Critica Sociale - Anno V - n. 3 - 1 febbraio 1895
34 CRITICA SOCIALE liti, ed essere la coscienza dol p1'0lelariato che si svetJlia e che grida al trionfatore, come il classico scluavo, il morttu,iis es. Niente, o poco pili. altl'o. Comunque, ancho a questa parte noi ci dobbiamo appr•estare con coscienza dcgh eventi quanto piU ò possibile chiara. •'• Più volte abbiamo fatto di queste prime colonne della C,•lffca la nostra specola politica, e non fummo, nei 1u·e~agi,scnr.a fo1·lu11a. '-la se il cappello a punta dell'nsh'Ologo è corno lo da parlare fin che si lrat~, di intuire le gl'andi lino dell'o\•oluzione. esso vi si muta facilmente noi ber1•otto del pagliaccio da circo, dove p1·ete11diate sfrolog:u·e i particolari minuti del domani immediato; la fllosona cJena storia quanto più ò di lun8'a, tanto meno ò di b1·oveveduta; ha la natm·a dm 1wesbiti. ~fa~simo in un paese corno il nosl1·0, dovo cononti popolal'i vero o non sono, o si smorzano nel lago d'una universale apatia, dolltl quale altrove non v'ò esempio; e la politica tutta r1uanta, elezioni comprese, ò affare di gabi– netto, di alcova. di antic..'lmo1•a, di bottega, di gruppi, di camarillc, di que!-ilur•oo di sag1·estie - lutto, fuo,·chò alfare <li popolo. Pure. alla prima domanda che ci siamo posti. so una crisi istituzionale sia sull'o1·izzonle, non dubi– tiamo di risponde1'8: si. E ba9terebbo a persuadercene il gran parlare cho no ranno i giol'liali, e sopratutto il grande sforzo, in molti, di vociare il contrario. Oli urficiosi si sbrac– ciano a giurare nella saldezza della monarchia, che nulla può scuotere, con una tale insistenza da rar credere che abbiano estremo bisogno di persua– de,·uesò stessi. Quanto ai conservatori d'altreschiere, è da un pezzo che non celano il loro scetticismo crescente. Dio non ,•o~lia, e-:si mormorano, ma qualche cosa traballa. E accusano il Governo che, scambio di applicare puntelli e di camminare con JH·udenza, sembra ci pigli gnsto a rar traballare. • I.'on. Orispi - cosi il Corriere <lella sera(') - ha inferocito opposizioni cho bisognava ammansare, ha acuito all'esti-emo conlt·asti cho era pili savio tonta1·0 di 1·adclolciro. Non solo ha mancato di mi– sura nella cosa, ma ha messo volutamente troppa ostentazione nel modo.... La violenza corrompo, a lungo andare, la rorza.... » E non vorrebbe « che la Caute>·anuova so,•uesse da tma specie dt tu– Mullo, o che, per quanto può e.-.sor certo che il \[inislero vi otterrà la maggioranza, vi si cosli– luissE\ d'alh'o canto, una minoranza col prevaler di clementi, il fine della cui opposizione mf>~t al dl lei dt un punto che non occ01·re tndicare. -. La stessa _preoccupazione tormenta la gmve e somiministeriale Optntonc. r.a in.:.;urrezione delle va1·ie opposizioni, cosi opposte fra loro, e che pure si trovano, per forza di cose pili che pe1· arti• flcio di accordi, unite tutte quante contro il Gove1•no, lo mette. pensando al poi. i brividi addosso. « Ohe cosa ci farà vedere il domani - strilla essa mall'O– nalmente l') - se si continua con lo~ica siffatta, che è la manifestazione di un pct·lurbamealo po– litico ,,on mal visto fin qut 111 /latta? Yedremo i mor1erati, non solo non contrastat"·e il campo agli antichi e sempre costanti avversarì, ma aiutarli 1 E sa1·ebbe il meno, nnchè si tratta di avYersarl sul terreno costituzionale. )(a: e coi radicali? coi so– cialisti I> (Allude spocialmonte alla elezione di Pa– lermo). Più ancora essa si sdegna contro i ministeriali à, lou.l 1·om.pre, che le guastano le uova nel pa– niere e minano la reggia, senza preeccuparsi del poi, cantando ogni altro gicH·no le esequie al par- (') tJ genni,lo 1') !l gennaio. lamentarismo, come ra il deputato Comandini nel Corriere del matlfno. « Le istituzioni nostre sono inscindibili. La monarchia o è parlamentare o non è, poi• la semplice ragiono statutaria, a tacere di alfre, che Parlamento comprende 1-e, Governo di gabinelto o Camere. li re, separato dal i'OSio, 1·i– mane scoYerto; e quando è scoverto è colJJilo. » « Spil'a pur troppo - essa continua gemendo - in corti cenelli e in certi ambienti un'aura, che diremmo di e colpo di Stato ». 