauizza– zioni operaie verso qualunque forma. d'arbitrato obbli– gatorio. di riconoscimento lega.le di essa. E' sempre quel senso di debolezza individuale o collettiva. - come or– ganizzazion~ di mestjere - q_he lo mantiene diffidenti a misurarsi col padrone ancora onnipossente, sia pure at• traverso lo strumento moderno e civile della Commis– sione arbitrale. •*• Nondimeno, Re non l'idea dell'arbitrato obbligatorio generico ed unico per tutte le questioni - e non è detto che sia questa l'espressione più fortunata e felice, come probabilmente non lo è un regolamento unico per tutto il contratto di lavoro, perchè mal i.i ei:lcogl1auo e creano ordigni perfetti per problemi così comple~si - l'idea delle Commis/i.ioni arbitrali per fissare un salario minimo va facendo strada anche iu Europa. Un Congresso delle 1'rade U,iions inglesi, pur re.~pin• 11:endol'arbitrato obbligatorio 1 ba domandato al Governo la fissazione di un minimo legale dei salari, per elevare i salari infimi del lavoro a. domiciliOj il Con,:cressc, in– ter1.1azionale di Stoccarda, nella risoluzione relativa a\. l'immigrazione operaia, ha domandato la fissazione di un minimo di salart per impedire il rinvilio dei salari, io conseguenza del lavoro a prezzi rlbassati degli operai immigranti; e ormai - scrive Sir Dilke - "si può sen· z'altro affermare che in Joghilterra trova lieve opposi– zione li principio della fissazione legale del tasso dei l'lalart per quel cbe riguarda. i mestieri penosi ed infe– riori1 incapaci di affermarsi con uno sforzo per1'Onale ed organizzato, come quello di cui si sono mostrati ca– paci i minatori, i quali, per mez:w delle loro grandi Unioni, hanno fissato un minimo di sa\Arlo attraverRo gli Uffici di conciliazione o gli arbitri ufficiosi. l parti– giani del sistema di Yieto't'ia sostengono, app(lggiati dalla maggioranza della Camera dei Comuui, cbe ò venuto il tempo di sperimentare il sistema, e che il risultato di un tale esperimento potrà dar<!i una iudicazione del maggior valore per l'avvenire. Un delegato venne già inviato alle Colonie australiane per presentare un rap– porto al Governo sulle Commissioni dei salarì. Atten– diamo quindi la presentazione di una legislazione go– vernativa su questa materia, prima della metà della seflsione dell'anno prossimo. n Questo il fatto importante che meritava di essere 1'0· gnalato e che ci ha condotti ad alcuno considerazioni sulle maggiori resistenze_e_ 11uipiù gravi ostacoli, ohe si oppou~ono all'adozione e applicazione pura e semplice delle riforme australasiane, ma che sarà còmpito delle forme di orgauizr.azione, di cooperazione e di solidarietà sociale, in cui si plasma la classe lavoratrice, di attu– tire e iimiouire, emancipando i la\'oratori, con una pili alta educazione del senso do! dovere, dalle sopravvi– venze servili che 11corrono loro nel saugue o che tanto ancora li differenziano dai loro fratellì degli antipodi. ALF.S!SANDRO SCHIAVI. Critica Sodale e Yie Nuovr ilei Soeialismo di I. Bouomi: mmo L. 10,50, semestre L. 10,.50. Critica, Sociale e l' Avnnti ! : per l'Italia, anno L. 22 semestre L. 11. Il " borghesismo ,, del Manzoni e " I promessi sposi ,, H. Ma, oltre a essere riproduttore di ambienti o esseri lombardi, il Manzoni è qualche cosa di diverso ancora, giacché tutti gli artisti sooo presso cbe gli esatti inter– preti, da una parte, dell'epoca e della. regione loro, e, dell'altro, dellii classe dalla quale