Critica Sociale - Anno XVI - n. 20 - 16 ottobre 1906

CRITICA SOCIALE 307 frutti ottenuti sin qui per interposta persona, li ve– dremo anch'essi ben tosto putrefatti e dispersi. La scissione dai rivoluzionari sbarazza e prnpara il terreno ad ogni lavoro positivo. li lavoro è tutto e necessariamente riformista, comunque si impennacchi e sì trucchi. La logica 1 dunque, delle cose ci conduce inevitabilmente - se appunto noi non abdichiamo - alla finale vittoria. Ad agevolarla sorviene quel che è per noi il fatto pii1 saliente del Congresso di Roma, quello nel quale il Congresso si caratterizza e riassume: il yoluto riavvicinamento e la tendenziale fusione del movi– mento politico col movimento economico: riavvici– namento e fusione che trovarono sanzione o stru– mento nella. rinnovata compagine della Direzione del partito. Mentre i rivoluzionari sedicenti socialisti e sinda• calisti adoperano le pregimliziali politiche per disfare i Sindacati, e avventano i Sindacati contro il sociali• smo e il partito i tutte le correnti socialiste del Con– gresso vollero reciprocamente l'insanguate e integrate l'azione J>olitica e 1>arlamontare socialista e l'azione economica della Confederazione del lavoro: la quale nel Congresso milanese della Resistenza era venuta incontro a questo desiderio o a questo bisogno. Anche qui non ci daremo in braccio a troppo roseo ed impazienti illusioni. Se la vita dei Circoli politici - all'infuori dei momenti elettorali - è torpida e monca, non molto più completa e vigorosa è sinora - all'infuori cli qualche sciopero fortunato - quella delle Leghe operaie. Il connubio di due organismi ancora tanto deboli non darà. così presto rigogliosa figliolanza di fatti. Occorrono pazienza, pertinacia e lavoro. Pure, come scriveYamo concludendo il nostro ar– ticolo dell'ultimo fascicolo, ò in queste Leghe il solo fondamento saldo della nostra azione di partito. È dall'intrecciare lit nostra alla. loro attività, che il partito socialista può sperare salute. La fusione sempre più intima dei due movimenti non solo restituisce al partito socialista il naturale suo esercito, che le lotte di tendenza, non intese o frain– tese, avevano in parte allontanato: ma. fornisce ad esso la materia necessaria del suo lavoro immediato. Dopo il YOto che squalificò teoricamente il sindaca• lismo rivoluzionario, spetta al lavoro in comune fra partito socialista e Leghe operaie liquidare gli ul– timi residui, disperdere le ultime nebbie metafisiche dell'antica ed irritante contesa. Questa unione ò per se stessa un programma (ci si passi la u.busata lo– cuzione), un programma di lavoro e quindi un pro– gramma riformista. .FJccoinfatti, subito, al primo piano, lo studio e la legisluzione del contratto di lavoro, il disciplina– mento delle tariffe e delle affittanze collettive, gli aiuti legislativi alle Cooperative d'ogni sorta, la ri– forma e l'istituzione dei Tribunali del lavoro indu– striali ed agricoli, il riposo settimanale e notturno, la limitazione rispettata e gradualmente accresciuta del lavoro delle donne e dei fanciulli, la Cassa di maternità, ecc. ecc.; e, più lunge, ma già. in vista, la tutela dell'emigrazione, la diffusione e il raffor– zamento della scuola, lo sviluppo, col concorso degli enti pubblici, delle assicurazioni di vecchiaia, di ma· lattia, di ùisoccu1>nzione; tutto ciò cho alla massa lavoratrice darà uuoyo alito e vigore per le sue lotte redentrici. l'cr innoltrnrsi in qum1tn via, le Leghe sono so• S!Jinte a sempre più intellettualizzarsi, ad alhtrgarsi o a federarsi oltre i confini dolio Stato; a occuparsi di 1>olitica economica internazionale; a partecipare nttiyamente al