1~1a 11011 possiamo che denunciarla come sciagurata. Difficilissimo, è rero, si rende l'ufficio nosh'O tra cosi opposte cor– renti; ma, finché et sw·à dato t·esistere, resiste• remo ad entrambe •· (') Senti gia l'accento dell'elegia, cho nel giornale romano, ro1'Se,ò sincero. Ma in altri fogli, anche mode1·atissimi, anzi uoi pii1 moderati, il tono della musica ò pil'1sba1·az1.ino.P1·otoste di rispetto alla dina.stia. di questo n'hnnno pioni i cassetti: e con e~e mòuiti velati, e continui e che dio non voglia • o « giova spel'at·e » cri ::tltre giaculatorie. ì\fa, nC\l tutl'assieme, e scmpl'o peggio, un'aria di pedagogo seccato a vedere che l'oggetto delle loro pl'Otezioni o è sordo o non ,•uol sentire; e come un dire: e al J>O'ìtulto,uoi il dover nostro lo si è compiuto; so c'è chi vuol 1'0,·inar.:ii, peggio per lui »; e un sotti11to11dere: noi faremo di non seguirlo nel capi– tombolo. . .. Questo genere di antifone noi le veniamo notando o t·ile,•ando da un pezzo ('). Ma, in sulle primo, ))Olevano parere dispetti od esagerazioni del mo– monto. Il gra,·e ò ch'esie continuano e fanno un crescendo Quest'anno, che abbiamo sepolto, gettò barili d'olio su cotesto rpoco latente di ribellioni conse1·,•ati'ici; le sole, e si capisce, che siano dav– ,·oro indomabili, poichè manca la rorza conserva– trice da contra.ppo1·1'C.Ogni rase della nostra poli-• ticn recente, gli slati d'assedio, l'applicazione delle leggi eccezionali, i pro, 1 v0<limonti finanziari, i de- , c1·oti-logge, i catenacci, lo smargiassate africane,. ha ch\to nuova osca alle covanti faville, o nuovo p1·0· tosto a uscir fuol'i con le accuso al « governo sov– vel'litoro », alla « violenza che crea la violenza ». alla e demagogia di palazzo » non meno funesta di quella di piazza. Le opposizioni di governo, militanti nell'orbita costituzionale (finchò quest'o1·bita costituzionale vi sia), non trovano di meglio, s'intende anche questo, che appioppare la colpa di tutto al Gabinetto, anzi al capo del Gabinetto, alle suo mogli, ai suoi debiti, alla sua coceiutaggine. Pote\·a tirarsi da parte, di– cono, in santa pace, e tutto (poiché loro salivano) p1'0C0de1•apel meglio. La più esplicita è la Pro– vtnrfa clt B;•escta, di cui son noto le autorevoli inspi1'8zio11i. « Ce ne dispiace stnceram.enle per le istituzioni, le quali sono amate da noi di un affetto 1lltmttnalo, no,, per sè, con fanatismo di vandeani, ma - come Re Vltlor'io t1oleva - pel' i benefici che recano. • (Quanla abiliL\ di topi fiutanti il naurragio, in tutte questo proteste e riser,•e bilate– rali che sottosegniamo !) e E che volete t Molti si • volgono attorno spaurii/, sgomenti, treptdanll, quando, in ronda all'animo. IOl'O, non trovano l'elo– quenzo della risposta schietL, a chi chiede: - B che benefici son questi1 A quale Slatuto ci racco– mandate voi il rispetto, so la Cal'ta costituzionale è a ogni 01·a ca.ocellata 1 So l'inviolabile guaren• ligia, che la leatt<i ael principe ta,·oitore pose a guardia delle leggi, non et difende dalla illegale ( 1 1Opfnfone, t9 gennaio ('> Vt'll'g'HI, fra l'altro, CrWca Sodale, l.89l, n. tt, pag. l.Ji: La R~J1MbblfM.
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