sono useiti: di rado l'artista si eleva a essere portavoce de'deslderi, dei bisogni, degli interessi e delle aspirazioni <li una claHse non sua e contrastanti con le asJ)irazioni, gli interessi, i bisogni e i desideri della, propria classe; pili di frequente, invece, l'artista, se aristocratico - per indole o per carattere - produce lavori glorificanti la dominazione del forte su 'I debole; se borghese, celebra soggetti, fatti, episodi mo• desti, e ritrae, accaoto alla bella. dama 1 anche la buona provinciale che fa la sua spesa. quotidiana o con una borsetta o iusieme alla serva recante la sporta; accanto all'elegante dalla caramella e dalla cardenia anche il travetto dal gran parapioggia e dal cappello a cilindro rossiccio e spelato; e, se plebeo, infine, della plebe va– gheggia e accarezza i lagni e le brame, e, al posto di una folla di aristocratici o di borghesi, preaenta monelli scamiciati con la cicca in bocca, operai, un reietto, una disgraziata, un affamato! Non v 1 ha dubbio·: la tecnica è diversa da tempo a tempo, da luogo a luogo, da individuo a indh·iduo, e diversi sono, anche, in genere, i temi che l'artista prende a trattare a seconda delle idee e delle aspirazioni della sua classe: il tempo e il luogo segnano nell'opera d'arte la lor forte impronta, ma non meno forte e uon meno salda è l'impronta che la classe stampa e imprime nel– l'opera artistica di un suo componente. Il Manzoni, co' Prome.'fsi sposi, è portM•oce cli una claase, della sua. claRso ('): egli ò il rappresentante chi a• rissimo della. borghesia italiana, e lombarda particolar• mente, di quasi tutto il secolo scorso. Guardiamo, un istante, i giudizi e gli apprezza.menti che egli formula per gli atti delle classi contra.rie agli interessi della classe sua, e le glorificazioni che, d'altra parte, compie per individui e caste a lui affini, e lo ve– dremo, e dagli apprezzamenti e dalle glorificazioni, bal– r.are su intero. Chi non rammenta i tumulti di .Milano da.I Manzoni riportati e con tanta vivezza. di colori descritti? Ebbene: sapete voi chi sono quei tre poveri dia,•oli che Renzo in– contra nella grande città, carichi di farina nel dl della sommossa ùell'anno 1628? Quei tre disgraziati - un padre, una madre e un flglìolo - sono, lui, " un uomo ,, che " reggerval a. stento sulle spalle un grnn sacco di farina,,(~); lei, " una. sconcia figura di donna,,, " un pancione - badate a questo accrescitivo! - smisurato che pare[vaJ tenuto a fatica da due braccia piegate, come una pentolaccia - e non trascurate questo peggiora– tivo! - a due maniehi 111 e il faneiullo 1 " un ragazzotto,, ('J su 'I Manzoni cl>IJcro lnftutnza 1n1sseggcrn le Idee filosofiche a~sorblte da g!ovlue rrnquentanclo, a l'111·1gt,lo salo d! -tofla veci.Con• dorcet, e, 111 Auteull, ()Uello di mnd. Ca.ttanis. )In le tcndem:" mn111rc– stnto noi primo 11erlodo dellu sua vuu letterllrhl (li,00,1810) furono presto soffom1to dal trlonforo delle toorlo ori~tlnno, con un:1. tnto• nozione, 1,ei-ò, Sèmpre modurnta o lontana dilgll ecee~sl de' rcaz!o• no.rt d'111lora. :crr. Il gl11dt1.to del Goethe: TIIOliwhme Goti/le'.~ A. N. Jl'JIA, 1827. Trnd. lt1\\. l,uga110, nugj,"h\, l821J, l'hi tardi, Il .\I. non flC· ccnnò elle fiaccamente a un rlflor1rc delle 1rnt!chc !dculllà: s: r1cord1 la trogedla 1.;pt1rl(fcO, di cul non re~t1mo ohe b1 tri1cciu e poche note. (=) Cap. Xl, pag. H,O.

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