Controcorrente - anno XXIII - n. 53 - primavera 1967

Incitato dalle proteste continua, il Comune requisisce finalmente i primi cd ultimi 200 appartamenti. Con essi si dovrebbe risolvere il problema delle 5.000 famiglie senzatetto accertate da un censimento ufficiale. Sempre in tema di ,·erifiche, l'illuminazione è tornata al 70rt delle abitazioni, l'acqua (non potabile) al 10% ed il gas al 90%, Un primo calcolo dei danni subiti dalla città offre un risultato agghiacciante: 30 miliardi. Nelle vetrine dei negozi spicca la merce alluvionata: "Dalla mota al consumatore". 15 novembl'C. Arrivano altri gio\'ani da ogni parte d'Italia e dall'estero, e subito vengono inviati nei rioni ancora coperti dal fango, a Brozzi, a S. Frediano, a S. Croce e a Gavinana. In pratica i quartieri più colpili sono rimasti per ultimi. In risposta ai numerosi appelli dell'Amministrazione locale. l'UNESCO indice una raccolta di fondi alla quale hanno già aderito cinque paesi nordici offrendo 1.500 milioni. Non sappiamo i modi d'uso di questi fondi nè il loro iter. Sta maturando una protesta per l'insufficienza dei vi,·eri distribuiti: l'assessore Leone è al centro di questi ,·ivaci risentimenti. I Comuni che avevano inviato i mezzi di smassamento cominciano a smobilitare proprio mentre si fa vh·a l'urgenza di pale meccaniche, autopompe e ribaltabili. 16 no,;embre. Il silenzio ufficiale in cui cadono le reiterate richieste di viveri perchè spetti almeno "un boccone a testa", fa esplodere la protesta di Gavinana. alla quale si unirà poi quella di Brozzi. Nella stessa Brozzi continua il recupero delle carogne rimaste nel fango (gabbioni di conigli, polli, maiali e altro). I sette lanciafiamme hanno ripreso la strada di casa senza avere concluso gran che. Dopo a\'er tentato in ogni modo di "legare" col Comune, i rappresentanti popolari si domandano perchè si continua a fare senza di loro, perché si preferisca andare a caso con la distribuzione csclusi,·amentc in mano ai funzionari comunali, mentre il la,·oro dei Comitati \'iene ostacolato. Ma la risposta è pronta: si teme il lapirismo di questi raggruppamenti di marxisti e di cattolici. e per pregiudizi ideologici si danneggia la cittadinanza. Che vi sia questa preoccupazione è più e, idente; ed è in questo quadro che ha visto l'approccio fra l'ECA e l'Arcivescovado allo scopo di mettere fuori gioco i Comitati, nonchè la circolare con cui l'Arci\'escovo richiama i parroci a distaccarsi da tali organizzazioni. 17 11orembre. A sostegno dell'accusa di ritorsione ideologica che si muove alle autorità locali c'è il fatto avvenuto all'aeroporto di Pisa, dove viene ostacolata la consegna dei viveri pro,·enienti dall'URSS, quando a Campo di Marte non ci sono che poche rimanenze. Anche l'attività di smassamento subisce forti flessioni per l'esodo continuo di ruspe e autopompe verso i loro comuni. Fortunatamente ci sono tanti giovani che s'impegnano al limite delle loro !orze, insieme a qualche centinaio di marinai giunti con autobotti a sistola per sciogliere e rimuovere gli ammassi di fango. Dal censimento realizzato dai Comitati risalta la paurosa situazione dei commercianti e degli artigiani. L'elenco dei provvedimenti economici decretati dal Consiglio dei ministri prevede qualcosa anche per loro; ma i mutui promessi appaiono di!flcili da ottenere. Molte imprese dovranno attendere qualche mese prima di riprendere l'attività. Una buona parte degli almeno 20.000 disoccupati ha ripreso il lavoro, ma chi era impiegato nei piccoli laboratori, nei negozi, nei bar, è sicuramente sul lastrico e rischia di non ricevere neppure il sussidio di disoccupazione, se per caso la ditta con ha fatto in tempo a pagare i contributi dell'ultimo mese o ha devoluto la somma direttamente agli operai. Infatti se una ditta ha dovuto aspettare qualche giorno dopo l'alluvione a ritirare le marchette. le ha trovate esaurite; e quando i suoi dipendenti hanno presentato il loro libretto (necessario per ottenere il sussidio), si sono sentiti rispondere che non erano in regola e che pertanto il sussidio non sarebbe stato loro corrisposto. Ad altri disoccupati (vedi il caso di Pontassieve) è stato candidamente detto che, non essendoci fondi sufficienti, il sussidio cui hanno pieno diritto verrà loro corrisposto fra qualche mese. 18 novembre. Il fango non diminuisce e sembra anzi rifiorire: le fogne non ricevono la pioggia che ha ripreso a cadere. Fra i quartieri che più risentono di questo rigurgito è S. Frediano, dove vengono mandate sette autopompe della marina. Tuttavia il venti per cento degli uomini e dei mezzi è già ripartito. Se effettuano le ultime distribuzioni, le quali, dopo le violente proteste dei giorni scorsi, si fanno più laute, se cosi si può dire. Alla verifica degli alloggi in Gavinana risulta che nei primi giorni un centinaio delle ottocento famiglie senzatetto dormi all'aperto. Ma anche ora la vita è ben lontana da ogni parvenza di dignità urbana. A S. Croce, a S. Frediano e a Gavinana, gli interni e i sottosuoli sono ancora pieni di melma. 19 11ovemb1·e. Gli acquedotti sono riparati, tuttavia in alcuni rioni l'acqua giungerà solo ai primi di dicembre. I servizi sono in ripresa per oltre i due terzi. Strano I\ dirsi, è proprio ora che l'opera dei militari prende consistenza: essi infatti in dieci giorni cambieranno il voi to a Gavinana, senza tuttavia che questo significhi uno smassamento generale. Continua la CONTROCORRENTE - Bo.~ton, Spring 1967 15

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