Critica Sociale - Anno XV - n. 10 - 16 maggio 1905

CRITICA SOCIALE 155 MDZZIHIAHl5MO E 50ClnLl5MO II. ANTAGONISMI. Eppure tutta la vita di Mazzini ò stata una battaglia contro il socialismo. Oli è che le due teorie differiscono anzitutto per il diverso punto cli vista, da cui guardano il problema della nazionalità. Per il Mazzini, centro di ogni pensiero, intento di ogni aziono ora la lotta nazionale per la co– stituzione del la patria italiana: In.organizznziono operaia, flnchè 11unità d'Italia non rosse compiuta, era più che altro un mezzo per lanciare nella lotta politica nazio– nale una quantità immensa di rorze che rimanevano inattive, pcrchò trascurrlto del tutto dai partiti liberali conservatori ('); e sebbene la patria non fosso noi si– stema mazziniano un organismo isolato e chiuso in sè stesso, ma destinato a far parte di una federazione in– ternazionale di tutte le patrie, od il Mazzini arrivasse anche acl ammettere cho in una ulteriore fase dello svi– luppo umano In patria. potesse anche sparire('), pure l'idea patriottica predomina,•a sempre su tutte e l'at– tuazione di essa era continuamente affermata come la missione rondnmentalo do! secolo X.IX. E IJon a ragione il l\lazzini rivcndicavt\ alla propria propaganda il meriti) cli avere introdotto nel cosmopolitanismo amorfo delle vecchie associazioni umanitarie "la idea della Nazionalità. considerata come segno cl'una missione da compiersi a prò dell'Umanità 111 (&ritti, V, 39) (3). Le teorie socialiste, invece, sia che negassero senz'altro l'idea nazionale or– ganizzando l'umanità in falansteri omogenei col 1'"'ourier o in federazioni intercomunali con l'Owon, sia che af– fermassero semplicemente la necessità. clelln pace uni– versale, del disarmo, clella fratellanza dei J)OJ)Oli, aner– suano o trascuravano del tutto l'educazione del sen– timento nnzionale, ponevano iu prima linea i problemi di indole economica, eonsideravnno lo questioni nazio– nali corno un inciampo frapposto allo sno lamento della. questiono sociale. Inoltre non si '1e,•e dimenlicaro che, so in qualche punto, rnagnri imJ>Ortante, il mazzinianismo viene a (1) La 11rlml\ irtel\ di orgnnlzZl\Zlone opera.la nn,cc nella mente del Mau;\nl ftl)IHllltOIn ,-111tndclln lOtlR contro gll RUSlrlacl, a Clii IO CIRS!II superiori nJ)pnlono lnsufl\clentl: 18 agosto 1834 ~ Oh, come ml sono Illuso clron MIiano ! era. Il mto sogno, In mln tcrrn 1,rcdlletto.. Ma v'è corrutto\a. Pur \·I &uroblte uun mo\ln, ma u tcnl1u·1a cl vor• rebbero ora mcz1J .cd uomini, che non ll\J\Jlumo: mm frntellnnza di 1,,opolo, vo• tllre di quel cho chiamiamo J)OJ)Olo: frntclla11za nntl· Austriaca: rrntellanza di coltello, (!I \Jraccln, - e questo l)Onslero di una lega di proletari, ohe 11are un sogno, non lo sAre\J\Je O\'C &I tooeassero certe molll", olio 1111 giorno 11otrobbero diventar 11crlcolosc, ma ohe son sem11re potenti nel popolo: e guerra fra Il 1,opo10 e In tirannide 11011 s'è posta ancora In lta\ln ...• •: pRrllumo d'ultro, perehè non possiamo renllzzRre: l'ho detto a te, e non è a dirsi 11,tl nitri, 11crc111' Il 1101011cns1oro &JHu·entl!relllle I 111ì1 ~ (f.'ptstoltu-lo, 1, 2111 Per 10 1oopo pre,•n.lentomento 11n1.lonn\o dcll'organtzzazlono opcrnla, vedi 11peolalmonto ScritH, v, ~•o; X\'111, 20·1, co, IS9. - IV, 372: ~ In ltnlla, nc111Juno,operalo o no, J)UÒ esprlmcM illlornmonte le ()ro11rte Idee; nessuno può luvoi,rllnNI di tentarlo, l.n stnn1pa è monopolio non d'una olasqe, ma del governi. ); dietro I sette governi Italiani, nemici tutti l)lì1 o meno aJ)ert.,menle nd ogni llllertt\ ,11 pensiero, stn. l'Austrln nemica al governi, nl l)OJ)OII,agli Ol)Crnl, alle classi medio, al 11ensloro, a tutto che h1t nome e 1em\ltan1.a <Il vita ltallnnn Prima 0110 l'o1rnralo posM lagnarsi che una libertà eonqulstata dalla NRzlone 11011 frutti n 1111, ò necessario ohe In ~aziono C&l&ta; neccs• sarlo che I sette goverul o l'nustrlaco &Inno roveselatl. ~ (i) Scrltti, X\'111, 6S: w Ln 1mtrla, sncr11 In oggi, s11nrlrì, forse un giorno, qunndo ogni uomo rlllcttorà nelln 11roprla co,clonza la legge morale dell'l!mnnltà. n - I\', 2S7: La patrio~ per lunghl secoli ancora 1aora ~· (1) DE S.