Critica Sociale - Anno XVI - n. 14 - 16 luglio 1906

214 CRITICASOCIALE k 11ogno~ ì-: rede~ O pellegrin che sosti, deponi l'nn1iA del quesito eterno; d~oRli ai lunghi ecampanii nascosti e 11nr presenti al tuo pensoso inverno. Senza questo ondulRr di melodia rhe dà un'anima informe am-:he alla bruma, che li nrrei,la 11ogn1rntein sulla via, nnto d'un giorno, che saresti tu? Senza l'inganno che rinfrango i sensi in cento ('Rro inanità lontane, e ri\•erberR l'ora in cui tu pensi nei vaghi sron1li delle sue morgane, tu cho snrcsti? n vasto inno è nei cieli o la torr!l nel vuoto etero sfuma .... , rumnno, eosl puro, nello lontananze ignote, il pcn• siero o l rantnslml cari n Oiovnnni Berlacchi. Tutta qucstn poosln ò fatta <llsfumature vngbe che si dissol• vono. SI dlroLbo cho il poeta vh·n sul margine incerto dell't!ssoro, dovo la realtà. ò fluttuante, e le sensazioni sembrano sbiadirsi nel sogno, o lo vette delle cose salde conrondersl nella nube che le sfiora passando. Nè altra lmaglno da quella della nube ammaliatrice, che si libra sulla montagna, o lo in,·esca, per deluderlo poi, alla rude Jalita ( 1 ) 1 egli trova, • nello stremo dei canti .,,. per ria.ssumero la fllosofta del suo libro e di sè: J)ivino inganno, che vivendo amai 1>iùdella salda realtà, riderte nube dei monti, nube dei neTai, sempre ofl'erta nllo sguardo e pur fuggente; se ho duralo per te nei nembi cupi, se cercai, come un figlio, i focolari, 80 ho potuto snlir por nevi o rupi ui varchi aperti e chiari, un mio scopo di rode ho nnch'io raggiunto, In mia parto di bene ho anch'io compita .... llallo stremo dei cnnti or ti consacro lo piì1 divine lncrimo ch'io piansi, <1unndo uel generoso impeto rncro ogni umana tristezza in me rinfransi. .... Coel nel cuor non mi si stanchi mai qucst'ebbrn vanità del mio cammino; nb giungi, il dl che al ciglio dei nevai io mi chiegga il perchb del mio destino. C'osl mi regga l 'aeeoro.to vanto d'o.mar la nube, di guardar lontano ... thi provb questo sogno e queeto pianto, oh, non s"illu!e innno! Inezia, gluoro, cosa innocua? Qualche cosa di più palpita dunque In questo rimo materiate di nebbia. Palpita in questo evanescenze, in questi miraugi, quella rosa vana e terribile che ba nome la vita. Inanità degli a:o,i5mi! lo ricordo d'aver lotto un tempo, credo nel Carducci, questa massima, così simile a tui 1 e che ml la!{cib dubltoso: u l'Indeterminato è il camposanto della poesia. 11 Or ecco dello canzoni, nelle quali l'indetermi– uato sfolgora o regna. 1..'lndoftnlto, l'inafferabile, è tutta la poo,la di questa poesia. Lo negheremo questo nomo? Ma provatevi a leggerla a voce alta, nel raccoglimento della solitudine o nl– l'orocchio Intento di J)Orsonn amata, e sentirete, a certo strore, a corti passaggi, farvisi chioccia la voce, e uu tumulto come di lagrlme salirvi alla strozza ... F. TURATI. Laseparazione della Chiesa d llo Stato IN Fb!ANCIA Avevo da pochi giorni scritto il mio articolo sul Jto,,lCnlo slo1'ico fra,lcese, quando due lavori re– centi sulla rottura. del Concordato mi vennero sotto mano; l'unf! del Sabatìer; " p1·0110s<le la sépa,•alfo11 <le l' /oYJlfaeel de l'/::lal,, di cui ~ual– cuuo s'è giR.occupato anche sulla Critica; l'altro d'un inglese: " Diseslablishment in F1·ance, by C11.·BoDu;y ,,. li Boclley è uno tra i più profondi conoscitori delln. l 1 'raucia moderna, su cui ha pub– blicato fors o l'opera p iù completa e più nutrita di osservazivni persona.li che io conosca, frutto d'oltre dieci anni di vita fra ncese, e dai francesi stessi nssai amm irato e lodato. Incontestabilmente il volumet.to del Oodley è ài gran lunga il µiù pro• fondo dei duo. Nondimeno, io non voglio iotrattP.• nere i JetLori col contenuto dei due libri. Voglio µiut.tosto indugiarmi sul loro valore sintomatico, cho ò quello che più importa dal punto di vista politico pratico. rl'ut:.t:.'e due questi autori sono convinti che una grande trasformazione sta compiendosi nel carat– te,·e della .Francia, nell'insieme cioè delle forze psicologiche e morali donde la vita della uazione trae le sue caratteristiche, la sua fisionomia storica. di fronte al mondo intero. Io mi propongo qui brevemente di esaminare in che cosa questo ca– rattere consista: in quale direzione esso si ,·ada. trasformando, secoorlo ciascuno dei due autori; io quale misura ciascuno clei due abbia ragione; e quale sia l'importanza politica della trasformazione. .Naturalmente non posso procedere che per ac• cenni: l'argomento richiederebbe di per sè solo un ,·olume. Ef!sO è importantissimo, perchè l'innova• zione legislativa francese costituisce un precedente ilnportnntissimo per tutti coloro che prevedono o vag-hegginno - 1ìUttalis 1nutandis - un periodo di necessaria reazione anticlericale in Italia. ':L1anto per cominciare, prenderemo le mosse dal Bodley. . •• l~gli incomincia col notare due cosa: 1° che la abrogazione del Concordato è la prima breccia seriamente aperta nell'edificio amministrativo che la } 1 rancia ha ereditato dall'opera di Napoleone i erlifìcio nmm)nistrativo che resse all'urto_di un secolo di rivoluzioni e attesta la profondità. della COlllJ)rensiono che il Primo Console ebbe dei fran– cesi i 2° che la leg~e cliSeparazione, sebbene opera cli anticlericali, per la prima. volta, ùalla costitu– zione dei francesi in nazione, dà. al Papa piena autorità sui ve~covi e sul clero; e finisce con l'as– sociarsi all'opinione del Clémenceau, che la de– nuncia del Concordato fu fatta in ispirito perfet– tamente conforme a quello del Concordato stesso i vale a dire in guisa da non dare Yera libertà. alla Chiesa, perchè la libertà spirituale che essa acquista ha per prezzo la perdita d'un reddito di circa cin– quanta milioni di lire all'anno, che rappresentano buona parte de' suoi viveri. A questa osservazione segue l'altra, che l'intero mutamento In.scia perfettamente indifferente la massima parte dei :E 1 rancesi. "L'era delle teorie e delle icleo è passata anche nella patria de\Ja grande rivolu~ione.,., La .Fraucia sta chiudendo la grande parentesi di idealismo rivoluzionario aperta uel secolo :x.v1u1 con la rivolta contro il tradiziona– lismo, e sta rifacendosi uno spirito concreto e rea– listico, nudrito dall'aspra fatica. de'suoi contadini e de' suoi piccoli proprietari. L'egemonia di Parigi, della città dalle cento rivoluzioni, volge al suo

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