Critica Sociale - Anno IV - n. 15 - 1 agosto 1894

CRITICA SOCIALE 237 3 almeno sono notoriamente incapaci e che la loro in– capacità è stata. causa di una perdita di più di 50 mi– lioni in un anno ed in un sol paese. Qual è dunque il meraviglioso segreto del capitalista per impiegare sl intelligentemente il capitale1 - ~: l'interesse,« è mettere atrincanto l'impiego del capitale « ed aggiudicarlo all'industria che potrà pagare l'inte– < resse più elevato > (XX). Sapere che il 6 °lo è più che il 5 ',' 0 : ecco tutta la meravigliosa scienza del capita– lista. Voi 11.vetemille volte ragione, signor Pareto; il capitalista. che compra delle azioni ed obbligazioni di miniere, dì strade ferrate, di raffinerie o di officine me– tallurgiche non sa estrarre del carbone, condurre un treno, ramnaro lo zucchero o rondore dei minerali; ma egli sa contare sulle dita 1, 2, 3, 4 sino a lOed alcune volto sino a 50 e 100. Cho scienza! Si capisce cho la. società ricompensi questo profondo sa.pienle prodigan– dogli tulte le suo ricchezze. Il Pareto f11rebbebene a diflldare del suo maestro Do )lolinari, che non ha sempre un esagerato rispetto per il capitalista.i egli spinge !"irriverenza.sino a trat– tarlo, come )larx, da essere inutile ed anche nocivo i udite ciò ch'egli dice nel suo libro sutrE.'oolu.:-ione eco ,wmica, pubblicato noi 1880. « In un'impresa costituita sotto forma. di società, il « personale dirigente può non possedere che una minima « frazione "del capitale. ,\ tutto rigore potrebbe non « possederne alfatto e, contrariamente all"opinione am– « messa in generale, quesl"ultima situazione sarebbe la « migliore dal punto di vista della.buona gestione degli « affari della societiL: un personale dirigente non a.zio– « nista, che non abbia il diritto di controllarsi da sb « stesso. nasta che possegga la capacità, le cognizioni « e la moralità.necessarie per queste funzioni, qualità « tutte che si riscontrano più. facilmente e con minor e spesa, sul ~ercato, separate dal capitalo, che a lui « unite. • I finanzieri sono talmente penetrati di questa verità che essi non sono occupali che a disunire il capitalista dal suo capitalo, che esso ò incapaco d'impi.:,garo; o per arrivare a questo lodevole scopo lo prendono col mozzo dell'interesse; essi promettono dei 6-10°/. al ca• pitalisti che essi chiamano sdegnosamente UQfJOI, cio{•. imbecilli, perchè si separino dai loro capitali che essi truffano coi loro Panama o Panamini. La finanza è il clanaro clegli alll·i, diceva il duca do Morny, che ru colui che, coi Pereire, i Mirès o i f'ouhl, lanciò il C,·e• <lito moliilim·e ed altre istituzioni dellu.filibusteria flnan• ziaria moderna.. Cosi dunque la ramnsa.scienza del ca– pitalista che vanta il Pareto o che si limita a saporo che o •1. è pitì che 4 'I, è precisamente ciò che fa per– dere al capitalista il suo capitalo. PAOI.O L,U'AllGUt:. 