Critica Sociale - Anno V - n. 17 - 1 settembre 1895

CRITICA SOCIALE 263 italiani il concetto della sua onnipoten1.a. L'immo– ralih\ di 0rispi non esisteva quando costui doveva a~fi1!a 1 ~11~e1~~c~~Wia!1e:°l1j~:.a n;,tdWi~ t:~ 1:a:b~f energia dell'uomo, ora il melodrammatico sprezzo di tutte le sue quali~~- È questa la farsa italiana. ARTURO LADRIOLA. DOV'È IL DISSENSO? {REPl,ICA AD ARTURO LABRIOLA) Xoi, che pubbli<:hiamo con JJiacero ~randis!-imo questi articoli di Arturo Labriola, densi di richiami di fatti o di arguto osservazioni, o cho nncho ci gu,11·thunmo (gii\ rabbiamo a\'vcrtilo) dall'intCJ·vcnirc con obbiezioni lii dettaglio mole:-to o prematuro - pure, a. c1uesto punto, non poi.siamo la!;ti,wc lii domandard: in che rosa. dunque rons1.;;to q ul'I diss idio chc, dal 1wimo al'ticolo di Anuro L,i.briola l' <ulla.qu <'stionc, pa1·ova. lo di,·ide:-:-e sostanziai– mento da n oi 1 Se nel )!('zzogiomo d'Italia il saproflti!:-mo JJOliticocd amministrativo ò cosi svilupJlato, inoshlcolato o llotentc, o se questo fenomeno, più che rispecchiare il pieno s,·nupJlO del capitalismo, sta anzi \n ra{lporto colla permanenza dello vecchio rorme di produzione e col rachitismo borghese - o non sono questo le due tc:-i sostenute da noi? L'amico noc;,troha ~,·olto meglio <1uolloche noi arn– ,·amo aJ)J)('na acCC>nnato:che, cioè, la co1·ruzione p1"tr ronda o la seguace tir~nnia si connettono, fra raltro, alla $Cal'~czza dei profitti, alla. neces~ità. di se1·virsì del potere pet· aumenhu'O artitlcialmemo i redditi ::wari Il :1~~~i1~l\1~fg~•;~f ~~~t 1 be~~c~\~tt~~!~ 0 ;~i :e~~!i'S81~: ~:~·a~~~~~diit~~!rebi~ s~rg:sc~~~~:l~C~ i~ l~;~i ~!oJ!l~~ :;~~1r~ 0 ;~~i~~:~:~lo~fl~i'~'~!t:~~o J)~;!:1rt~ ~l~t::1i~ti~~g~: effetti politici attualii il che dinotcrcbbe una certa dif– ferenza anche fra le cause. Il momento determinante, poi, dl'll'inlhleidimento del )lezzodì sarebbe stato, so- 1~:!~1°r~~lù~~ri7il/L, 1Nf 1, (~6~~;\i g;~9~· 1 afil :1'(·tt 1 f igjt[1t!ii rl•Slt•ggiuo il ;t0 SC.tt ('lllbl'O ! .\la qnan(lo mRi abbiamo noi dclto, o potuto soltanto pe11~a1·(•, rho bLmo1·nlod·una regione sia qualche cosa di <'am1,1\toin a,fa, ,1wtlcho cosa. di ipedisieo o di tl'a– srC'1ult'nte? Pe1• µ1•11-;ru-o {'O testo, com·e1·1·ebbc c1-odc1'f' 1wl lihf'ro tu'hifrio o nclltL esistenza. o potenza dh·ina: duC' <·o<.;(' nelle ,,unii (ci afri·oltiumo a stamparlo ora, nwnti·c• il forlo non è tmconi reato, come sariL ccnfo fl'tL lirC\'(' i11llali1l) uoi t1'C'1liamo <'Osipoco come il l.alJl'iola mcde!-into. ChC' anzi 1 fin dal nostro primo a11icolo (('J'l. li<·a, 11, 13), :n ,·ertivamo {'OIIIC, senza alcun dubbio, al ili'.