Critica Sociale - Anno V - n. 3 - 1 febbraio 1895

42 CRITICA SOCIALE domiciliare. « Vi bussai tra le sette o le otto. Nes– suno rispose. Pnrlrirlge ! chiamai. Ri:sposeche stava per andare in letto. - Ap1·ite! « J>e1·entrare do\'emmo buttar giù l"uscio. Mi tro\'ai immediatamente nella sta111.a. oye erano Giovanni Frost. Giovanni Partridge e Carlo \Valters. « Io e Rogcrs - il mio as..~istente - ci av,·ici– nammo a J1'rost, gli mettemmo la mano sulle spallo o lo dichia1-ai in arresto. « - Va bene, disse Frost. Son (H'Onto.- Nelle tasche gli trovni it'o pistole ca1·icho, una fiaschetta di polvere e delle palle. • O dunque non le rweva neppure scaricatef Prima di gettargli in faccia la parola che ra ar• rossi1-0 1 ricordiamoci che era un insorto d'occasione o stato costretto a divenil'lo dalla ,•iolenza incosti– tuzionaledel gove1·no, che aveva moglie, cinque tiglio e due llgli, uno dei quali, quindicenne, aveva preso parlo al comballimonto di Wostgate. li Gammage scrisse che il l 1 '1·ost amava since1·ame11te il popolo e il popolo lui. E la colonna Jonc.s f Giunta a pochi minuti dalla piaZ1.a del maccllo 1 il Joucs, saputo da un fuggiasco che vi Cl'ano pili di undiri morti o di cinquanta feriti, invoco di co1•1·01·e sul luogo al trotto, si con– tentò di dire: « Accidenti! siamo fritti!» E non lo si vide pili che alla corte di MonmouU1 accusato con Frost, \Villlams, Jones, Walters, Lovell. Ben– field, Rees, 'l'urner, Jkitau, Morgan e parecchi altri, di allo tradimento. 1 primi h'e. interrogati se erano innocenti o col– pevoli, risposero che erano innocenti. Gli altri cinque, dopo il p1-oces~odei primi, si dichiararono colpevoli. li verdello poi primi fu il si accompagnalo da una raccomandazione sentita alla misericordia. La sentenza di questi ultimi ru identica a quella dei p1 imi, colla cel'lezza però che dessa sarebbe stata commutata in una a vita. Lo1·a cllte(Ju.slice c. J. Tindal - il giudice supremo - il quale va lodato poi· la impanialità con cui riassunse t)ei giurati che cosa disse l'accusa e la difesa - gioredl, 13 gennnio 1840 - miso sulla grande parrucca la pezzuola nol'a o pronunciò queste pa1·0Io sacramentali: Perciò io ,•i esorto caldamente a occu,are il poco tempo che vi rimane a prepararvi pel grande passaggio nella. penitenza sincera e nello preghiere ferventi. Perchè, quantunque (queste parole erano solo pei primi tre. noi non mancheremo di m,•iare la raccomandazione fattaci dai giur,\li al proprio luogo, non possiamo la– sciani spAraro perdono in questo mondo. Ed ora non rimane più alla Corto che il còmpito - por noi tutti penoso - d1 pronunciare la sentenza de,lla legge, la quale è « che voi Giovanni Frost e voi Zephaniah W1lhams e ,·oi Willinm Jones (il lettore con– tinui cogli &Itri) siate ricondotti da.qui al luogo donde siete venuti (la. carcere\ per poi essere trascinati sul graticcio al luogo della.esecuzione, e che quivi ciascuno di vo i ,•enga appeso pel collo flno alla morte, decapi– ta.lo e squartato. ( 1 ) Sua maestà disporrà. del ,,ostro corpo come crcdoru. opportuno. Il sommo lddio abbia pietà. dello ,•ostro anime. Vennero sah·ati in grazia di una illegalità pro– cessuale o in\"iati alla de(K>rtazionc. li Frost p""5Òquattordici anni nella 1'erra di Van Damien e nel 1s:-,., venno g1•aziato a condi– zione che non rimpatdasse. Speso due anni negli Stati Uniti e nel 00 ottenne il pe1·donocompleto. Ritoruato in sono alla famiglia che lo ado1·ava, tenne poco dopo dolio confe1•en1.e sugli « Orrori della vita del condannato alla deportazione»e