Critica Sociale - Anno XVI - n. 14 - 16 luglio 1906

222 CRITICASOCIALE nuda terra rappresenta nel prodotto, perchè costrin– gerebbe il latifondista ad impiegare capitali che richiedono interesse e che gli mancano, a dedicarsi alla vita dei campi. _[I prodott dei latifondi è mi– sero, ma la rendita padronale è massima, perchè la parte spettante al lavoro è la minore possibile e quella relativa ai capitali d'intrapresa. è nulla. La crescente elevatezza e la massima sicurezza della rendita fondiaria spingono a preferire, sopra ogni altro impiego di capitali, quello nell'acquisto dei latifondi seminativi e pascolator!. L'industriale, il commerciante, il professionista arricchiti corrono ad impiegare i loro risparmi nel detto acquisto 1 perchè dicono: terra in cetenmm stat. Il possesso dei lati– fondi, reso circolabi\e in sèguito all'abolizione dei vincoli feudali e del fidecommesso, arrivando per vendita o per successione nello mani di chi vuol fare il signore oziando, non può pili passare in quelle cli chi vorrebbe migliorarli 1 ma da un assenteista ad un altro assenteista, perchè nessun privato trova torna· conto ad impiegare capitali nel migliornmento dei Jatifondi. A causa della, rendita fondiaria, avviene che il possessore di un latifondo, non potendo o non YOlendocoltivarlo, e d'altra parte non avendo bisogno di venderlo, lo cede in affitto ad altri. 1 1'utti i fondi perciò 1 quand'anche possano capitare in possesso di chi vorrebbe direttamente coltivarli, finiranno per Rvere un proprietario che ne goda la rendita senza far nulla. ( Continua). s. ÙAM:UARERI-SCURTI. ILLATO PSICOLOGICO DEL SOCIALISMO III. La teoria dei bisogni. \l. - È una teoria di cui si trovano i primi e fonda– mentali accenni fra gli economisti, quelli almeno della scuola edouista e dell'economia cosidetta pura, quan– tnnquo, fra questi ultimi, Vilfredo Pareto creda ormai più spiccio e positivo di mettere da parte, nello studio del fenomeuo economico, ogni criterio psicologico, rife– rendosi esclusivamente al fatto materiale ed oggettiYO della scelta (I). :Fuori del circoscritto campo economico, ehi à cercato di fare della teoria dei bisogni una teoria generale, che comprenda e spieghi i più diversi aspetti della attività umana, è, da noi almeno, Camilla 'l'rivero (2). IL 'l'rivero à fatto in proposito un intero libro, do,,o esamina, in modo diffuso e vasto (veramente anche troppo vasto), il concetto generale del bisogno, concludendo " che, qua.– lora si intenda risalire, nello studio di quanto ò umano, a qualche cosa cli originario e di fondamentale, non ci resta altro eh~ l'uomo coi suoi bisogni ,, (p. 187), e traendone la consegllenza, posta già al principio del suo Jarnro {p. A), che la teoria generale dei bisogni, che verrebbe ad abbracciare tutb la storia ununa, dovrebbe oramai essere 1 ' sostituita a quella, oggidì di moda., del cosldetto materialismo storico. Ma noi, in verità, non ei sentiamo di poter accettare nè le conclusioni nè le premesse del '!'rivero. Non le conclusioni, perchè abbiamo già detto come, al disotto della attività umana e dei suoi moventi psicologici, noi vediamo anche altre cause ed altre forze di non poca (I) ,•ectl interessante polemica rra v. Pareto e Benedetto Croce, sul p,·incipLo economico e sui fe11omeno eco1111mico, In Glonwle deuu Eco- twmistt, l\llTIO liOO·liOI. importanza che promanano dal mondo esterno, e non possiamo quindi rinnegare, noi suoi concetti fomlamen– tali, il materialismo di Marx; non le premesse, perchè esse, in realtà, esorbitano un po' troppo dai modesti li– miti in cui crediamo si debba contenere il concetto di bi.JOtjlW, Il '!'rivero, infatti, comincia