Critica Sociale - Anno V - n. 3 - 1 febbraio 1895

CRITICA SOCIALE 43 la sor,·egllanza da parte dì tecnici pubblici, la rornitur& della mnleria prima da parie dolio Stato o dei Comuni, 11sussidio per i Ja,·ori di miglioramento, la rondazione di magazzini pubblici, la rormaiione di camere di me– diazione, ecc., ecc., sono tµtte riforme (molte delle quali già adottate nella piccola ~,•izzera) le quali: I) o saranno accettato dal piccoli proprietari, cbo con ciò si ,·edranno sottratti alle speculazioni delle banche, dei capilalisti o di tutti coloro che vivono sul commercio; 2, e condurranno ad una organizzazione della pro– duzione agricoh•i 3) o Jovoranno man mano l'agricollura dalle mani o dall'iniziativa doi privati, por renderla una runziono pubblicn, o collotliva; •I) o, flnalmonto, <lomoliranno,a poco a poco cd insonsibilmcnte, il cosi detto diritto di proprietà, so– stituendolo collo spirito di solidarietà che deve inror– maro ogni nziondn.collotth·a. In un gruppo di piccoli colti,·atori cosi organizzati nessun Go,erno, stia tranquillo il Cabrini, potrà. far breccia. se non con r·lrormo atte ad allargare l'associa– zione o ad aumentare ancora di più rorgaoizzazio110 ed i vantaggi cho da essa derh·ano. E queste riforme non possono essere appoggiate che da un go,·erno so– cialista. Dunque: lavoro, come dico il Ca.brini, di istruzione, tendente all'elevazione delle condizioni morali dei la– ,·oratori piccoli proprietari ed a,cnte anche lo scopo di mostrare loro quanto poco siano sostanziali i loro diritti, quanto efllmcra la loro condizione, quali le sp~ culazionl fatte su di es I dai detentori del capitale, ccc.; ma contemporanenmcnte aziono economica atta a strap• pare dalle mani dei privati l'ugricollura od a demolire inscnsibilmonto il diritto di proprietà privata ed av– viarci n poco u. poco alla proprietà collettiva. Non ò dotto cho lo sviluppo di un indh·iduo debba. seguire nocossn.rlamente p:.issoper passo tutti i di\'orsi stadli della SU'- 0\'Oluzlono,chò nnzi spesso rontogenia. di un indh·iduo, in;eguito allo influenzo dell'ambiente, non ò che Ullll bl'cue ricn1>itolttiionodella sua filogenia.. Non ò adunquo Impossibile che, dato il rapido concen• tramenlo della. propriolil o la. formazione rtella. pro– prietà colletti\"& In ogni do,·e, in alcune plaghe si possa arrh·aro a questo senza. pas!aro prima per lo stadio dello espropriazioni, del fallimenti e delle subaste dei piccoli proprietari. Saranno tanti dolori rispanniati o non dobbiamo do- lercene noi. /. m. j.; da nolllre che quesla, del passaggio della pic– cola propriet...\ ter1·iera (laddo"e e finchè riesce veramente 1iiù produttiva) al collettivismo per via dell'associnz1one, è un'idea, o meglio, una previ– sione di molti socialisti; e basterebbe rammentare quanto scrisse in queste pagine Emilio Yanderveldo: « Ed ecco perchò - egli dichiararn - in tutte le industrio nolle quali la produzione è ratta in grande o i capitali sono concentrati in poche mani e l'impresa ò diretta burocmlicamente, i colletti– visti reclamano l'app1•opriazio110 collotliYa dei mezzi di produzione. Al cont1·al'io, la piccola indusfria, dove l'csproprioziono p,·esonlerebbe ooot difficollà insuperabili o for::;oqualche inconveniente dal punto dì vista della produzione, senza grandi vantaggi nella disfribuziono, l'Ìmane il 1'0gno dell'industl'ia privata, oggi capitalista, coo11e1·attva domani. » {La decadenza del capftalis,,w, opuscolo della no– stra Bt/Jltolcca dt p,·opauanda, pag. 16-17). LATEORIA MARXISTA DEL VALORE o il saggio