Critica Sociale - Anno IV - n. 15 - 1 agosto 1894
234 CRITICA SOCIALE intorno alla quale disputarono i nominalisti e i realisti del medio e,•o « NC>Sunaidea - egli dice - ha sosta111.a, perchè nessuna è capace di corpo– rali!.\. La di,puta scolastica del realismo e del nominalismo ha Io stesso contenuto. ) ,, himè! il primo nominalista capitato avrebbe potuto dimostrare nel modo pHt esauriente al nostro autore, che il suo« io • è appunto una certa quale Idea come tutte le altre, e che non ha maggior conlenulo .1·eale dall 'untltì matematica. Giovanni, Piett'O, Giacobbe, Isidoro hanno rap– pol'tl ,·ectm·ocl fra loro, che non dipendono affatto dalla volontà del loro « io» e che (u1-0110 loro im– posti dalla costituzione della società in cui vivono. Criticare le istituzioni sociali in nomo dell' « io> vuol dir~ rinunciare all'unico punto di vista. che in questo caso possa darci qualche frutto, quello cioè della socie/a, delle lo~gi dolln sua vita e della sua evoluzione, o smarrir-si nello nebbie dell'astra– zione. Il nominalista Stirner si sp1•oro11da ppunto in queste nebbie. Io so>IOto, questo è il suo J>untodi partenza; Il non-io { il non-io, questo ò il suo risull{lto; , Io + io + io, ecc., questa la sua utopia sociale. E cioè il puro e semplice idealismo subieltiyo posto a son•izio della critica sociale o politica. E 1l sul– ciclio della spe~laztone t<leausuca. Ma già nell"anno medesimo in cui apparve L' It1- dtvtduo di Stirne1-, apparve anche in Francor01·te sul Meno un libro di Marx od Engels: La Sacra Faniiglla o Critica della Crtllca crtUca, contro Bruno Baue>· e consm·t1. Ivi il m,aterial'ism,o dtalelllco, rondamento teorico del socialismo mo– derno, assaliva e batte, 1 a la speculazione idealista. L'Indlt>lduo giunse in l'ilardo. Dicemmo che lo + to + io ò la utopia sociale di Stirner. La sua « società degli egoisti > non è altro infatti che una somma di quanti«\ ll$lralle. Quali sono, quali possono esse1·e le basi della 101'0 associar.ione? I loro 1nteresst, risponde Stirncr. Ma quale sarà, quale può essere il vero rondamento di unn qualsiasi coueuanza dei loro inte,·essi? Stirner non no sa nulla, e assolutamente nulla può ri– spondei-e di p1-cciso,Jl0rChò dallo altitudini della astrazione in cui si hbra non discerne pHt nulla di preciso nella t·eallà econom,tca, madre e nu– trice di qualunque egoistico od altruistico «io•· Cho meraviglia, dunque, so non gli riesce di pori-e in chiaro quel concetto della lolla di classe, al quale pure si era felicemente accostato? I e po– ve1·i» debbono combattere i e 1'icehi». E quando li avessero vintH Allora ognuno degli ex-poveri come ognuno degli ex-ricchi combatterà contro o~nuno aegli ex-J>O\'Orie contro ognuno degli ex– r1cchi. Sa,-à « la (Jt<e,-ra ttl lutti contro tullt •· (Slil'Uer si serve appunto di questa frase). E gli sl,tuti della « società de(lli egoisti• saranno altret– tanti parziali armistizii 111 quest..'l.guerra colossale, in qnesl, lotta universale. In tutto ciò vi ò del bellicoso h.umow~. ma non l'ombra di quel realismo che Max Stirner sognava! Lasciamo st..'l.1'8 01•mai lo societ.:\degli egoisti. Un utopista ha un bel chiudei-e gli occhi alla roalu\ economica. questa lo preme suo buon.o o 1nalgrado, lo perseguita dappe1'lutto colla brul,lilà di una fol'1.a naturale non domata dalla scienza. La elevata srera doli'« io» astratto non salva tirner dagli assalti della ,·ealù\ economica. Egli non ci parla soltanto dell' « individuo», il suo tema è « l'individuo e la sua p,·op,•felà •· Ora, com·o ratta questa proprie!.\ doll"indh•iduo! S'intende da sè che Stirnor il ~ propenso a rispettare la propriet...