anzitutto dall'ammettere dei bisogni inconsci, il che è per noi, e crediamo per tlltti, un controsenso, essendo la sensazione del bisogno o del dolore lo ste:.so attributo della consapevolezza (1); e se n'esce in bizzarri ragionamenti, nei Qllali il suo " bisognare ,, corrisponde nè più nè meno che all'" oc– correre n, ali'" essernecessario,indispmsabUe ,,, a un con– cetto cioè eminentemente oggettivo, e non a un feno– meno do! tutto soggettivo, qual è quello rappresentato da un qualunque sentimento in_ genere, dal bisogno in ispecie. li '!'rivero, evidentemente, quando parla di bi• sogno di conservar la salute, di bisogno di istruirsi, ecr,, confonde il linguaggio comune, figurato, metaforico·, col linguaggio astratto e filosofico. Così, se, comunemente parlando, si può ben dire che Tizio à bisogno di aste– nersi dal bere, ciò non significa che egli non possa invece sentire il bisogno di prendere, tutti i santi giorni, una sOorn\a da comunione. Si domanda: in questo caso sono in conflitto due bisogni, uno buono e uno cattivo? '!'ri– vero non ci mette nulla a risponder di sì; noi invece siam convinti che in qllesto caso, purtroppo, c'è un solo bisogno, reale e legittimo: quello del bere. L'altro non è un bisogno, e non può gabellarsi per tale. Sarà una necessità, una esigenza, un bene, sarà magari un bi• sogno degli amici e dei parenti di 'l'izio che Tizio non beva, o sarà anche un bisogno del consorzio civile (o meglio dei consorziati) che Tizio o i vari 'l'izi non be– vano; non certo un bìsogno di chi non sente nell'animo proprio che ... un tutt'altro bisogno. Ma '!'rivero non si scoraggia; egli va anche più in là. 11 Nel concetto generale di bisogno (egli scrive a pag. 13) non importa proprio uulla di che essere si tratti; fln qui abbiamo parlato di bisogni umani consci e non consci; ma anche gli animali, anche le piante hanno i loro proprì bisogni, e 1Jersino, in un certo senso ed entro certi limiti, le cosemedesime. Nel linguaggio stesso comune noi usiamo infatti tante volte della parola bisogno o di quelle che, verbi o aggettivi, ne derivano, o di altre sinonime, in questo senso larghissimo. Noi diciamo art esempio: Questo mnro ha bisogno di un puntello. Bi– sogna dunque provvedere. Questa pianta 1·ichiede molto calore. Questo terreno vuol essere ingrassato, e infinite altre simili espressioni. ,, 'frivero in:iiste su tale concetto; cosl in un altro punto egli dice 1 e non in senso traslato, che i gas ànno bi• sogno di espandersi i ma ci vuol poco a comprendere che di questo passo si può ben affermare che, fle l'uni– verso intero esiste, è perchò (i bisogno d'esistere, o, come si esprime, del resto, lo stesso 'frivero con frase più concettosa mente fllosoflca 1 che " l'esseretroi.:a la sua ma• teriale spiegazione11elbisogno di essere ,,, (pag. 3-J). '.l'utto ciò, evidentemente, costitL1isce nient'altro che una tautologia, come ebbe già ad osservare Benedetto Croce. " È vero - scriveva il Croce - che il '!'rivero crede, risalendo al concetto generale di bisogno, di poter sta.bi– lil'e la teoria madre su cui poggino le particolari dot• trino di bisogni, tra le quali è l'Economia, che si occupa rtei bisogni economici. Se questi sono una specie - egli dice - occorre determinare di qual genere sono specie. Ma egli mi permetterà di osservare eho il genere da. (t) c,.Mll,LO T1un;no: I.a 1·~oria dei. ùi.sog11i., !n l'lecolo Illl>llotcca (I) Ycctl A. lJA.1:;, TIit emo!ions ana 1/ie wllt, citato da PA:;'TAl,EONI di Scienze :Moderne, 'forino, Bocca, 1,00. In Prh1c{pi rU Eco11om!a P11ra, }'lrenzc, 1694,p. $2.

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