--oiloili e<1t<'St<' dill'l'l'cnze di ordine morale vi do\Cs• SC'l'O <',;;,c-1'(' ](' {'h\.'-si(' l1Llotta. delle classi i e S))i('ga– rnmo il <'J•i,pi~moil<'lla. Liguria col pl'cdominlo ,lei ceto lllCl'Ca!lt('~('O: e, {'c)ll la SJ):n·entOSil i~nOl'.lllZtl l'C,!?nante in ce1·tc.• pla.ght:\ rurali, la. 1>os-:ibilifaanche di qualche tl'(lC{'i.~ di tl'iSJ)i,1110 !-1-J)Ol'l.UliC'O in Lomb,m.lia.. Xc vc,·ril dum1uo che non poh,\ 1>:ufa1~i senza « dcrezione da. ogni (•ritcrio di matl'rialb.1110:,,torico», {'01110 Jll'<'tendeva il l.abl'iola. (O·itic<t, u. 13), di pili morali regionali diverse? Anzi, ~ li è a ppunto ~oltaulo in grazia. di quelle maleriali di\'Cr:: -ità.di condizioni che :,:;ipuò padarno. E che doni:&. 1>:u·la r!-iinv c<.-cdi mm « morale proletari~ borghese, piccolo -borgl1 ese, J'eutlale o<l<llt1·a, 1MntìCt\ per l'Italia., ,~~:;lii ~ s.ri; .1, 1 !': I~~! :~ ~~ 1 ~~~1~'\ ;•e~ri:na?i~:~~ è"~:il~'tt: à buon conto , nò hOl'ghci,onò piccolo-borghese nò rou• dalo (egli f.lti111ti h'Oppo, o a ragion(', il foudalismo) cd ò HdoUa a. essc1·c aUi·a; e siccome ciò non la qualifica ~mn fatto, co~i tanto val{', mentre la si analizza, chia– m,ufa m<·ri,liom\lo; come si chiam,i morale eliopic:1 l1uclla. ùegli etiopi o turc:L <1uellt~dei turchi, che ha colla moralo c1·ispi1m- dalle mogli al palo - molta aflluità. 110X 11 ò ~1;~-a~~n;('~:~;~~ ;, ~~~•g i~ft~to Iosi1::(ri~,c~~ I coincide, i.al\ 'ochò 1><'1' caso, con nessuno dc· suoi fattori indi\·hlua li. E ssa ò il risultato dcli:\ prevalenza. nume- ~~~~p\t~n~:1lo~at~t~:~~ ~!~~~lo <~J;~m~iY~e~\iP~~~f::"1~ date condizioni. Questa è oµ-gi nel Mezzodì la classe bolt<'gaia.-usm·aia. Sta bene; o mo:rlio, sta malissimo, ma ~. par(', 1>Cr un ce11.o tempo, inevitabile. Questa morale ha bisogno, per csplica1i-i 1 del carabinic1-c-so– nano, così come il brigante ha bisogno del trombone e del 1rngnalo per raNSi 1·ispettare. Ed essa -~cosi ro1·to che i pochi db;sidonli non possono combatterla (salvo rari casi eccezionali) se non - narra. il Lab1·iola - con l'ast('n'-ione elettorale: così come, t"m lo macchio del ntcrbcse, i Kalantuomini combattono i briganti col non avventurarsi sulla. strada maestra. Questa situazione mostruosa ha il suo esponente visi• bile in un uomo, mostruoso per l'appunto: Francesco Crispi. Cosi, dunqu<', siamo in tulto d"ncco1•do.Che il Nord sia stato o non sia stato il maestro del mal fare, questo ~bb?a1~:~ 1 :~~b;t~ r~·c~~!tt~ d'<l~It:\~miugsi~~tiN~~lll~~il?i~ig meno, rutti adulti, ci gual'(liamo dai mentitori e dai ladri. Perchò a <1ue:,toconcludo pur sempre la nostra pole– mica., se puro ò possibile che essa concluda a qualche !~.~:a1~~ni~ 1 ! ~~-i~~e;;~•~~~ ~~~g~~~~o~rnc3 ~i~f~~. 