\come un« diritto acquisito». « E proprietà giuridica o legittima di un altro Biblioteca Gino Bianco soltanto quella che ò giusto per te che lo sia. Se cessa di esser giusto per le, perde essa ogni le– ~itltmilil, e tu ti riderai d8ll'assolulo diritto•· - Sempre la stessa campana: « nulla è superiore al mio me•· Tuttavia il poco rispetto per la proprietà altt'ui non impedisce ali' « io» di Stirnor di pos– sedere egli lo inclinazioni del p,·op,·ietarto. li piu ro1·tear~omento « contro il comunismo» è per lui la 1·iiless1oneche il comunismo, coll'aboli,·e la pro– prielit individuale, fa di tutti quanti una massa di straccioni. Stirner si ribella a una simile ingiu– stizia: . econdo i comunisti, ò la comunità che dove essere proprietaria. Tutto al contrario. « lo • sono proprJe– tario e non ho che da intendermi con altri quanto alla mia proprietà. So la comunità. mi fa torto, mi ribollo o difendo la mia proprietà. lo sono proprietario, ma la prOJ>riotà tton è sacra. Sarei io soltanto possessore 1 (allusione a Proudhon). No, {iuom era\famo soltanto possessori, garantiti nel possesso della nostra porzione poi f11tto di lasciare altre porzioni in possos"o di ciascun altro: ma ora e tutto » mi appartiene, io sono proprie– tario di « tutto » ciò di cui io ho bisogno e di cui mi· sono impadronito. - Il socialismo dice: la società mi dà tutto ciò di cui ho bisogno. E l'egoista: io prendo tutto ciò cbo mi occorre. - Il contegno di quello è da mon– dicante; di quc,to è da p1-oprieian·o ('). La proprio!.\ clell'egoisl~ non 'pa,-c davvero la cosa meglio sarantita dol mondo. « Un egoista• l'imane ..p1-opr1etario solo fin tanto che gli altri «egoisti» non si decidono a derubarlo e a mutarlo in un pitocco. Tuttavia il diavolo non é cosi nei-o come pare a prima vista. Stirner si fil;l'ura i rap– porti 1-cciproci dei proprietari « egoish • piullosto come rapporti di ba,·auo che di ,·apina. E la for1.a, alla quale egli non cessa di fat'Cappello, è piuttosto la f01•;a economica dt un p1·oduttore dt m.e1·ct libe1·ato dal vecchi ceppi che lo Stato o la socielil gli, impongono o sembrario imporgli. E l'anima di un prottutto,·e di merci che parla per bocca di Stirner, Se lo Sk,to ,non gli garba, ò perchò non sembra app,·e::za,·c abbastanza la p1-cpriet,\ del produttore di merci. Egli vuole la sua proprielll, lulla la ;-ua p1-cprieu\. Lo Slalo lo costringe a pagare i tributi, lo Stato si permette di espropriarlo in nomo del pubblico beue. Egli vuole un fus utendl et a/Jtllendl; lo Stato dice « sta bene, ma vi sono - soggiunge - abusi ed abusi.», udi che Stirner p,-c,-cmpe: «Dalli al ladro!• « lo sono il nemico dello Stato, egli dice, il .quale oscilla sempre nell'alternativa: o esso o io.... Nello Stato non esiste alcuna pr-cprieu\, voglio dire alcuna pr'Opriol\ dell'individuo, ma solo p1-cprieu\ di Sk,to. Solo mere/i lo Stato io ho quel che ho e sono quel che sono. E mia propl'ieu\ privala solo ciò che lo Stato mi abbandona del suo, privandone gli altri cittadini; questa il proprie!.\ di Stato.• Abbasso dunque lo Stato, e viva la semplice e perrelta p1-cprieu\ dell'individuo! Stirnor tradusse in tedesco il T,-aualo di eco– nomia 71oltllca p1·a1tca di O. B. Say. E benchò abbia pure tradotto Adamo Smith, pure non seppe mai clevat'St sopra la ,·tstrella s(e1·aaet conce/li della volga,·e economia bo,·ghese. La sua« società dogli egoisti • non ò cho l'utopia di un piccolo borghese che si rivolta. In questo senso può dirsi, cito osso pi-enunciò l'ulltma parola dell'Indivi– dualismo bo1·0hese. Un tel'1.o merito gli appartiene. Quello di avere avuto il coraggio della sua opinione, di avere svolta
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