Non si è mai pensato di condannare una dittatura per approvarne un'altra. Il totalitarismo è quello che è, e non vi sono distinzioni e riserve da fare, sia esso di marca papalina, democratica e comunista. Non abbiamo nè prenderemo mai le difese di una dittatura. I piccoli e grandi despoti che numerosi si accapigliano per accaparrarsi il potere e che si scannano in lotte fratricide non potranno mai essere l'espressione della volontà dei popoli di cui si contendono il dominio. Con le dittature, con i vecchi e nuovi imperialismi non si può avere nulla in AURORA D'ANGELO Chicago 5 Marzo 1967 Il 26 Febbraio all'età di 58 anni è morta Aurora D'Angelo moglie del comp. Mario Franceschini. Il sottoscritto che ricorda l'agitazione per Sacco e Vanzetti del 1927 non può dimenticare il gesto spontaneo e coraggioso di Aurora, ragazza di scuola di 16 anni di età. Si è nell'ultima fase della agitazione a Chicago un ultimo comizio in una sala affollatissima. Parlarono parecchi oratori biasimando il delitto che le autorità americane stavano per commettere. Dalla platea salta Aurora come una tigre gridando con le parole "non salveremo Sacco e Yanzetti! Ci vuole l'azione. Andiamo in piazza verso il municipio". Si mise avanti seguita da quasi tutti i convenuti al comizio. Ci avviammo verso una strada principale della città. Era d'estate; più si andava avanti più ci si ingrossava. Quanti eravamo? (i giornali ci dissero che erano 4000). Noi crediamo ch'erano il doppio, non importa, era una grande dimostrazione. La polizia come al solito fece il suo dovere con gas lacrimogeni, randelli e manette. La nostra Aurora con parecchi altri furono arrestati e il corteo fu sbandato. La stampa dovette ammettere che fu una grande dimostrazione iniziata da una nuova Giovanna Dare. Negli anni più maturi faceva la maestra dedicata ad insegnare ai bambini deficienti mentali un lavoro che richiedeva molta pazienza. Ha fatto scuola fino al principio di Gennaio, cioè fino a quando non fu più capace di stare in piedi. Le sue attività non erano solo coi bambini ma erano pure con studenti in ribellione contro la guerra in Vietnam e contro la coscrizione militare e soprattutto partecipava alle dimostrazioni antirazziste. A tutti ha sempre dato aiuti morali e materiali. Nell'autunno scorso nell'ultima dimostrazione contro la guerra e il razzismo comune. Questa a dir poco dovrebbe essere, a nostro modo di vedere, la posizione netta degli uomini liberi amanti del progresso, della pace, della libertà e della fratellanza universale. e meno di tutto della vera democrazia. Ci rifiutiamo, in una sola parola, di associarci con i tiranni. Questa noticina è resa necessaria per quel lettore che ha fatto finta di non comprendere e equivocare sulla nostra posizione in merito alle dittature. Come meglio dobbiamo spiegarlo? Il Muratore pur malandata come era, la ritrovammo a marciare in piazza appoggiata al figlio che la reggeva !)er non farla cadere. Abbiamo perduto una ribelle. Armando e Maria Tiberi DANIO BOLELLI Si è spento il 23 dicembre scorso dopo una irrimediabile malattia che, neppure l'intervento di un valente chirurgo, avvenuto otto mesi or sono, potè salvarlo. Aveva 76 anni. Era nato nel maggio del 1890 a Crevalcore in quel di Bologna. Autodidatta, figlio della Rossa Romagna, da giovanotto potè seguire tutte le lotte di quella affascinante regione rivoluzionaria che fin dal 1880 fu uno dei centri più attivi del sorgere del movimento operaio italiano. In quell'ambiente di avanguardia rivoluzionaria si modellò il suo carattere politico. Il suo temperamento leale, spontaneo che molte volte poteva sembrare violento ed irascibile nelle discussioni del nostro gruppo e nell'ambiente antifascista, rivelava però sempre la bontà del suo animo, la limpidezza del suo carattere, fiero, inflessibile, onesto sino alla scrupolo. Seguì le idee anarchiche sul modello del pensiero di Malatesta. Durante la seconda guerra mondiale militò con tutti noi nella Mazzini Society. Emigrò in America nel 1911. Si stabilì nei .pressi di Plymouth, Mass. come lavoratore meccanico. Nel 1922 si trasferì a Lynn dove avemmo il piacere di conoscerlo e stare assieme. Lavorò nella Generai Electric sino all'età che dovette ritirarsi. Gli morì la moglie due anni dopo. Ebbe due figli maschi e due femmine. Lascia un fratello e due sorelle in Italia. A tutti i famigliari sentite condoglianze. N. F. Salvucci Lynn, Mass. 44 CONTROCORREN'f·E - l]oston, Spring 1967
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