Controcorrente - anno XXIII - n. 53 - primavera 1967

ADDIO AD UN EROE: ERNESTO ROSSI c_on la morte di Ernesto Rossi è scomparsa una delle figure più belle,_ se non la piu bella-;----che .ms,eme a _Carlo e Nello Rosselli, Gaetano Salvemini ed il piccolo mampolo d1 uomm1 che or1gmalmente formarono a Firenze il gruppo del "NON MOLLARE": più tardi, "Giustizia e Libertà". E' difficile, assai di_f!J.cile dare a persona viva e morta Ja qualifica di "Eroe". Troppo SJ:>essotale ononficenz~ è stata data e si dà a "uomini sintetici", quelli appartenenti alla specie sempre m fuga, che spariscono e riappariscono a secondo del tempo che mena e si fanno strada con l'inganno e con la frode. Ernest_o_ Ross_i no': è m~i _fuggito da immaginarie ombre. Ha cercato fuggire, come_ d1 dmtto d1_ogm pr1g10n1ero, quando le_manette gli serravano i polsi e quando rinchiuso m prig10ne. Dalle sue responsab1htà, giammai. Rientrato in Italia. dopo .un breve soggiorno in F·rancia, ove aveva riparato in seguito alla denunzia d1 un tipografo, per la sua attività nella pubblicazione e diffusione di "Non Mollare"; mentre insegnava in un istituto di Bergamo con la stessa calma del maestro che impartisce lezioni agli scolari, egli preparava' bombe incendiarie che dovevano essere usate, non per uccidere e distruggere, ma per richiamare l'attenzione mondiale su uno stato di vita selvaggia, causando contemporaneamente un numero rilevante di fiammate in varie città italiane. Arrestato in seguito alla denunzia del traditore e spia Carlo Del Re, durante il viaggio di traduzione da Milano a Roma, benchè guardato da vari questurini, nei pressi di Viareggio egli riusci a sfilare una mano dalle manette e saltare dal treno. In quei dipressi conosceva gente e credeva trovare qualche amico che Io ospitasse temporaneamente e lo aiutasse nella fuga. Il solo "amico" che trovò gli battè la porta in viso ed al povero Ernesto non rimase che passare la notte all'aperto. La mattina seguente fu ripreso con le manette che gli pensolavano da un polso. Il Tribunale Speciale gli conferi l'onore di venti anni di galera, di cui sei passati a Regina Coeli. "Amnistiato", dopo nove anni di carcere, fu relegato al confine sull'isola di Ventotene per altri tre anni. L'armistizio del 1943 lo trovò nuovamente a Regina Coeli, in attesa di un altro processo dal Tribunale Speciale. Usci dal carcere in salute malferma e sua moglie che aveva insistito a sposarlo in carcere, per dargli un periodo di convalescenza prevalse su di lui ed andarono in Svizzera. Non per lungo. Ernesto volle ritornare a Milano e da quel momento combattè in tutte le capacità per quella "Giustizia e Libertà" che è stata l'aspirazione della sua vita. • • • Il Presidente Saragat, nel suo messaggio alla vedova, Signora Ada, (messaggio riprodotto a parte) ha detto che Ernesto Rossi talvolta, "nel fervore della poleniica è apparso giud·ice troppo severn." "La Stampa" di Torino ha detto che Ernesto "fu i,nplacabile, e talvolta acceso nel denunziare abusi e scandali". Implacabile e severo Dawero? Parole e giudizi che denotano la leggerezza con la quale in Italia si tollerano e condonano abusi e scandali. Soltanto denunziando certi mali sociali con la forza e coraggio di Ernesto Rossi si può richiamare la troppo assopita attenzione pubblica su gli . eventi yergognosi che si succedono con ininterrotta monotonia. V.Italia avrebbe bisogno d1 parecchi Ernesto Rossi. . . . Un amico dell'estinto, e mio, ha voluto rendere questo omaggio .... " .. . ed è niorto povero". Ho dissentito dall'amico. Come si possa concepir "morto povero" un uo'!lo che ha lasciato un patrimonio tanto ricco della ~ua_ OJ:?era;. che ha vissuto una v_,~ che rimane limpidissimo specchio per le generaz10111 d1 oggi e le generaz,0111 le pm lontane nel futuro? Di beni materiali è morto povero anche Gaetano Salvemini, alla di cui fonte, tra gli altri, si sono abbevera ti i Rosse lii e il Rossi. . . . . . Chi, quale persona dotata del senso dell'onestà! _della L1berta_ e deUa_ Gmst1Z1a non vorrebbe morir ricca del patrimonio morale e c1v1co che questi uomm, c1 hanno lasciato in eredità? • • • AIJa Signora Ada, a tutte le persone di famiglia, ai superstit! che furono suoi primi compagni di lotta e di pena: Riccardo ~auer, Ferruccio _Parn, Nello Tarquand1 e Francesco Fancello, le nostre s1mpatte ed il noS t ro co rd0 gho. HUGO ROLLANO Firenze, 12 febbraio 1967. 48 CONTROCORRENTE - Boston, Spring 1967

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