Critica Sociale - Anno I - n. 15 - 20 ottobre 1891

CRITJCA SOCIALE 22!) IlSocialismo positivo e lal~tta diclasse li Cong1•csso socialista che si tiene in questi giol'lli ad Erf'urt, e nel quale dcc fra raltro discu– tersi il p1·og0Uodi m10,·0 prog,-amma già da noi pubblicato, li:\ occasione, nella st:unJKl tedesca, a molto o intc1·cssanti disputo sui principi fondiuncn– tali e sulla condotta del partito. j.: come un esame di coscienza che fanno, in questo momento, i so– cialisti tcclcschì, di fronte allo mutate condizioni del partito in Germania, dacchò la legge eccezionale ò abolita, di fronte allo vcllciUl di ribellione dei cosìdclti « gio,•ani » men })l'Oni ali"aulol'Ìfa dei ,·cechi capi, di f1•onto i1ifì110 al p1·ogrcsso dello idee cd ali' i1n1}01·ilrnzapolitiel cffcttira che il p:u•– Wo aC(I11istò. Noi, da una scf•ic di :wticoli che raulo,·c,·ole co11so1·ell:1 nosti·a ùi Slultg-a1·t, la Ncuc Zeil, ,·a stampando in p1·oposito, trascog-liamo alcuni tmrni salienti; nei quali sono detto coso, a dir· vero, molto elementari, che noi stessi ripetemmo, in altra foi-ma, pii, volto e che avrobbe1·0, da tempo, dovuto condannare al silenzio corto t1·ito o volgari o sconclusionato obiezioni, che pc1-sonc, anche in voce cli colto, non mancano di gctta1-ci fra i piedi, con faccia tosta ammirabile, ogni quah'olla si venga su un discorso di cose sociali. E non ò che ci culli la lusinga che, anche dotto un'altra volla con pa– role altrui, esso convincano coloro che hanno abi– tudine o interesso - o erodono sia cosa « di buon gusto» - a non volerle intendere. ì\fa, se non ,·incc1·cmo i prcgimJiiì o lo igno1·anzo volont:ll'io, aiutorOmo almeno - e questa una dolio nosti-o ambizioni - i compagni o commilitoni nostl'i O gli sp1·cgiudicati a formarsi ideo sempre più nette, almeno sui pl'Ìncip'ì che ci sono o devono osse1·ci scol'ta. Del p;.11'tilosocialista .in Italia viene spesso rimp1·cssiono di non ~aper bene cho cosa esso vo– gli:t o po,· che strade cammini. :'llcntrc l'uno si in– dugia nello grosse o gcno1·icho frasi di un socialis1no da (ftmrantotto, o raH.1·0si consuma a sogna1·0 coo– perativo impossibili o a c1·ca1·noche paiono abol'ii, o un to1·zo 1·inco1·1·cnon so qual fautasrna di cre– dito opc1·aio, o un ftllarto si rit1~lOnegli Olin11>idi un silenzio sdegnoso, e molti stanno a punzccchia1·si cogli anarchici o coi mazziniani, o i più si g1>at– tano la pera o fanno il buddista, i tempi cammi• nano, a dispetto nostro e dolio sterili nostre,gior– nato. E l'organizzazione operaia si forma, pcrchò questa è 1'01~1 1 si fo1·ma senza mc1·ito nostro, ma altresi senza molo ovidentii senza dil·eziono, senza o con scarso ideale, quindi senza saldszza; e sg1·e– tola da tutte le parti 110Iru1·todei miseri dissidì 1 o impaluda nel pettegolezzo, o ce1·c..1. galvanismo di vcssillii di musiche e di alt1·c balcloricttc di paglia. A migliorare questo stato di coso, a 1·cc.