Critica Sociale - Anno IV - n. 15 - 1 agosto 1894
CRITICA SOCIALE 229 ressori e di bibliotecari i di regi ministeri senza quasi un rigo di nostro, non valeva., quanto a originalità, neppure quel prezzo. Quale operaio, quale prolelario, quale« plebeo,.. insomma,in Italia, ai tempi mal"agi che corrono, sciuperebbe quàt.tro soldi - o fossero pure di nikel - per comperarsi questo sciammannato di opu– scolo 1 (1) Quattro soldi, o signori, e non un centesimo di sconto! - tale dovrà essere la nostra « di(osa giuridica•· - Condannerete voi, giudici tanto illuminati e tanto male pagati, un opuscolo che costa cosi carò?! Ebbene rendetemi la merc'b, ne raddoppieremo il prezzo. Otto soldi! Una cirra usuraia. Otlo soldi vi bastano perchè sparisca il reatoL. Suvvia; facciamo mezza lira o non parliamone più! Non lesinarci, o lettore, il diritto di essere allegri. Se, anche sotto i fulmini della persecuzione beota, la. santa gaiezza. non ci abbandona, non è senza alta ca– gione. Perocchò, e questi fulmini stessi, e tutto ciò che aniene attorno a noi, sono tali sintomi, e cosi uni– versalmente confessa.ti e sentiti, di ùissoluzione e di rinnovamento vicini, che saremmo ben grulli se la.– sciassimo la. musoneria impadronirsi di noi - a. cui favore tutto lavora; tutto, e so1>ra ogni cosa i nostri avversari. L'assoluzione di Tanlongo e compagni, l'ova1.ione popolare, i commenti e lo sgomento del giornalismo borghese, tutto ciò parla ed opera per la nostra ca.usa con ben altra efficacia e violenza che non possano i nostri piccoli opuscoli. Ah! sequestrate pure i nostri Soliillato,·i stampati; condannate pure, seppellite nelle segrete, votate alla morte civile e all'infamia. ufficiale i nostri sobillatori di carne e d'ossa. - quei sobillatori di cui anche la. muta effigie vi motte tanto sgomento, che non riruggite dal rievocare per essi i tempi e i regimi abborriti, quando altre effigi (e lasciamo a voi pensar quali) costituh·ano un crimenlese. Simili al pazzo che ride inconscio della veste che gli brucia addosso, mentr'e voi tacciate di apologia crimi– nosa tutto ciò che sUgmatizzi l'ignominia dei vostri delitti; mcn1re voi y 'ingegna.te di tappare ogni spiraglio al nosti·o pensiero, mentre sudate a prJparare per noi, poveri untorelli, i Yostri reclusori e le vostre isolette omicide, anch'esse rubate; mentre, novelli Silla, appa– recchiate per noi le liste di jlroscrizione e risuscitate la « bocca. del leone> per intimidirci; ceco che i veri, i gmndi sobillato1·i vi sguisciano di tra. le mani rallen• tate a disegno e passano innanzi a voi, loro complici, rra gli onori e i clamori del trionfo. E questi sobillatori in guanti gialli, questi microbi giganti che si annidano nelle aule stesse del potere e nei palazzi più augusti, voi non li potete colpire, poichè son sangue del vostro sangue, c81'ne della carne ,,ostra, sono deputa.ti , sono (1) TI Folehelto (~. 105), pur non ,sa.pendo del isequettro, cl d:\ una valida mano In queeta nostra dl(esa., dal punto di Tiala • letterario. • La natura di questo opuscolo - euo acrhe combattendoci - • lo ra non perlcolo10, Jnraul esw non pu6 far breccia sul po• • polo nè ha Il carattere (particolarmente minaccioso nella 11tampa • ribelle) di un'opera di propaganda; perché li saturo di quella • supposta sclenta che I popolnnl non capiscono e fa dormire o • sorridere tutti gli aUrl. In poche righe di uno del punti prln• • cipali, ho lrovato l'lpocondrltui, Rii orga1111ml cMelcntl, 11 JM• • rfodo crep1t1eolarc della raie cr:olu.tlr:a, l 'au.to• anau,i dlnol• • citrfu e le amcUd egocentriche; tutta roba da far ir.orlre d'in• • vldla qualunque ftlo1ofone