Critica Sociale - Anno IV - n. 15 - 1 agosto 1894

238 CRITICA SOCIALE Vot avete compreso che la vertili cbmptessa, faccettata, i1'1a di spigoli sfugge al ce,·vettodella massa. Essa ha bisogno della (ormuta di fed•, la ))iccota fo1·muta chiusa che 1"isot11e non la• seta campo a fantastiche dubbiezze, o a faticose ,-tc,wche. Voi te avete gettalo la formula, ed essa canuntna. 1; ·voi sapete e/l'essa 110n ar,•ive,·li, pote/tè la fonnula - essendo fo,wiula - è falsa; ma te a1>nle fatto fare un passo. Questa è savte::::a grande, e mi piace. Vi e,·a del pazzesco tn tutta la genie che tn– nanzt a voi ha fatto il vost,·o meslien. c,·ede– va.no , avevano una idea fissa, erano dei cervelli 1·tstrelli e andavano a 1no1'le.Non m.ancavano di bellezza, è vero; an::i l'atteggiamento loro e,·a bupe,-bo e magnt{lco; la folla li gua,·dava am• mt>·ata e paurosa; ma tutto in essi e,-a illcom• posto es,·egòlato;credevano nella formula,dunque e,·ano inferiori. Seguendoquesta avangua,·dta di mattt geniali il mondo aru.Lava avanti a sbalzellont ; era una cosa ap,•io1•isttca, anttscientt{lca, che aveva solo qualche elemento di belle::za. Ma voi stele grandi e savi; ·voi operate con metodo,seconaouna formula nella quale voi non credete; ma nella quale è bene che altri 1»·eda. Di un popolo misto, vario, tumultuoso, avete fatto un ese,·ctto: il passo tentennante è atventato niarcia. In voi saluto i Veor1enti. Non vt sono soste, non vi sono sotw:ioni atta umanttà; e l'uomo ce,·ca aflànnosamente soste e soluzioni; voi glie ne date ed egli cammina. E solo in questo cam• mino é la ve,•ità. 'I'rovo in voi una g1·andezza fredda, t,·anquilla, ineso,·abile, che mi colpisce di ammi,•azione e quasi mi spaventa. Cadono d"intorno al vost1"0 co,-po tutti i pennacchi e le (l·angie e te splendide vestta·o,·o falso; itvostr·o co,po n'esce tutto nudo: nttàttà non àt pover'uomo, ma di gigante. E la vostr·a mente, sgomb1·ada tutte le <lotce::ze àell'er·rore, velie a,·ttto e lontano la st,·ada da fa,·e, e non ne ha fastidio nè dolor·e, anzi lieta– mente vi s'incammina, sapendo. Io vedo in voi il p1·odollosupremo a cui l'evo– luzione è giunta, o Apostoli che vedete chtcwo. o ferventi sen::a /'e<le. Addio, ecco tt sole. AMEDEO MORANDOTTI. Postilla al « Nuovo Cantlco • Amedeo Morandotti assunse già. pill volle lo pseu– donimo del GaUoSilvestre, nel quale l'immortale reca– natese amò simboleggiare il suo proprio sentimento della vita e del mondo. (') ILMorandotti è, fra i miei collaboratori ed amici, uno de' più giovani o dei più giovanili. .Qual fu nel noslro secolo l'artista o il pon- (') Vedi nel volume delle Pro1~ (ediilone Sont.ogno),a pag. 1\3, Bib 1oteca Gino Biarco satore che non abbia.sentilo in sè, nei primi anni, qualche più o meno fugace vibrazione leopardiana, Ma l'ingegno alacre del Morandotti non comportava. ch'egli facesse opera pedissequa di imitatore in ritardo. Venuto in un tempo in cui la musa. leopardiana, dal gemebondo sgolarsi durato mezzo secolo, era ratta roca. e floca e non trovava più un'eco che si rispetti disposto a risponderle, egli pensò di rintanarle la faringe con alcune pastiglie di clorato di potassa. socialista. No usci (nella Vita moden1a ed altrove) una singolare compo– sizione di socialismo scettico, un socialismo intinto di leopardismo .... o ,•iceversa, che fu la nota. personale, la espressione artistica. speciale di Amedeo Morandotti: una nota ribelle, ribelle anche alle formo consuetudi– narie della ribellione; una velleità. di eresia dentro la eresia sociale. Convien dire che questa, non forse combinazione, ma. mescolanza, procurasse a lui compiacenze esteticho originali, so egli in cotesta ibrida disposiziono dell"a– nimo perdurò lungamente. lmperocchè cotesto suo altalenare fra Marx o Leopardi, rra la socializuzione dei beni e la infinita vanità ..... anche dei beni socia– lizzati, non derivava da fiacchezza O da incertezza. di convinzioni. Tutt'altro! li mio giovine amico fu, sin dai primi studi, uno de' più con,•inti seguaci del più deciso o reciso materialismo econ('lmico. Chi rovistasse la seconda annata della C1·itica troverebbe, a. pag. 37-38, una lettera sua, nella quale sono periodi che caratte– rizzano l'uomo che gli ha scritti. Glie li voglio malva– giamente rinfacciare. lo, per mio conto, ml stropiccio lo mani I - mi scrivo,·n egli dunque, a proposito di quella che io avevo ballenata In« invo– luzione » dell'E=1tremaSinistra. - Che bella cosa questo divi– dersi nello del campo! Via tutti gli Ingombri; di qua o di H .. L'Estrema Sinistra era un ingombro; è passata di li. E Costa e Prampollni banno tenuto allro modo, appunto J)8rchòson socia– listi e non repubblicani; o cioè rappresentano gente che non ha nulla e vuole avere, non gente che ha qualche cos.i.e vuol conservare. Perché, già, tutto sta li. lo sono, come vedete, un sPguaee innamorato delle l4'oriche del Loria. « Oh I quella teoria economica della costituzione l)OliticnI lo me ne son fatto succo e sangue. Tulle le idee, che già mi tur– binavano nel een•ello come materia disgregata e amorfa, in un caos, hanno preso forma di vita; il tJerbo ,•t fallo carne. SI, tii: ogni attitudine di partito, og:ni mutamento politico ha una base economica e il potero va a chi ò economicamente più forte. • O parole, parole, che suonavate alto, uscendo dalle buone g:ole dei den,oeralici politici, promellenll la giustiiia, come eravate ,•uote e vane I Ogni cosa è forza. Io bo del socialismo questa concezione quasi selvaggia, quHi brutale, unilatorale forse.Ma mi piace cosi, ci trovo tutto. Ao una ri1po1ta a luUo. Chi avrebbe presenLito in costui, che vede le cose cosi concrete o vede • farsi carne il verbo > nel suo pensiero; che in un concetto e forse unilatera.lo> trova, con orgoglio da Encelado, « una risposta a tutto »: chi avrebbe, diciamo, presentito l'odia.tare feroce della for– mula - che è falsa. solo perchè è formula. - quale ci si disvela oggi nel ca.ntir.o del Gallo Silvestre! Con– traddizione 1 Evoluzionel Involuzione piuttosto! Nè una cosa. nè l'altra, a senso mio. Questa disposizione dell'animo, già lo notai, procura allo scrittore compia– cenze estetiche originali. La negazione della. formula ·ha. in sò un che di indefinito e di poetico, che l"alfer– mazione d'una formula, fosse pure la pili alta e com– prensiva, non ..saprebbe a.vero. E non invano si è molto amato e studiato il poeta di Nerina, per il qua.le

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