Critica Sociale - Anno XVII - n. 3 - 1 febbraio 1907

CRITICA SOCIALE 35 di giornali propri e ficca uno zampino in tutti i gior• nali moderati. Come una perfida zingara, ruba i fan– ciulli ai genitori e comprime nei teneri cervelli le facoltà migliori; porta via la libertà a chi non può difenderla. Fatta audace, entra, prima di straforo, poi a bandiere spiegate, nel campo politico: l'aula di Montecitorio nereggia ..E son le bandiere nostre: sono le bandiere del tricolore, che già sventolarono dal Gianicolo in cospetto del Vaticano e che, or è un 1rnno, venivano dai ginnasti cattolici abbassate sotto la porta del Vaticano e umiliate ai piedi del Papa j e che, con iosole11za nuova, furono ostentate per le vie di Milano, al suono degPinni nazionali. Altri venda al prete i diritti d'autore sulla marcin. reale; ma la democra.zia tiene tutto per sè l'inno di Mameli, che è il canto glorioso dell'Italia garibaldina. LOSCACCO DEL SOCIALISMO TEDESCO I giornali conservatori sono in giòlito. La democrazia socialista tedesca 1 che pareva un colosso invincibile 1 s'é arrestata 8gomenta, e non sa più camminare col passo di prima. Quale magnifica occl\sione, per tutti gli im– pl'Ovvisati sociologi del giornalismo, di profetare, con tre o quattro sillogismi artificiosi, la fine del soc~alismo ! Perfino von Blilow, spirito fine 1 imbevuto di umorismo heiniano, si è lasciato ubbriacare dal fumo della vit– toria e ha rimessa a nuovo la fraseologia, bruta.lmente realù;tica, di Bismarck! Naturalmentf:. gli organi socialh;ti debbono dire il contrario. Essi hanno imparato dai fogli borghesi come si attenuino lo sconfitte, come si ricerchino e si acca– rezzino le jìches de consolation, e ne fanno un grande abuso. 'fanto abuso, che pan>:quasi essi vogliano, come un generale sconfitto, sollevare il morale delle truppe con grande industria di fra:a:i.Decisamente j[ milita– rismo fa scuola anche contro la volontà nostra! Ma io insorgo contro questo modo di seppellire 1 sotto il rumore di una disputa, il severo ammonimento delle cose. Bisogua avere il coraggio della sincerità, o bi– sogna cominciare ad essere rivoluziouarì affrontando, senza le barricate dei sofismi, la realtà. ostile. Ora, niun dubbio che la prima giornata elettorale segni una sconfitta del socialismo tedesco. Certo i bal– lottaggi attenueranno questo primo rovescio i certo la statistica elettorale dirà che i tre milioni di voti otto- Oh! avesse la Chiesa perseverato nell'intransi– g(rnza! Allora, era estranea alPitalia. Oggi, abbiamo i segni certi dell 1 alleaoza; la quale è tacita) non di certo protocollata, ma non perciò meno sicura e meno maligna. Ai segni che partono dal Vaticano l'Italia dei conservatori ammicca con altri segni, comP. il precipitoso abbandono d'ogni questione an– ticlericale, le studiate incertezze cli fronte al pro– blema della scuola, i soccorsi elettorali ai clerica– leggianti. Del resto, le pretese dei cattolici non sono molte: essi vogliono sopratutto che il Governo li lasci fare e che non faccia. Il Governo è invitato a nozze: non fare è per lui tener fede ai propri con– vincimenti. Il poco che fa. non nuoce; anzi, è pegno qualche volta di buona amicizia. La sola riforma, cli apparenza democratica, presentata dal :Ministero, sancisce il principio del riposo domenicale: non turba. nessun interesse proprietario, tante sono le accezioni proposte, e al punto stesso rende omaggio al prete. nuti nel 1903 sono rimasti pressuchè immutati o ma– Il riposo forzato dà lavoro agli spacci di veleno: la gari si sono accresciuti. Ma che perciò? Il fatto - il chiesa e la bettola. fatto eminente e indistruttibile - è questo: che Fim- Ma