Controcorrente - anno XXIII - n. 53 - primavera 1967

piano." "Ma sopra di me c'è il tetto!" "Salga sul tetto. Cercheremo di arrivare fino a lei". Alle 4,30, dalla spalletta vicino alla "Rari Nantes" si può toccare l'Arno. In quel momento piazza Gualfredotto è ormai sotto un metro d'acqua. Un'ora più tardi, un metro anche in via Gian Paolo Orsini. Con l'avvicinarsi dell'alba il livello cresce sempre più rapidamente: alle 6 in piazza Gavinana ha già raggiunto i tre metri. Intanto, oltre il muro che costeggia, verso il fiume, buona parte di via di Villamagna, lo straripamento dell'Anconella ha formato una distesa spettrale. Per alcune ore il muro regge, poi la pressione esterna supera quella da via di Villamagna e lo fa cedere in più punti: si determina cosi, in un paio di minuti, un "salto" di mezzo metro nella zona circostante. L'Arno, che ha ormai tracimato all'altezza di via Poggio Bracciolini, si è unito alla corrente di via di Villamagna e a quella che, dilagata per i campi, investe il quartiere da sud. Gavinana è ora un livido, unico lago, che dall'altra sponda del fiume si vede tornare a riversarsi in Arno. Poco più giù, anche la zona di S. Niccolò sta vivendo il suo dramma. Alle 4 le vecchie fogne del Granduca, già insufficienti in tempi normali, rigurgitano e allagano le cantine. Alle 4,30 il fiume straripa dalla spalletta poco sotto il ponte e investe quella sottile striscia di città, sommergendo via S. Niccolò, via dei Bardi, piazza Demidoff, via dei Renai e piazza dei Mozzi sottn una massa impetuosa che finirà per ar.ivare a metà dei primi piani. Immediatamente più a valle, fra le 2 e le 3 anche gli scantinati dell'ultimo tratto di via dei Bardi, via Barbadori e Borgo S. Jacopo vengono allagati dai rigurgiti delle fognature. All'alba, attraverso i cantieri di alcune costruzioni, l'Arno stesso irrompe in Borgo S. Jacopo, spingendosi fin quasi all'estremità di via Maggio, che è ora sotto mezzo metro d'acqua. Verso le 7, più di un metro sommerge via S. Spirito. A quest'ora gli scantinati di via dei Bardi, ormai pieni, con1inciano a rivomitare. Di li a poco, sfondando la vetrata del ristorante "Ponte Vecchio" in via dei Bardi, si riversa in strada. Da via Barbadori e Borgo S. Jacopo, la corrente infuria giù per via S. Spirito e Borgo S. Frediano, trasformando · questa arteria in una fiumana vorticosa su cui navigano innumerevoli macchine "come se dentro ci fosse uno che si voleva ammazzare". Ed è la volta del quartiere di S. Frediano. Già alle 5 Borgo S. Frediano è sotto mezzo metro fino al cinema Eolo. Mezzo metro, verso le 6, anche in piazza dei Nerli. Intorno alle 7 il fiume trabocca sul Lungarno Guicciardini. L'acqua penetra nelle case di via dell'Orto, mentre in piazza Piattellina, dove le fogne a quell'ora stanno riempiendo i sottosuoli, i pianterreni saranno raggiunti solo verso le 9. Alle 10, in Borgo S. Frediano, l'acqua arriva alla vita. Il livello cresce e continuerà a sa1ire fino alle ·15, dapprima lentamente, e eia mezzogiorno in poi con sempre maggiore rapidità, giungendo a toccare i 2 metri e mezzo. Intanto già da mezzanotte alcuni orafi e gioiellieri di Ponte Vecchio si affannano a portare al sicuro almeno ,parte dei loro preziosi. La piena rasenta le spallette dei lungarni e alle 1,15 tocca gli archi del ponte. Il fragore è terrificante. Lo rompono soltanto il risuonare disordinato dei bidoni e i cupi colpi dei tronchi. Tutti i ponti si fanno via via intransitabili, anche quelli che riescono a emergere con la sommità del piano stradale. Ultimi a essere sbarrati: il Ponte S. Niccolò e il Ponte della Vittoria. Sulla riva destra, data la vastità della zona interessata e l'irregolarità della configurazione viaria, la furia si sviluppa in mille direzioni, creando correnti che si scontrano, si incrociano, si accava11ano, in uno sconcertante gioco di livelli. Poco dopo le una, attraverso l'entrata dello sdrucciolo di Porticciola, l'acqua invade piazza Mentana, cominciando a sommergere le macchine. Alle 1,30, davanti a Palazzo Barbagli, sciaborda a ondate contro il Lungarno delle Grazie. Un'ora più tardi è un torrente che assale piazza Cavalleggeri, via Magliabechi, la Volta dei Tintori e il corso dei Tintori, dove irrompe anche dai cortili e dai giardini sul lungarno e, alle 5,30, ha già raggiunto un metro e mezzo. In piazza Cavalleggeri, davanti alla Biblioteca Nazionale, l'Arno fa breccia intorno alle 6,30. La marea giallastra, striata di nafta, si dilata per tutto il quartiere di S. Croce, penetra nei pianterreni, nelle chiese, nelle innumerevoli botteghe d'artigiano di via delle Casi ne, via S. Giuseppe, via dell' Agnolo, via dei Pepi, via dell'Anguillara. In piazza San Firenze scaraventa due macchine in cima alla scalinata del Tribunale. Tocca i tre metri, verso le 8, in via dei Neri (che la vedrà salire fino a cinque) e si arresta momentaneamente davanti alla pendenza di via della Ninna e via dei Gondi. Risparmiata, ma solo per poco, piazza Signoria: ai "Canottieri" le spallette sono già sotto, e tra non molto la terrazzina davanti agli Uffizi verrà spazzata via. L'Arno supera a tratti anche le spallette del Ponte Vecchio, sventra molte delle botteghe a monte e vi lascia una selva di rami e di tronchi.· L'acqua, la cui violenza si è così attenuata, risparmia in parte i negozi a valle scaricandosi lungo il ponte; riunendosi poi a quella proveniente dal Lungarno Archibusieri, tumultua verso il Lungarno Acciaiuoli e lo erode fino a inghiottirne più tardi un tratto di un centinaio di metri, dove resta solo il marciapiede sotto le case. Sono le 6,30. Lungo i vicoli tra il lungarno e Borgo SS. Apostoli, la fiumana sbocca in piazza S. Trinità, ele• vandosi rapidamente a un metro e mezzo. Un metro, alle 7, sul Lungarno Corsini: la spalletta è sbrecciata in più punti. La corrente è fortissima. Di qui e da via del Parione raggiunge piazza Goldoni e dilaga per Borgognissanti, dove appena dopo le 7, 6 'CONTROCORRENTE - Boston, Spring 1967

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