medio del profitto Nella prefazione nl secondo ,·olume del Kapttal Fede1·igo Engels scrive,•a t03tualmente cosi: e Secondo la teoria ricardiana del ,·atore, due capi– tali egualmente grandi, i quali impiegano una stessa quantità di lavoro vh'ento pagato allo stesso modo, producono - tutte lo altro circostanze identicamente poste - nello slos~o tempo, prodotti di egual valore ed appunto J)lusva.loroo profitto <lella. stessa grandezza. Impieghino ossi diverse quo.ntità. di lavoro vivente, o non potranno più produrre plusl'nlore o, come i ri– cardiani dicono, profitti dolio. stessa. altezza. Ora il contrario è precisa.monte Il ,·oro. Nella realtà eguali capitali , impieghino identico, maggioro o minor la– voro vh•ento, producono nello stesso tempo, in media, ideutici profitti. Qui si presenta una contraddizione alla leggo tJcl valore, che gll\. Ricardo tro,·ò e che la. sua scuoi&fu incapnce di risol\'ere. Questa contraddizione avovagiàrisoluta.Marx nelmanoscritto: e Zur Krilic, etc.•; secondo il pinno del Kapital, la soluzione si presenterà. nel terzo libro. ». Ho ,,oluto riporlare questo brano per aver l'agio di notare che i critici dt )farx aV"rebberodato proV"a di quella sol'ietà scientifica, che almeao parte di essi dimostl'ò nella trattazioue di altri problemi economici, attendendo la pubblicazione di questo terzo libro, dopo di che essi a\•1-el)beroavuto il di– ritto di dichinra1•e la.bancarotta del marxismo (1), se per caso essi vi avessero trovato erronee o insuffl– cionti le spiegazioni dato. Per ragioni che vedremo or ora, il problema di un saggio di profitto medio por tutte lo industrio non poteva umanamente ri– solversi in base ai dati forniti da Ma1·x nel primo e noi secondo lib1·0, so non a patto cli attribuire al grande economista idee o teol'ie che egli non avrebbe giammai accettato. Ma,•x si ò vendicato in uno strano modo doi c1•ilici o dei discepoli che non lo capirono; C8'li ha mosti-alo che, anche offerti i punti di inizio do1 futut·i sviluppi teorici, nessuno sarebbe stato capace di comp1·cndere la soluzione vera del problema, fuor di lui stesso. Critici e discepoli sono stati tutti ir1•ctiti nelle maglio finissime e sottili della sua diabolica logica, cosi da far cadere gli uni e gli alt1·i in orro1·i volgari. ~Ja la Yerità è che, so i tentati,•i del Conrad Schmidt. del Firemano, del Soldi, ecc., dolla scuola socialislll restarono lungi dalla soluzione <lei problema, le critiche degli a<– versarì, specio so pretesero dimostrare l'impossi– bilità della formazione del saggio medio del pro– fitto secondo le premesso di Marx, cad~ero in lllle cumulo di arbitrarietà o di contraddizioni, che noi ci aspettiamo co~1 vera curiosità quello che essi tenteranno di conti-apporre a questo terzo volume della granrlo opera di Marx. KautzkJ't dnndo conto del secondo volume del Capitale nella .\'et<e 7.ell (vierten Jahrgang, 188.j), accennava già cho, secondo i dati offerti nel primo volume, il p1·oblcma in questiono non pote\'a ri– solYe1-sio cho occorrcra seguiro i futuri s,rolgi– monti di Marx, por vedero quali nuovi elementi egli ( 1 ) S'Jnlende la b:intuoua dellP. teoria. mnnl1t11 del valore. Ln leorht df'I #Oprah\\·oro. le arandl \'edule di Marx che hao p1·eao Il nome di nu1terlali,mo alorlc:o, rin111rrcbbero rille, penstamo, quand'anto la t,.orln del ,nlore tadeue a brandelli. Quf'stn è tanche l'opinione dl'I C'olelll heggasl numero precedente) e del Oruladel (C'rrnca S~lal~. t891, r•I· :Utl. (Sota della CRITICA).

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