Critica Sociale - Anno V - n. 3 - 1 febbraio 1895
36 OBITIOA SOOIALB COMINCIA IL RAVVEDIMENTO Note postume alla rluulone di Parma Da Bologna un socialista intelligente ed amico carissimo ci invia lo scritto seguente: La riunione di Parma, se non giovò molto alla coe– sione del partito, ebbe però il vantaggio di farci meglio conoscere le nostre rorze e le nostre debolezze. Delle primo si sono già. occupati parecchi in altri pe– riodici; io parlerò qui brevemente ma rrancamente delle seconde, poichè ciò è giè. una forza. Molti degli intervenuti, nello staccarsi dai compagni, hanno sentito, io credo, il desiderio che tali riunioni siano più frequenti, non tanto, ripeto, perchè esse po$– sano imprimere maggiore vigoria al nostro ancor gra– cile organismo, quanto perchè dal cozzo delle discus– sioni e dallo scambio conftdente di idee e di sentimenti simpatici, tra persone afTratellate da un comune ideale, balza fuori colla maggior sincerità l'impressione viva di cose veduto ed osservazioni ratte, che assai di rado è dato cogliere in libri ed articoli meditati e nelle con– rerenze, ovo spesso la preoccupazione dottrinaria ro. velo alla verit~ Che direste d"un esploratore che, proposta1:1iuna meta ben determinata. e precisa, muovesse per lungo viaggio con uomini e salmerie, senza avere una no– zione chiara delle difficoltà.tra le quali dovrà destreg– giarsi e S\'Olgere la sua. aziono e degli elementi e delle forze che dovrà coordinare1 Metteteci un granellino di sale o vedrete che questo è il caso nostro. J socialisti d'Italia. hanno un programma d'una grande chiarezza. ma conoscono assai mediocremente se stessi ed il loro ambiente, ed è perciò che il celebre bandito, che ancora impera noi bOlco deUa merlata, ha. potuto cosl racilmente metterli in iscompiglìo. - È accaduto a Parma che un delegato meridionale, nell"enrasi del– l'improvvisazione, affermasse che il proletariato da noi non è ch e una m oltitudine di pezzenti: afTermazione che Cece scatta.re un delegato lombardo, visibilmente offeso nel le sue c ontrarie convinzioni. - Ambidue, si capisce, ciascheduno dal suo punto di vista, avevano ragione da vendere; soltanto avevano torto di genera– lizzare troppo sui pochi ratti esperimentati. Questa. tendenu. alla generalizza.zione ha influito certo sulle determinazioni prese a.proposito della. tattica elet– torale. Chipoteva dissentire da te, amico mio carissimo, quando, elevando la.discussione nel sereno campo dello. scienza, bai dimostrato che la politici\ delle coalizioni è la politica. naturale del proletariato, ( 1 ) Non c'era che dire, le poche conquiste ratte dai lavoratori si devono a questa tattica sapiente, e l"esempiodel vario atteggiarsi del proletariato inglese nelle celebri lotte tra ren<lita e profitto è pieno d'ammaestramenti. Nulla quindi dì più logico che il socialismo italiano, il cui supremo interesse è, nell'attuale momento, il riacquisto delle libertà d'organizzazione, stampa e cosi via, debba dare il più largo appoggio, salvi sempre i principi, a quella trazione della borghesia che ha la (') A:nertlamo, per l'esa.tteul\, che la tamca da noi dlrem non ru che quella adoua1a a Mllano per que1t111 elHlonl amminletra– UYe- che non è l)roprlamente la coall#lottc (1cambio di voti), ma l°(U)J)ogglo el•ttorale al partito radicate, teura ricambio di Tot!. con ciò non Intendiamo eacludere In modo ueoluto la P"I· 1lbllltà di nre • propri• coalltlonl, quando • laddo"e ae ne riconoscerà la conYenlenia - ma I• d1H COH tono ao1ta01Ja1. mente dinne, missione storica di saLvaguardare tali libertà-.