11JOVO CAITICO DEL GALLO SILm!TRE • • • • Il ,, .. ie 11• Hlla terra eol piedi e 1ocea con la erc:11ae eol ~ Il cielo. l,ROl'ARDI. L'alba tmbfanca 1t cielo. O poclit uomtni ctesU al 1nto cantare. tultte. Il mto canto muta da oggi innanzi 1nisw·a e senso. Ilo q1'ast /l'ovata ""a ,·agtone alla vita, e t miei occ/11vedono -~••·etio. Olt, si tnte,tde - sento dt,·c - tenendo, come fat, ìl capo Ira te 11uvote ! B I teca Gino Bianco No, amici. Io ho pl'edlcato sino ad oggt: i·o– mtnl, meglio sanbbe pe,· vot cl<c tulio ti otonw ctonntste; ecco e/te al ,·tsveglto tulle le tn{eltcltà vi atren·a110 come una muta di cant tl lepre e/l'esce dal covo. Ma voi ai•ete seguitato a sveoua,·vl e a fa1· te vost,·e faccende. E io seguitavo a g,·tdare ognt mattina: Ma come? Ma non capi/e e/te oont vostra facce,tda è vanità? E talvolta m·tncolle,·ivo a vedere tanta e si pe,·ltnace stolle;:a, e tal au,·a (pc,· lo più nei matttni di p,·1mave1·a)tutto quel otoco11do esciocco e Ingenuo 1·tsvcgliarst e ri/io1·i1·e di vile umane nit movcva a un 1·tso un po· triste, 1nt dava un inlene,·imento t,•a dolce e do101·0.<o. Intanto te età JJassava110; te mie oam/Je .,011 diventale dun, gialle e ,wdose come canne di bambì• e la mia cresta no11{lammeg/Jia ptÌ< alta 11elcielo, ma s'inclitna languidamente da un lato. Le stelle passano e vassano sul mio capo, e io ho sovente la sensazionep,-ectsa di ,·uota,·e nel• l'imme,isità. Sento la lerl'a vl~1·are. E con essae con me gl1·a la mia /lloso{ia e la vost>·apolli/ca e tutte te au,·e mlsel'le tn conspello dello spazio e del tempo. Mc, basta di ciò e 1•i101·nlamo in ten·a. Io vi stava dlce11do che son diventato vecchio e saouio, e ho. come ooni saogto, mutala opinione. O1'a l<t folla mi piace. La folla è bella, veduta dall'alto. ,\'011 è questo il vost>·opare,-e, o pochi uomini desii al mio canlan? Si, é questo, tmperocchè io ·vi vedo qua,uto pa,•. tate alla folta mettervi in sut len·azzt, o, 110n vote,tdo più allo, sui tavolt da oste,·ia, e qtteslo, io credo ed ho pel' cel'lo, no11 tanto JJe1· ra,·vt udh·e ptit, lontano, e da un nume,·o ])iù. g,·a1ute, quanto JJe1·toglte,·vi all<t ,wusea che la folla vi soffia In ~lso standole a paro, e oode1·e l'ebb,·ezza c11·essamedesima vi dà sol che ta oua,·dtate, do• mt11andola, d<t un mell'0 d'altezza. o,· pensale ch'io la vedo dal cielo! Dunque, p,·lma essa ml tncottel'i, pel'cllè mi p,u·ve stolta, vot mt ,·at11·1stò dolcemente, pe,-ché mt parve tngen.ua ; nia 01·a che te passioni 11011 m'tnto,·btdano vtù gli occhi. vedo c/ttaro. Vedo u,w spellacoto pieno di un movtme11to01·andtoso,mia belllsstma co,·sa alla vtta e all'ope1·a, di milioni <l'uomini. È l'ope,·a pe,· l'opera? Ho gtta,·dato meolio, e ho scope1'1o che tutta questa gente ha una cllnzto,ie, che qualcu110 li outda. t,on è una folta sbandala, è un esel'cilo che ma,·cia vitto,'ioso alla co11quista . A che conquista? Dico a voi, pocllt uomtni cteslt al mio cantan, uomini che pcwtale alla folla e la outdale. E qui sta la chiave e/ella mia co11ve1·stone. b1 ciò voi siete nuovi e ml piacete, che a voi m.a,ica l"lll-usionc - dolce e scioccn e1·1·01·ean– tico - di ca1nniina1·e ve,-so una m.èta, e pur cam1nt11ate; 1,1 ciò che voi, sapendo,· sptnoete t1111anzlte folle.

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