\SCTIS, La litl~l'flllll"tl Ht1lkmt1 dtl suolo XJX, pn.g. 422. concordare col socialismo, lo spirito animatore delle due dottrine C sempre completamento diverso. Il mazzi– nianismo ò una teoria religiosa o morale, che tendo a rendere gli uomini pili virtuosi e, attraverso la virtù, più felici: non tanto la miseria esso vuole distruggere, I quanto l'egoismo individuale, che è causa della miseria come di tutti gli altri mali rlclla società; e vuole distrug– gerlo con la forza morale dell'educazione, che riveli agli uomini la necessità. di un nuovo ordinamento religioso, politico ed eronomico, a base associativa. Il socialismo è, invoco, un sistema economico, che considera come problema fondamentale da riRolvcro quello della pro– rluziono o della distribuzione della ricchezza, allo scopo di aumentare il benessere o sopprimere la mi;;eria del proletarinto: cla quest 1 aumento di benos,oro materialo conseguirà In sparizione o por lo meno la diminuziono del vizio e della. miseria morale. Mentre il socialismo nasce dalla ftlosofla della uecessifa e dnlla morale del- I l'utilità, il mazziniani1mo presuppone la fllosofla della libertà e la mora.lo del dovere. Nel sistema del ll'ourier, per e~empio, il Mazzini non critica la parte economica, di cui anzi dichiara di accet– tare le linee fondamentali negative e positive (Scritti, XJJ, 1 308, 322-3; VH, 32f,); ma domandn" F: Dio? In sua legge? la forza. arcana che cl guìdn ad essa? lo sforzo continno che fa l'anima umana per iscoprirla? lo religioni cho ne sorgono? l'aneniro dell'individuo? l'immortalità.? il genio, che ne è il presentimento? la virU,, che ne segna la vin? Che ne fate YOi? Che fate del bisogno d'una credenza che ci affatica tutti quanti siamo, che ci rendo il dubbio insoffribile? E che fate di quella parte dell'1l– nima nostra che guarda senza posa all'Jnflnito, che vor– rebbe ognora slanciarsi nell'Immenso, che aspira allo Ignoto, all'Invisibile; che ne corea ovunque i simboli; che penetra l'U,niverso come se questo non fosse altro che un velo poi-to fra lei e l'enimma clella sua dottrina? Come dirigete YOiquo' grandi nmori che abbracciano l'Umanità intera; quelle grnndi passioni, coill J)ure, cosl disinteressate 1 che si nutrono di sventura e di sacriflcio 1 e che non chiedono cosa alcuna sulla terra, neppure la simpatia? E che rato dello spirito di abnegazione, di sacrificio, senza il quale non può esistere nò amicizia, nè amore, nè Yirti.1 - nulla? Credete voi che il males– sere, l'inquietitudine, la febbrile agitazione che com– muove oggi gli animi, cesserà in seguito nlla vostra rl• forma? Credete voi cho non si tratti per l'Uomo so non di uniformare, ordinnrc, attendere alle fnccende della. propria casn? Che il vuoto che consuma i cuori non sia so non l'effetto della mancanza di produzione or– diuata1 e che i numerosi suicidi di cui parlate non ri• velino bon nitro che una mancanza d'equilibrio nella produzione? Credete voi che le grandi rh•oluzioni av– ,•engano, o nvverranno solo come conseguenza del mal ordinamento industriale? Credete, insommn, che l'Uomo non sia che una macchina d,i produzione, una forza dc• stinntn. solo al servizio di un lavoro materialo? Disin– gannatevi. li vuoto è ben più profondo, i bisogni della natura umana, i bisogni dell'Epoca in cui viviamo, sono molto ))iÙ numerosi, molto ph'1 spirituali di quello cho non peusate. L'Uomo ò un essere che move senza posa alla ricerca d'un grande mistero. S'ei si smnrrisce per via, se qualcosa viene ad oscurare io lui la coscienza della missione cll'ei prosegue, dubita, è inrelice. 'l'alo è oggi la nostra condizione. La fede ci ò venuta meno. Noi sentiamo il bisogno di amaro e di credere; perchò credere o amare costituiscono la Vita. Credere che cosa P amaro chi? od in qual modo? Questo è ciò che noi tutti

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