·u·enoi partito un po· cli unione morale e un po' di conti• nuifa nella sua pei• <1uanto debole aziono, noi pen– siamo che il chiarire lo i(]ec fondamentali, l'insi– steL'Osu di osso, anche· a costo di ripetizioni 1 sia la B ,otec=i Cino B,arcc cosa per ~n-vcntura meno inutile cui si pos.sa pel momento por mano. Noi 1817 il "Afanifcsto ilei Com:unisti ànnunziò del socialismo un nuovo punto Ai vista che, venti anni più t:wdi, trovò noi l'apilatc di Ma1·x la baso defìniLivamonlc scientifica. Il Capila,lc non solo s,•isce1·ò, più a fondo che mai fino a quei giorni. le « leggi dinamiche» della produzione moderna; ma constatò ccl OSJ>Osc eziandio lo leggi della sua « evoluzione ». Cosi osso emancipò il socialismo dal v,,ssallaggio all'econom~ bo1·ghesc, poi· 1·ibellarsi :tlla <1uale non :wcni avuto fìno allora altro :\l'mi che quello ch'ossa stessa gli offriva. Il Capitale foce del socialismo teo1·icola dottrina speciale dello leggi della moderna evoluzione sociale. 1laggiunge1·0 colosi.o stadio scientifico era alh'el– fant.o impossibile all'economia borglrcse 1 quanto sa– rebbe stato alla teologia cristiana pe1·vc1_1i1·0 al concetto clclrcvoluzione religiosa. Il necessario p1'0· supposto della dottrina teologica 01'::l. infatti l'eccel– lenza immubbilc dcli:\ 1·oligiono 1·ivelata: cosi il ncccss:u·io p1-csupposlo dell'economia borghese 01·:1 il g~f'~l~al~~llf~c~~t:~:;:1: 10 (\cfi~~\~,~~:~o.socioh\ non può tardare ad acco1·ge1•sicome ossa crea dallo sue viscc,·c la sua prop1·ia « negazione » - che e ap· J>lmto il socialismo - e lo cPca non soltanto i{lcal– monte, ma nella roalt..\. Allo tendenze socialiste tengono dicfi-0 1 per necessità naturale, gli clementi d'una nuorn. società con esso a1·monizzanti. Lo svi– luppo dello socich\ poi· azioni o.dei cosi detti eser– cizi di Stato dimostra 1n-.i~icamente come la stessa sociofa capitalista ronde sempre meno necessaria - e in un numc1·0 di industrio sempre c1·csconto - al progresso della produzione, quello che è il suo p1·op1·iofondamento: la propriotA privata dei mezzi di produzione; come anzi ,·endo _(JUOSto f ndamento, in cel'ta mism·a, incompatibile amttto collo sviluppo dolio grandi forzo produttivo che ossa. produco o che esigono <li voni1·0ose1·citatc dalla socictiito ve,· la società. Ond'ò cho i socialisti non inventano i germi dolio nuovo e incluttahili fo,·mc della produzione: ossi 11011 fanno che lrova1'li nel sono stesso della sociof,\ presento. Ac<1uislatoche abbiano, questi germi, lo fru•ze nocossa1·ie, i socialisti non dovr".111110 c1·ecv·e gli clementi della nuova società, ma scmplicemonto im,J)a.d1·oni1·sene. A cotcsb dott,~ina fu mosso il rimprovero di condm·1•0 a conclusioni fataliste o si pal'lò in questo senso dei « pe!'icoli del marxismo». Dei poi·icoli del « mai-xi:;mo » noi ne cono~ciaipo ben uno o consisto in quei ti-oppi che si danno ))Cl' marxisti e non conoscono gli sc1·itli del i\farx. Inve1·0, So rnai vi fu doll1·ina cho facesse ai pugni col fatalismo, ella ò questa cui si fa tale accusa. Essa ci apprendo bcnsi 1 o in modo i1·1·efutabilo 1 che l'evoluzione so: ~~~~~-os~r~:~at~ll~d ~\ 1-~(ti1~~~ l ~ci!~~r;:! ~ ~O~i f1~~ para al tom_postesso, ed è che la forza motrice di cotesta evoluzione l'isiede nel contrasto llc{Jli in– teressi antagonisti - <1uanlo dire nella lotta di classe. Per vero, chi 1 se non il capilalismo 1 p1·oduce la classe p1·olcla1·ia,cioè la sola classe la quale, nonché avere inle1·cssc a conso1·va1·0la privata proprietà dei mezzi di lavoro. ha anzi orrni interesso ad abo• li ria? E non solo la crea, mn ia 1·onclosemp1·0 più numerosa, la accenti-a o la organizza sempre meglio uclla vita industrialo, o fomenta f1-aossa e la classe dei suoi sfrutta!o1·i una guerm senza quartiere, . gucl"l'a che a sua volta av,·alora lo 01101·gic, l'in-

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