nel 18i7 ( 1 ) Ques10 modo di mace.llare I •udd1ll le;:ilmeote Tenne abolito nel 1870. La deun:r:a pe.rc) talvua :nche prima le donne dalla deca– pllatlone e dallo 1 quarta meo10. Sue non Teoluoo che lmplcc:ate. morl nelle braccia dei suoi cari quasi interamente dimenticato. Pace a tutti. I 101'0 e1•1-orirurouo molti, compreso quello di essersi dimenticati che la diligenr.a della Posta non poteva attraverMre il Severo, che la diligen1.a di Bristol sa1·ebbc andata a Birmingham anche senza la valigia gallese e che i cbartisti birminghesi sa1'f'bbe1'01·imasli senza il segnale della insurrezione. Qui noi non ci ric01·diamo che della idea genei·osa cho voleva rivendicare i diritti po– litici delle masse defraudate, e con quest.o pensie1'0 capovolgiamo la gol'la dei nosll'i llori freschi sulle loro fosse e ce ne andiamo inteneriti. Lettori. imi• tateci. Date fiori ai morti che ci hanno insegnato a non essere schittvi. PAOLO VALERA. L'ASSOCIAZIONE DEI PICCOLI PROPRIETAR CO!lt ISTJtADHlENTO ,lL COLLETTIVIS!IO Un egregio naturalista, insegnn.nto in una delle nostre primarie Uni\·orsitù., ci in\'ia Jo seguenti giudiziose osso1·vazioni sul tema della piccola p1'0- prioU\ terriol'a, ripotutamcnto trattato in questo colonne: S10NOR 011\ETTORl!: 1 • Ilo letto nell"ultimo numero della C,.ilica l'aMicolo del Cabrini sulla piccola proprietà. A me pare non siaai tenuto conto in esso del ratto, già. altre volte sostenuto nelle colonne della O,·itico, elle in certe plaghe d'Italia, in seguilo a cause speciali, la piccola proprietà può o potrà ancora per molto t~mpo resistore all'accentra• mento capitalistico. Sulle nostre colline, per esempio, dell'Oltre-Po Panse, in cui, date le condizioni speciali del terreno e della coltura., la. piccola colth•azione ò immensamente più produttrice della grande, il piccolo proprietario, che coltiva. da. si\ i suoi fondi, può benissimo resistere a qualunque concorrenzo, od il regimo di piccola proprietà durerà non si può so.pere flno a quando. Tanto vero questo, che anche quando, in segltito a qualche crisi, molti piccoli proprietari sono costretti a soccombere, sulle loro rovine non si formano grandi proprietà, ma sorgono, quasi dal nulla, altri piccoli proprietari. Per queste regioni, adunque 1 In cui le condizioni na• turali oppongono un argine alla corrente di concen– trazione capitalistica, Il problema. che ci occupa. dO\'C essere considerato in un modo diverso da quello dal Cabrini indicato. Premetto che dove, come in queste regioni, in se– guilo alle speciali condizioni ambienti, la piccola coltura riesce più produtti\"a della.grande, anche il socialismo dovrà. rispettare ed adoltnre tale sistema. Per C!-SO poi s11rà affatto lndifToreule che i suoi piccoli coltivatori siano, o meno, I discendenti diretti degli attuali piccoli proprietari: purchò ad ogni uomo sia assicurato il frutto del proprio lavoro e sia impedito di sfruttare il lavoro altrui, il resto conterà. poco. Ciò premesso, a me pare che, per i coltiv:..tori piccoli proprietari delle nostre terre, Il socialismo non si pre– senta che come una grande assoclo.ziono di coltivatori, la quale, dietro li sacrificio di diritti pura.mente appa• renti di proprietà., assicurerà ad essi il rrutto del loro lavoro e li afTranchorù.da tutto le crisi, sia da. quelle che hanno cause naturali, sia da quelle che hanno cause economiche. Quindi l"obbligo dell"associazione reciproca, l'obbligo che ne deriva di una.col\.ura rigorosamente scienti Oca,

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