Controcorrente - anno XXIII - n. 53 - primavera 1967

re", dell'esilio e della cospirazione chiusa drammaticamente dal Processo GL del 1930. L'antifascismo attivo dei democratici ha avuto in Italia alcune non eludibili bilanci e Il 1924-25 propone non eludibili bilanci e rev1s1oni politiche e morali, la decisione della lotta, prospettive per il dopofascismo. Sconfitta e chiusura col 1930. Guerra di Spagna, assassinio dei Rosselli; più tardi ripresa. Un'Italia non cosi permeata di post-fascismo. e di clericalismo come quella emersa dopo la liberazione avrebbe diversamente onorato uomini che la incorrotta e virile moralità definisce quali eroi, come Riccardo Bauer, Umberto Ceva, immolatosi in carcere, e con essi Fancello e Traquandi. Il 1930 cala sulla vita di Rossi come una serranda inesorabile. Il tormento del carcere e del confino trova sollievo nella meditazione e nello studio, che suggeriscono una più ricca ed approfondita sistemazione del pensiero economico e generose speranze di rinnovamento per un'Europa da ricostruire sulle rovine del nazionalismo. • • • Dopo la libertà anch'egli come tanti cerca la sua strada, la strada della attività pubblica come esercizio di un dovere civile che lo stimolò senza sosta e riposo sino alla morte. Ma per non errare nella valutazione della opera si consideri la scelta dei temi delle sue battaglie: è il tempo, la congiura politica ed economica a qualificarle, non la teoria, ma sono i temi che più incidono sulle malformazioni della società italiana, sulle incrostazioni e cristillizzazione che più ne ostacola il progresso. Sono il complesso monopolio sfruttatore della Federconsorzi, i domini monopolistici dell'interesse privato, i domini burocratici sui conti dello Stato, il controllo sulla gestione pubblica. Battaglie dunque di liberazione, che sono le battaglie della democrazia. Nessuno più indicato di Leopoldo Piccardi, che fu suo stretto compagno in questa lunga intelligente battaglia, e tracciarne il filo logico del suo sviluppo, i seguiti di grande importanza politica, la forza di richiamo e l'influenza ch'essa ha avuto per la formazione di una certa opinione pubblica. E dirà che al centro vi è la illuminata volontà motrice di Rossi, e la sua caparbia e trascinatrice energia. • • • Ne altereremmo la figura se non ponessimo in primo piano nella sua opera la rivendicazione laica, pertinace, insistente come un delenda Carthago, portava per consapevole volontà polemica alla forma della lotta anticlericale. Questo indirizzo giacobino ha origini risorgimentali e salveminiane, ma è parte logica della sua concezione dello Stato e della società, da liberare anch'essa da una oppressione monopolistica, strumento d'interessi temporali. Altereremmo, forse ancor più, l'idea che di lui dobbiamo avere se non tenessimo presente che un certo quadro d'insieme, sviluppato perfezionato nelle varie fasi della sua vita, reggeva la sua attività, spesso febbrile. Egli si era fatto una solida preparazione scientifica, che modestamente quasi celava: gli fu rifiutata la cattedra universitaria che ampiamente meritava, episodio anche questo, uno dei tanti, del monopolio nefasto che anemizza le nostre università esercitato da certa casta accademica. • • • Dagli economisti del liberismo era passato a visioni sociali più ampie polarizzate dalla lettura orientatrice di Wickstead. La libertà, ch'era la sua legge, diventa impostura di scribi e farisei se l'ingiustizia ne paralizza l'uso per tanta parte della società. Rossi senti profondamente il grande richiamo della "libertà dalla miseria", e forse ancor più incisivamente, in una società dominata, taglieggiata, dagli interessi di settore, il dovere della difesa degli "indifesi". Non poteva ,affiancare gli economisti sedicenti puri che non si contentano di indicare il costo delle diverse scelte ma le propongono, e sostengono e non avendo esperienza personale di sofferenza, disoccupazione e miseria, giudicano queste condizioni necessarie ma non rilevanti del sistema capitalista. Qual prezzo si può, si deve pagare per la giustizia, qual prezzo di libertà Difficile complessa e forse anche dura risposta. Vi è un superamento democratico non posticcio ed approssimativo: i lettori dello Astrolabio lo sanno. Ernesto Rossi aveva messo in carta le sue idee generali. Desiderava di completarle, voleva portare a razionale, logica e coerente chiarezza il suo modello. Questa è la sua opera incompiuta. Più tardi, a completarla, forse sarebbe venuto un più compiuto racconto della sua 18 CONTROCORRENTE - Boston, Spring 1967

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