del li(enere nolo10. • • Orazle! Oratle dnl cuure, ottimo anocato Cfmonc! B1b1otecaGino B1arco senatori, sono ministri o padroni di ministri, di ieri, di oggi o di domani, son fulcro e decoro del sistema, del quale ,,i\,ete e che siete pagati a difendere; tanto che a tutti, anzi, ormai appare che sono essi il sistema. Invero, quali sovvertitori più deleteri alla. vostra pro– prietà., alla. vostra giustizia., al credito e alle istituzioni vostre, di questi e banchieri e commonùatori e illustri manigoldi e mezzani d'ogni simonia, compenetrati nello Stato che, miserabile, mendica loro la. falsa moneta per la. truffa borsaiuola e per la truffa elettoralA, con le quali, minando sè stesso, crede prolungarsi la ignomi– niosa. agoniat Quali più infesti anarchici di questi pa– namitardi, onorati anche sullo scanno delle Assisie dalla st.retta di mano lusinghiera del capo sino a iel'i della Giustizia ufficiale, e che, travolgendo nel preci– pizio della loro perpetua bancarotta banche, istiluti commerciali e imprese d'ogni sorta, distruggono - non, come noi, a. parole - il congegno stesso del ,•ostro macchinismo economico, demoliscono la piccola e media. proprietà, seminano di falliti e di sposta.ii le case e le piazze e, gettanèlo nelle falangi p1'0letarie ogni giorno nuo"i contingenti Yigili, coscient.i ed attivi, ne raffor– zano la. pugnace vanguardia? Finchè una classe dominante, pur ,•i\'endo sul terreno della concorrenza o dello sfrutta.monto, rispetta almeno quelle leggi di convivenza ch'cssa stessa si V- date, e che formano il codice interno della propria morale; la sua vitalità. non ancora potrà dirsi del tutto stremata. Ma il giorno che il furto e la. frode, saliti alle cuspidi più eccelse, dh'enuti strumenti di governo e febbre comune, lacerano lo scenario dietro il quale il ,•ampi~ rismo s'occulta. e, cumulando ro"ine su rovine, gittano fuori e contro il sistema quelle stesse classi medie che ne dovevano essere i naturali dirensori; allora. che tW· vieneJ Non lo diremo con parole nostre. Ma lo dica a voi, per l'appunto, questo sbigottimento intuitivo che s'im– possessa fulmineo dei giornali borghesi di tutli i partiti; questo piangere le istituzioni ferite, scadute, perdute; questo gridare alraccorr·uomo, come di chi si trova in frangente impreveduto e terribile i questo superstizioso implorare, di tutti ad una Yoce, il miracolo celeste e.li un risanamento morale, <'Ome il pio Tanlongo invocava col rosario il verdetto, e come l'ebete contadino con le rogazioni invoca la piova. E dopo ciò, e insieme a ciò, la sfiducia universale, assoluta; il rovello dell'infermo cho sente il tossico torcergli le Yiscere o non può se– pararlo da sè fuorchè con la vita. E Fanfulla, che perde anch'esso la sua lepidezza per constatare: è ormai h'oppo tardi! Intanto, mossi come da un segreto avvicinamento di ratti che s'impone a ciascuno, ecco parecchi giornali a concludere, che il trionfo degli imputati 11 di Roma im– pone l'amnistia per i condannati politici. Sl, il trionfo de' grandi sobillatori dovrebbe reclamare almeno l'indulgenza pei piccoli. Non è egli così, o So– billatorissimo 1 Nor. RINVIO NECESSARIO. Troppo tai·di per compa1·h·e in questo fascicolo ci è ammncialo un a,•ticolo del doll. Francesco Colelli in 1·isposta a quello di Romeo Sol.di e ci clifesci della cri– tica fatta dal Lo,·ia della teoria del valm·e di Ma1·x. Abbiamo anche ,·iceouto qualche all1·a monografia sulla questione agraria nei ,·aJ)porli della p1·opaganda - questione all'orcline del giorno del Cong,-essodi Imola. Daremo ogni cosa 11elp1-ossimo 111m1ero.
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