Controcorrente - anno XXIII - n. 53 - primavera 1967

tinuerà più di prima nel prossimo futuro, e i motivi sono all'ordine del giorno. Nenni da qualificato pompiere patentato quale ha dimostrato di essere in moltissime occasioni è riuscito e tacitare i ribelli che si agitano a turno in seno al partito riunificato... Moro da parte sua ha fermato la mano dei franchi tiratori del suo partito e cosi sempre a ruote semi-sgonfie il carrettone si è rimesso in moto. Il Senato con 156 voti favorevoli e 14 contrari, e la Camera con 329 favorevoli e 238 contrari hanno riaccordato la fi~uc,a al governo Moro, che era stato messo in minoranza sulla conversione di un decretolegge riguardante il trattamento economico dei dipendenti degli enti assistenziali. Comunque si rimane sempre alla p>Jlitica del compromesso, del tira e molla, d,-1 ti vedo e non ti vedo, fra cani e gatti che da anni si graffiano, si azzannano a vicenda e mal si sopportano. E' cosi che il malumore permane fra le file dei due partiti di maggioranza, i dissensi continuano e 1 sintomi del male che mina la compagine ... scompagginata di questo impuro connubio si fanno sempre più pericolosi. L'ultimo voto ha potuto scongiurare un'altra crisi, ma non ha risolto il dissenso, non ha tacitato i contrasti che sono di natura cronica. Sono previste perciò a breve scadenza altre ventate di tramontana, e così la porta rimane spalancata per gli immancabili prossimi dissidi che sono alla base di questo "pataracchio" nato con la testa e i piedi lega ti. Sorde e ammansite le classi lavoratrici continuano ad attendere e sperare nel miracolo promesso dai santoni scoloriti del socialismo, a rimorchio e in combutta degli spegni moccoli della cosiddetta democrazia cristiana che opera e agisce agli ordini dei chiericuti del Vaticano. Gli italiani, ormai dovrebbero sapere che non si può vivere eternamente di compromessi e di chiacchiere. Occorrono azioni concrete e di coraggio. Bisogna, a nostro avviso, far ritornare gli uomini. .. sulla via della coerenza, del buon senso, e farla finita con questo carnevale politico. E se i socialisti, intendessero voler fare sul serio, debbono ritornare al punto di partenza. Con l'andare su e giù per questo vicolo cieco in cui si sono volontariamente cacciati, è peggio che andar di notte. A Ginevra l'ultima settimana di febbraio, si sono riuniti ancora una volta i rappresentanti delle 17 nazioni che partecipano alla conferenza sul disarmo. In discussione l'imp·ortantissimo ordine del giorno sul tanto discusso problema della non "proliferazione" delle armi nucleari. Si dovrebbe secondo le infinite ciarle che si fanno da anni, a nome e per conto dei governi interessati, e propriamente di quelli che detengono questi potenti, orribili e inumani strumenti di distruzione, raggiungere un accordo per prevenire oltre il dilagare di queste micidiali armi alle altre potenze. Le nazioni imperanti e dominanti nel campo nucleare sono gli Stati Uniti e la Russia, seguite ad una certa distanza dall'Inghilterra, dalla Francia e dalla Cina, mentre il Giappone, l'India, la Germania occidentale, la pacifica ... Svizzera, l'Italia e Israele hanno la possibilità di poter costruire l'orribile ordigno in un prossimo futuro. Tutti gli altri paesi del mondo, come è evidente, o meglio le piccole nazioni si vedono costrette a far dipendere la loro sicurezza e protezione tanto da destra quanto da sinistra, e non c'è da stare troppo allegri quando si deve fare la parte dei satelliti. In questi ultimi giorni più che prima, si parla di possibili accordi tra Russia e Stati Uniti, ma gli ostacoli come altre volt~ lasciano temere che esse non riescano a mettersi d'accordo su un piano di preven7ione, che altre nazioni non debbono seguire lo esempio delle prime, ma arrivare invece a trasformare i loro arsenali nucleari, e applicare queste segrete energie per usi pacifici e a totale beneficio dell'umanità. E' importante annotare che delle cinque potenze nucleari, la Francia e la Cina hanno già nuovamente dichiarato che non sono disposte ad accettare e firmare un eventuale trattato del genere. Un ostacolo di più che certamente se ne dovrà tenere conto e che fra tanti è uno dei più seri impedimenti al raggiungimento degli accordi tanto propagandati. Noi benchè scettici e poco inclini a credere alla serietà e alle buone intenzioni di questa gente che da anni si riunisce 'l Ginevra senza aver ancora cacciato un ragno dal proverbiale buco, rimaniamo in attesa di trovarci smentiti nel nostro pessimismo. Ne saremo lieti e con noi lo sarebbe tutta l'umanità. 40 CONTR0C0RRENTr; - l]oston, Sprin1.7 1967

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