Controcorrente - anno XXIII - n. 53 - primavera 1967

scuola elementare, contraddicendo le decisioni della Giunta che non voleYa utilizzare gli ambienti scolastici. Alla lentezza esasperante e alle contraddizioni delle autorità si contrappongono, per fortuna, i concreti aiuti dall'esterno: alcune province, in prevalenza "rosse", e molti comuni inviano i mezzi che il governo ed i privati (cioè le imprese edili) forniscono in modo del tutto insufficiente, come risulta anche da dichiarazioni degli amministratori comunali. I quantitativi più consistenti giungono o stanno per giungere da Bologna e dal resto dell'Emilia, da Torino, Milano, Genova. Sono tutt'altro che sufficienti, ma se questi mezzi fossero giunti subito la città non sarebbe ancora coperta di fango. Intanto con i sette lanciafiamme a disposizione si tenta di distruggere circa 3.000 carogne. Al Mercato centrale lo svuotamento dei depositi è lontano dall'essere terminato, mentre a Brozzi si sfondano le stalle per estrarne i resti dei bovini. Nelle due zone l'aria è pestilenziale, il fetore si diffonde dovunque fino alla cerchia dei colli. La prefettura, a cui è rimasto il settore dei viveri e del vestiario, è stimolata a una maggiore efficienza e distribuisce più larghi quantitativi di indumenti e coperte: per i generi alimentari, invece, riduce le razioni e, come al solito, non dispone che di poche varietà: se c'è il pane manca il sale e viceversa. Il ministro della Pubblica Istr~zione stabilisce che le scuole di ogni ordine e grado si aprano il 28 novembre. Ci si domanda come e con quale criterio il suo sottosegretario, Elkan, avesse potuto stabilire la riapertura per il 14. 10 novembre. Il Comune dà i primi incarichi per i restauri delle scuole e degli stabili di sua pertinenza. Affigge poi altri fogli murali in cui si invita la cit_tadin_anz8: a vaccinarsi contro eventuali ep1dem1e d1 tifo. Parte dei mezzi di cui s'è detto sono giunti, mentre altri pervengono da Rom_a e da Perugia. Alcune colonne d1 med1c1nali sono bloccate dai prefetti alla partenza. in quanto non era giunta richiesta ufficiale da Firenze. D'altra parte qualcosa di simile è avvenuto anche a un parroco della nostra provincia. respinto con. un camioi:i di viveri all'ingresso della città perche "non ce n'era bisogno". Si ha l'intervento di un nuovo gruppo di giovani raccolti in via Ghibellina. In fatto di abitazioni si naviga nel bmo: a Brozzi molta parte della pop?lazion~ rientra in ambienti fradici e pencolanti, a Sorgane le case sono aperte all'inclemenza dell'autunno inoltrato, in S. C;oce e S. J:'re: diano si continua a vivere m costruz1on1 antichissime, a limite del _croll. A u1; Comitato che chiede la requ1s1z!on~ degh appartamenti sfitti, in Comune s1 risponde che la cosa verrà fatta presente al prc· fetto; la risposta del prefetto sarà che "la situazione degli alloggi non è grave e potrà esser risolta in seguito". Nei rioni più colpiti le razioni continuano a essere circa un quinto del necessario, come testimoniano le tessere verdi introdotte da ogni Comitato ed avversate dal Centro di Campo di Marte. Con i mezzi ora disponibili l'opera di smassamento prende consistenza, anche se il grosso del lavoro rimane affidato soprattutto al prodigarsi dei soldati e alle loro mjsere pale. Il miglioramento è netto, e tuttavia inadeguato. A volte è dato vedere una squadra di poveri soldati rimestare inutilmente il fango e poi, incolonnati per due da un energico sergente, pala in spalla, andare a pestar l'acqua al mortaio cento metri più avanti. 11 novemre. A Brozzi si realizza il difficile matrimonio tra iniziative popolari e rappresentanti del Comune. E' trascorsa una settimana e si tirano i primi consuntivi; da essi risulta, fra l'altro, che alcune zone centrali (via del Leone ad esempio) vedono solo ora le prime ruspe, le prime pale meccaniche, i primi soldati. Risulta poi che Gavinana non è stata ancora affrontata, e che Brozzi annega nel fango; nei due rioni, essendosi l'ASNU dimostrata insufficiente, si comincia a inviare anche dei soldati a qualche ditta privata. La zona dei Ciompi nel quartiere di S. Croce, invece, è trascurata dall'esercito perchè vi opera un Comitato "rosso,, non ancora riconosciuto dal Comune. Se l'ondata di mezzi spediti da province e comuni fosse stata affiancata da un invio equivalente da parte del governo, ci sarebbero strumenti sufficienti. Questo è tanto più grave in quanto fra breve gli stessi Enti locali saranno costretti a ritirare parte dei loro mezzi; nel mentre le ruspe devono lasciare il campo alle pale meccaniche, ed è di queste che vi è carenza. D'altra parte i volontari in azione dal 4 novembre mostrano i segni dell'esaurimento; continuano tuttavia la loro opera febbrile fino a quando non si aggravano: e si aggravano perchè dieci ore al giorno a contatto col fango sono troppe. Finalmente le autorità si accorgono che gli alluvionati a Firenze non ammontano a 1.500: agli ingressi dei Centri lunghissii;ne file sostano in attesa, sono tutti tesserati e sono dunque una riprova della voluta miopia dei calcoli ufficiali. Vengono allora inviati ispettori che cavillano e contestano la validità di alcune tessere, come se distribuissero pranzi natalizi, e con la scatoletta che alcuni medici peraltro sconsigliano di consumare. Mancano ancora acqua, luce e gas, e una parte della popolazione continua a svolgere la s~a attività in condizioni di salute precarie. La giunta comunale rende più severa - ed era tempo - la chiusura del traffico all'interno della circonvallazione. Il medico provinciale rinnova l'invito a bollire l'acqua, un avvertimento 8;bbastanza superfluo per gran parte della città. CONTROCORRENTE - Boston, Spring 1967 13

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