Consiglio superiore del LaYoro (spino nell'occhio ai rivoluzionari) e a ilwiare i loro più diretti rap))rcscntanti in .Parlamento, ottenendo al– l'uopo l'indennità ai deputati. E ne sorge, non da astratti filosofemi, ma dall'urgere immediato degli interessi resi consapevoli, una politica pratica ope– raia, nazionale cd internazionale. spoglia di pregiudi• ziali e di formnlismi, una politica di riforme sociali, una politica tributaria e scolastica, un antimilitarismo e un anticlericalismo veramente razionali - tutta 11opera insomma del socialismo eyoJutivo, effettuata a grado a grado - diciamo l!L parola scomunicata! - da un ,•ero e [)roprio" partito operaio di Governo 11 • Allora le tendenze sono morte, e una sola ne so– pra,•vive: la tendenza, per le yie più pratiche e si– cure, additate dall'esperienza, all'incessante eleva~. mento del proletariato. E si rivela, allora, che l'in– compreso e calunniato "riformismo n non ora altro, in sostanza, che tutto il socialismo, antiborghese e antianarchìco, il socialismo dei lavoratori e quello della storia: il socialismo, insomma, senza aggettivi. LA CRITICA SOCIAJ~E. Il bilaneio del Congttesso Alieno da ogni impressionismo entusiasta od otti 7 mista e avvezzo a considerare I Congressi o lo loi:o de– liberazioni per quel che valgono 1 specialmeuto da quando vivo in questo ambiente reggiano ove il lavoro è tutto o l'accademia ò nulla, credo che il Congresso di Roma sia stato per molti aspetti tale do. recar conforto all'a– nimo <leisocialisti che amano o vogliono - disopra dai blgòttismi unitari, paraventi d'Ipocrisia - l'interesse della classe lavoratrice. E ciò, non per quello che Il Congresso deliberò, ma por quello che rivelò, nel suo nolgimeuto o nelle suo rormo, dello " stato d'animo II del partito socialista ita– liano. Chi vide la fluo, triste come un funerale, del Congresso di Bologna, in cui ci separammo dolorosi od irosi 1 senza osar di levare Il saluto canoro alla comune bandiera, e lo confronta alla schietta, vivace letizia con cui l'im– mensa maggiornnza del Coagresso di Roma si strinse Intorno ad Andrea Costa e ne applaudi le parole, non potò non pensare, fuor da ogni sentimentalismo che in– ganna se stesso, ohe qualchocosa di rinnovato e di buono s'è compiuto in questi due anni nelle filo socialiste. La discussione composta ed elevata, in cui quasi tutti gli oratori parlarono chiaro, senz11tentar nò d'lnflngero il proprio pensiero uè di travisare, a scopo polemico, quello dell'aV\'ersario, significò ad un tempo che questi duo anni di 1>0lemicheerogarono molte ire, precisarono molti concetti, sfatarono rnoltl equivoci, e che (ciò che importa di t)iì1) la massa dei congressisti, meglio edotta e consapevole, non era disposta nè a partecipare, spet• tatrice od attrice, a scene selvaggio, nò a lasciarsi mi~ stlftcare da oratori truffaldini. Miglioramento, dunque morale ed intellettuale nel partito socialista. Vero è ohe il la alla fisionomia del Congresso fu dato dalla massa centralo integralista, cosl devotamente, co11l militarmente disciplinata al suo preconcetto antiteudon– zaiolo, cosl reroco nel suo odio contro " le maledette ,,, che s'asteneva ))orsino dagli applausi anche ai migliori di parte affino alla sua, por non turbare la obiettività dell'equilibrio ch'ossa intendeva. imporre nl Pnrtito.~Ala anche questo 11 stato d'animo n (usiamo ed o.busiamo pure la logorata parola), con tutte le suo deficienze o le suo ingenuità, ò una rorza viva e reale che spetta a noi ,Ji adoperare e di volgoro !)Orle vie che noi ero– diamo migliori. Questa ma9sa iutegrali9ta, contro di cui da tutte le

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