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Nicola e Muska






Melanie von Nagel Mussayassul (Berlino 1908 - Bethlehem 2006) fu poetessa e traduttrice. Di madre statunitense, discendeva per parte paterna da un casato dell’aristocrazia bavarese. Dopo la morte del padre Karl, generale dell’esercito bavarese, ucciso il 1° maggio 1919 negli scontri che posero fine alla Repubblica dei consigli di Monaco, la famiglia Nagel si trasferì all’estero, risiedendo per lungo tempo in Italia, a Firenze. Dopo essersi sposata nel 1944 col pittore Halil-beg Mussayassul, originario del Dagestan, riparato in Germania dall’Unione Sovietica, si trasferisce al termine del secondo conflitto mondiale negli Stati Uniti. Dopo la morte del marito, compie, nel 1957, la scelta della vita monastica, entrando come postulante all’abbazia Regina Laudis, a Bethlehem nel Connecticut, dove, con il nome di suor Jerome, si dedica alla ricerca spirituale e alla poesia, divenendo un importante punto di riferimento non solo per la piccola comunità monastica, ma anche per la società locale. Guidata dalla sua curiosità intellettuale e da una formazione culturale cosmopolita, ha modo di intrecciare, per lo più sotto forma epistolare, un dialogo con personalità della cultura, talvolta, come nel caso di Nicola Chiaromonte, anche molto lontane dal cattolicesimo.

Nicola Chiaromonte
(Rapolla 1905 - Roma 1972), noto per essere stato il critico teatrale de «Il Mondo» e poi de «L’Espresso» e il condirettore insieme a Ignazio Silone della rivista «Tempo presente», è fra i maggiori "saggisti” filosofici e letterari che la cultura italiana annoveri nella seconda metà del Novecento. In gioventù, dopo aver condotto gli studi all’Università di Roma ed essersi formato filosoficamente nel cenacolo di Adriano Tilgher, conosce l’esilio antifascista, prima in Francia – dal 1934 al 1941 – poi negli USA, dove risiede fino al 1948. A Parigi, dove si trasferì a causa della sua militanza clandestina nel movimento Giustizia e Libertà, stringe una profonda amicizia con Andrea Caffi che considererà il suo «unico maestro», costituendo insieme a questi, a Mario Levi e a Renzo Giua una piccola comunità di amici che non tarda a entrare in conflitto con il resto dell’organizzazione giellista. Separatosi all’inizio del 1936 da GL, allo scoppio della guerra civile accorre fra i primi in Spagna, dove combatte come bombardiere nella squadriglia aerea di André Malraux. Negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale, si avvicina ad Angelo Tasca. Nel ’41, dopo la morte della prima moglie Annie Pohl in seguito alla tragica fuga a cui la coppia era stata costretta dall’avanzata tedesca, Chiaromonte raggiunge New York dove collabora con Gaetano Salvemini e a diverse riviste statunitensi, fra cui «politics», diretta da Dwight Macdonald, divenendo una voce autorevole nel dibattito interno all’intellettualità newyorchese. Nel 1948, insieme alla seconda moglie, Miriam Rosenthal, rientra in Europa, stabilendosi in Francia dove lavora all’Unesco e collabora con Albert Camus, conosciuto a Orano durante il suo viaggio verso gli Usa. Rientra in Italia solo nel 1953, divenendo uno dei principali animatori dell’Associazione italiana per la Libertà della Cultura.


Roma, 28 gennaio 1967*
Mushka carissima,
io non finirei mai di scriverti, naturalmente. Ma, a parte questo, mi dispiace di aver dimenticato, ieri, di pregarti di presentare alla Reverenda Mother i miei rispettosi ringraziamenti per il permesso che ti dà di scrivermi più sovente di quanto non permetta la regola. È un permesso di cui mi giovo assai. Anche: certo che tornerò a Regina Laudis – prima che potrò – e spero bene, allora, di poter incontrare la Reverenda Mother.
A parte questo, altre dimenticanze:
1) i dischi di Canto gregoriano di cui ti ho parlato sono della collezione Archive (Deutsche Grammophon Gesellschaft) cantati dai monaci dell’Abbazia di St. Martin, Beuron. Mi sembrano molto belli;
2) i dischi del Moses und Aron di Schönberg sono incisi dalla Columbia nell’esecuzione della Norddeutscher Rundfunk (del resto, credo che sia la sola incisione dell’opera).
Ti ho spedito ieri il libro di Andrea Caffi. Sono sicuro che ci troverai molte idee suggestive – e qualche chiara risposta alle domande che tu ti fai. Vedrai dalla mia prefazione che specie di uomo fosse Andrea Caffi.
È stato il mio solo vero amico e maestro. (Come ci può essere un vero maestro che non sia un amico? Come si può davvero imparare da uno che sta in cattedra e ti guarda dall’alto in basso?). Ed era russo, anzi ultra-russo – benché italiano di genitori (suo nonno, Ippolito Caffi, era un ottimo pittore – anzi, adesso che ci penso, ti manderò una serie di vedute di Roma dipinte da lui, che ho trovato da un tabaccaio in formato cartolina, riproduzioni abbastanza buone).
Stai lieta, carissima Mushka.
Nicola













La lettera sul giardino
di meditazione


Ho finito il giardino. M’era venuta l’idea di farti un giardino quando mi scrivesti della striscia di giardino a via Adda, e mi dispiaceva tanto che dovevate lasciare la casa. Di solito, mi riesce disegnare un giardino soltanto se posso adattarlo a un posto preciso, se conosco il terreno e l’uso. Qui, il problema era diverso: potevo ignorare lati pratici, ma mi ci voleva un disegno. Cercavo un "jardin intérieur” – che però doveva contenere ulivi, semplici rose, arance, limoni. In un libro sulla mandala indo-tibetana, quelle pitture da meditazione, ne vidi una che pareva un giardino, e ne presi l’idea.
Le misure sono in "piedi” ma ho cercato di dare la scala anche in metri. 3 piedi sono all’incirca 1 m. (95 cm). Il giardino non è grande. Sono le proporzioni che contano tra di loro. C’è giusto spazio per passare ovunque, ma l’unità base è all’incirca la mia cella (a St. Francis) – non c’è spazio superfluo, è a misura d’uomo.





Sebastiano Lo Monaco legge "Fra me e te la verità. Lettere a Muska"
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