- Questo va bene; ma alla condizione che si tenga per data e concessa resistenza d'un partilo liberale o democratico in antagonismo d'idealità e d'interessi col partito con– servatore. Ora c"à in Italia. questo partito 1 Tutta la questione à qui. La Critica Sociale lo crede. « Se in Italia non è cod tipica e perspicua, co,ne in Inghilterra, la lolla inter– nkina deUe txu·ie cla.8siborghesi, be11 però una lolla vi ,i com.balle vidente tra il medio eoofeudale che do1nina nel meridione e spande le sue p1'0pagqini in tutta la ca.mpagna italiana, e gli inizi dell'età mode,·na, della fase indu,t1·iate che albeggia nelle plaghe più civili e più colle, specialmente del settentrione. • Che questo giudizio sintetico rappresenti la. realtà. della. siluazione parrà a molti, non a chi vede nel voto della maggioranza dei congressisti di Parma qualche cosa di più che l'espressione di una tal quale fierezza puritana. che SI\ d'operetta. In alcuni grandi centri si à afTermata veramente una rorte democrazia. A Milano, per esempio, i democratici sono intelligenti e liberati, e Dario Papa è il loro vero proreta. EOJsihanno un culto sacro della libertà. perchè ciò risponde alla. loro lempra ed a' loro interessi. Se Milano rosse ntalia, si può giurare che la democrazia., trionrando, coi nostri voti, dei conserva.tori, terrebbe la parola data. Ma nelle altre ciltà. o regioni 1 Pel delegato meridionale la democrazia non è che un'accozzaglia. di malcontenti, che non hanno ancora provato il gusto di succhiare alle mamme reeonde della proprietà. fondiaria e della Bancai però, non del tutto ancora sfiduciata. tiene qua.lcho spel'aniiella in un pros– simo rivolgimento politico; gente questa non di liberi, ma nata per servire. Pel Toscano, pel Romano, il tipo democratico è il nobile ambizioso o il bottegaìo e !"in– dustriale arricchìto, che dell'alto lignaggio o della ric– chezza si tanno sgabello per salire a dignità.non potute conseguire o per avversa rortuna o per malvagità di opere o per corto intelletto. Gente anche questa senza propositi e senza. redo, che radicaleggia o clerica.leggia, secondo che porla il vento. Per l'Emiliano, pel Cre– monese, pel Mantovano, il democratico è un tipo abba– stanza ridicolo, una specie di galoppino sempre in moto, che va o viene dall'a.dunanza dell'Ope,·aia al gabinetto del Preretto, sollecitatore inderesso di favorì a servizio d'un unico ideale,« la carica pubblica • i che nelle so - lenni circostanze non sa der.idersi tra il palazzo e la piazza e che perciò rappresenta spesso la p&rte dtll– l'asino di Buridano. Non voglio qui discutere queste diverse opinioni, seb• bene quel briciolo di verità, che cinscuna di esse in– dubbiamente contiene, debba ammonirci di non esser troppo corrivi nell'accettare la teoria delle coalizioni dedotta dal principio scientifico dell'llJattamento; poichè sarebbe un'inutile dispersione di energia rinrorzare coi nostri voti razioni in tlde, c he il reudalismo dominante, con abile mossa.,può da.un momento all"altro assorbire, lascia.odo a noi libero il campo per la vera e genuina lotta di classe. Osservo solo che so, tra un ordine dol giorno che portava l'assoluta intransigenza e l'altro più conciliante delle alleanze che parve a molti esprimere nello spirito, non nella lettera, una certa corrontezza, prevalse con lie,·e 'modiftca1.ione il primo, non ru già perehè ragioni di carattere più o meno sentimentale incombessero sull'animo della maggioranza, ma perchè la percezione del complicatissimo prisma della vita i~-
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