di veleno, ma di obliosa morfina abbisognano pero aveva mosso guerra al socialismo, il quale nel i nervi sta~chi di questa frolla generazione. Nata I Parlamento attraven;ava i suoi piani, e le elezioni troppo tardi per credere con fede, troppo presto per odierne mandano al Parlamenio un Gruppo socialista d~bitarc con s!cur~. coscie~za, posta in mez~~ a una : indebolito. La battaglia politica è dunque perduta e, se gian.de b_a~tagha d mter~ssi e ~I decompo, 151 delle anche l'altra battaglia ideale, che si combatte fra il vec– parti politiche, quando 11 vecchiume non e ancora 1 . - 1 f •i t l' · I f secco e i germogli sono tuttavia teneri, in un'età c no e l nuovo, r~ l passa o e a~ven~re: non 1a so - che non rispetta la barba veneranda della tr,:1dizione, ferto gran danno, e certo però che 11 sociah~~o tedesco, essa, che ha accolto nell'anima tutte le tentazioni O come potenza parlamentare, come forza poltt1ca agente tutti i dubbi, che si ò esaltata con piccole audacie sul clima storico del suo tempo, ha sofferto uno scacco. e ha patito lunghi sconforti, cerca alla fine un an- * golo tranquillù, dove non si pensi, non si discuta e * * non si lotti, una ceJia di monastero lontana dai ru- Io nego però che lo scacco sia da attribuirsi ai me- mori del mondo. È sogno di morfinomani ed è ab- todi fondamentali del nostro partito. biezione. È ab biezione: perchè la conversione è ri- Forse alcuni spiriti superficiali trarranno argom.-:,nto spettabile quando è sincera. E qui non è il caso; chè da questo insu0cesso dei socialisti tedeschi, per rinver– i convertiti si sforzano di giustificare i loro atti, niciare i loro vecchi aofismi contro l'azione parlamen– come chi sente rimorso delle proprie colpe, e cian• tare. Forse alcuni sindacalisti rivoluidonari d'Italia e di ciano plll' sempre di libertà. e, per non spezzare il filo della coerenza, vogliono far credere che non essi yanno dal prete, ma il prete viene da loro. Sì, ma con biglietto d'invito e quale confortatore di anime in pena. Per ora, la fortuna della Francia è la disgrazia dell'Italia. Non per molto tempo, forse. Chiudano intanto Jluscio i pochi che intendono il pericolo! l~ quando il prete, il quale con malignità discreta oggi domanda al Governo di non fare e, domani, chiederÌl e ordined che si faccia a piacimento suo, quando avrà abusato dell'ospitalità fino al punto di credersi padrone, in quel giorno gl'italiani, cacciati i mezzi liberali e mezzi preti che ora ci somministrano la miscela delle loro imposture e della loro viltà, dando il segnale della riscossa, grideranno: - Al prnte ! Al prete! - con l'angoscia di chi, trovando sva• ligiata la casa 1 urla a perdifiato: - Al ladro! Al ladro! GARZIA CASSOLA. fuori coglieranno il pretesto per esaltare ancora una volta. la loro 11 azione diretta 111 che ha la virtil tauma– turgica di far loro il vuoto d'intorno. Se una. CO$a tramonta nel socialismo di Germania e d'Europa, non è già la conquista del potere poli– tico mercè la graduale penetrazione nelle assemblee elettive, ma è la particolare concezione che di questa conquista ebbe fin qui la maggioranza dei socialisti tedeschi. Non si tratta, dunque, di una crisi tattica del socialismo, ma si tratta appena d'una crisi della tattica del socialismo tedesco. Al Congresso di Amsterdam del 190-:1, Giovanni Jaurès - non ancora irretito in quel suo partito unitario, che doveva essere per lui una specie di tomba -- preve– deva, con chiara intuizione, la crisi attuale. Che avete fat.to - domandava con insuperabile eloquenza ai so– cialisti tedeschi - dei vostri tre milioni di voti? Al-

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