Controcorrente - anno XXIII - n. 53 - primavera 1967

e sociali che troppi cercano di e\"itare, cristallizzando la situazione nella condizione presente. La sorpresa di gran parte della popolazione bianca degli Stati Uniti, quando gli attivisti negri disprezzano le conquiste legali sancite dalle leggi passate in questi ultimi anni, e si agitano per qualcosa, non ben definita in termini legali, la cui ricerca anzi comporta mezzi violenti, è molto evidente, è senza dubbio l'origine dell'irrigidimento della maggioranza bianca per resistere a richieste giudicate esorbitanti. Mesi fa, da queste pagine, ave,amo previsto, senza dover impiegare molto acwne, che la conquista della eguaglianza nel campo dei diritti civili da parte dei negri non avrebbe attutito il pericolo di frizioni e contrasti fra le due parti della popolazione. Che anzi, questa conquista avrebbe soltanto servito a dimostrare più acutamente ancora che, al di là dei diritti civili, stanno diritti umani, su cui ben poco possono faare le leggi: il diritto ad essere trattati senza considerazione al colore della pelle in ogni relazione con ogni altro, il diritto ad una partecipazione alla vita sociale a parità di ogni altro cittadino, il diritto a non essere tacitamente escluso da contatti con altri uomini, il diritto infine al rispetto e al riconoscimento della dignità umana in stretti termini di valori individuali. Avevamo previsto che ogni progresso fatto nella educazione di una parte della popolazione finora neglctt:t. se non sopraffatta, avrebbe solamente dimostrato più chiaramente la crudezza delle ingiustizie, la possibilità che la società moderna ha di offrire una vita più Cncile, degna e ricca materialmente e moralmente a tutti i suoi componenti, se trattati veramente con spirito fraterno. D'altra parte certamente il passaggio di leggi che sanciscono fonnalmen te la basica eguaglianza di tutti i cittadini, salutato come un successo della strategia dell'amministrazione, ha servito a intiepidire l'ardore di coloro che si agitavano per i diritti civili. Le leggi sono fatte, è vero, ma la loro esecuzione è ben lontana dall'essere verificata. Le tattiche dilatorie di ogni gruppo minacciato di veder spazzati privilegi, la debolezza delle organizzazioni governative che dovrebbero controllare che queste leggi non siano ridotte a burlette da sotterfugi e pressioni, l'alleanza tacita fra l'amministrazione e reazionari, imposta dagli equivoci della politica estera di Washington, fanno si che il più delle volte queste leggi restino sulla carta. Ma, mentre le testate dei giornali hanno riportalo a suo tempo con molta evidenza come il Congresso, sotto il pungolo del Presidente, abbia finalmente sancito molli dei diritti civili, ben pochi hanno la pazienza di seguire sui giornali i rapporti sulle angherie che i comitati legislativi esercitano su qualsiasi funzionario che vuole adempiere agli obblighi che la sua carica impone, o sulla inefficienza di uffici legali federali, depauperati di denaro e di personale, incapac, di impedire soprusi sfacciati. . . . Da parte dei negri, è altrettanto evidente che un'atmosfera di delusione, in molti casi di disperazione, sta dilagando. Quanto fondamentalmente occorre ad ogni gr~•ppo oppresso (e cio è valido in America, come· in Asia, come in Africa) non è una lustl'a di eguaglianza politica. li voto è una burla, se con esso non si conquista il rnodo di guidare la società \"erso princ1p1 p,u reali di progresso, se esso non dà il modo di sgominare privilegi, se esso non serv<! ad assicurare i mezzi per una vita decente per ogni individuo. Dalla nre~sio11e creata dalla convinzione che l'eguagliaroza politica non risolve i più urgenti problemi di giustizia sociale ed economica pos~ono s01tan to sorgere le possibilità della aperta rivolta rivoluzionaria. E senza dubbio, in molti giovani negri, questa è l'unica soluzione alla loro disperazione, al problema crudele della loro disoccupazione e del rifiuto della società bianca di accoglierli se non in condizioni di inferiorità. li periodo della "non violenza" è tramontato: esso non ha portato ad altro che a buone parole. Ma, in tutta la nazione, le scuole pubbliche non sono integrate, e non lo potranno essere fino a che il ciclo di miseria, che favorisce iner~ia a riguardo della educazione e incrementa i problemi della irregolarità della costituzione famigliare, non renderà sem· pre più difficile l'adattamento dei lavoratori non specializzati in una società che ogni giorno di più riduce la richiesta per operai manuali. Non lo potranno essere, perchè la barriera eretta fra i bambini delle famiglie che vivono in una atmosfera di calma, circondati da attenzioni di famigliari non assillati ogni giorno dal problema del pane per domani, e quelli che provengono 4 CONTROCORRENTE - Boston, Swi11g 1967

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