0 o 1 ;! tenmo sor,·iro allo studio e al diletto dei touristes, la ~~~~e 1 ~~:~b;~~~;;~O ~!:r~~~-~~1~ ~1it1~~~n~r Cl~~;~eci~ff~ imponga all'Alta ltalil\ la camicia di rorz..1.necessaria. alla legittima dir('sa degli usurai di Sicilia, allora il p1'0blema cnmbiiLa.~petto. Si capisce una unità. che aiuti il debole o lo ci\'ilizzi; ma un'unità che imbarbarisca. ~~l!~!it~r;tiO \;~n~ill~r~~~~~~. p~~l:t~!~~nè ~~?t~~t~ ~~~~li~~f1e1~i:rn!~~~~~i~i. 01 :liÌl mtaì~~f~'a~l:~~~Oclil~n}: dimostrato. In realtà. nessuno Stato si trova, per questo riguardo, in condizioni simili all'Italia. Francesco Giuseppe potrebbe visitare il Trentino o rtmperato!'o )loto-per11etuo può fare le rivisto militari nell",\lsazia-Lorena. Ma dite un r.o· all"uomo che cl<L noi ra1>p1-csonta lo Stato e sostituisco 11 sovrano, dite un po· a) Cris))i cho ritellli di tornare, per ci.empio, t\ Milano. Egli non lo rarà, neppure se Wcillschott iu J)('r:;ona rn lo chia.masi-o piene lo mani tli chi'f11tcs !)·an{'osi. Non lo farì1. E <1uest,i una sfida che L~~te~i~i-~l;~it:!ttgil:o 11 ~::}\~'dr~oi t1i 1 ~:~~ist~1~•~ 11 't~~ 1 !~s~t~: tutte lo spi o, i 1•uflli\ni o i gio!'nalisti assoldati che si mobilizza.no in simili OC{'asioni, a preparargli un'acco– glicnrn app( 'n:~ dcc-<-nl('.Fi~chiato \'ia, una. \'Olla (aw;ive– V/i/fcn! COIIIO SC'l'i,st'J'O Ì tC'dC5oiChi), l\1 fischiato Yia per l"CtC'l'lliià. 01' non va!'rebbc la. J)Oll!l di e~-:cre degli « studio~i ,.., so quC$lO rC'nonwno non dicc~se <1ualco,::a pili del scm- :~:~~1u~~.~i~e~11~~ Jl;~,i~~~l·;~:!~p~~~u;\~ 1 ol~ii~~(~i3~~r'lll~~ che- il mo,imcuto ('>:i-.to gfo, benchi.•allo stato latente, noli.~ nntur,~ (l('j rapp orti ('COnomiC'i:molto strame tli l'ctol'ic;\ patr·ioti< 'a.lo dis-:imuhL agli occhi disattenti: ma. ('!-(SO ra la sm, vi a. E d è ufllcio di buoni semarori il se– gnalarlo. I no~tri ami{'i del )lezzodi, tanto Jlilt solli convinzioni unital'ic, debbono desiderar(' con 11oiche in qu esto c on• flitto J'clom<'nto Jlill ,·italo vinea. il pili co11 '0t.to. L'na, sola cos.'\ minaccia oggi l'uniti\ .tlclla pafria ita liana , cd ti~ 1 vr·w 10 tl~~~: 0 ;:~~h~l'i~ri~~~d \b:~t;'d:t1~ 1 iiu; 110 ro::~;~ 'l'Rnto JlCJtgio se il Sud lm tollerato e non !:.oppe difen• dorsi. Non <·"òragione po1-chò di c1uassll si debba. imi– tarlo. I profughi o i pati-ioti l'Ussi nulla. tanto desiderano - e non sono mo110 1mtrioti pcr questo, anzi è per questo che lo sono - che una. maledetta ba.tosta. dello armi dolio Czar, so mai li~ guerra europea dovesse scoppiare. Sarebbe il primo passo 1\lh~ 1>odonzionodcli,~ Russia. La patria degli uomini libe1·i ò la ci,·iltà. LA CIUTICA.

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