in parte il meccanismo statale inceppato. In sostanza, di positivo si ha questo: il governo dispone due miliardi per le prime necessità; due reggimenti di militari vengono trasferiti a Pistoia perchè non incidano sui viveri; il pane viene fornito al Comune dall'esercito; giungono una trentina di esperti di patologia del libro; giungono altri tredici elicotteri; da Milano e Bologna partono colonne di aiuti; si decide - con sette lanciafiamme - di distruggere le migliaia di carogne affioranti dal fango o chiuse nei depositi. 7 novembre. la differenziazione tra il caos burocratico e il disperato attivismo dei volontari si fa sempre più evidente: i comitati popolari si sono dati una sede e organizzano un'opera sistematica di clistribuzione ed assistenza, mentre la gestione prefettizia è volta a preservare la sicurezza pubblica più che a riportare alla vita la città. I viali di circonvallazione sono percorsi da ambulanze e carri dei pompieri: ciò significa che ci si sta dedicando freneticamente all'opera di salvataggio con due giorni di ritardo. L'opera di smassamento deve essere progettata. Sono i cittadini dei quartieri sommersi a fare presente la drammatica necessità di rimuovere fango e detriti: chiedono ruspe, pale meccaniche, scavatrici, pompe idrovore. ma dovranno continuare ad usare il doloroso cucchiaio delle proprie mani (nel quartiere di Gavinana ad esempio, che conta 50.000 abitanti. per venti giorni lavorarono unicamente due pompe). Infatti la prima azione ufficiale di smassamento viene messa in atto dai militari, con le più che inutili pale, solo nella periferia più larga, a Brozzi, e senza alcun successo. I viveri scarseggiano e vengono distribuiti a vista o in quantitativi irrisori, quando, al Centro del Campo di Marte, non si opponga un deciso rifiuto ai Comitati che vi si rivolgono. Si giunge al paradosso che alcune zone alluvionate riforniscono esse stesse il Centro: cosl è per il comune di Bagno a Ripoli, che invia allo Stadio 220 chili di pane. Intanto i Comitati più solleciti, Brozzi, Porta al Prato e Gavinana, provvedono ad eseguire i primi censimenti, in contrasto con l'Ente di Assistenza che vorrebbe realizzare una distribuzione indiscriminata, chiudendo gli occhi sulla realtà: infatti quando Gavinana presenta una lista di 1_.500 famiglie alluvionate, l'assessore che tiene i collegamenti col rione risponde che una cifra simile non è raggiunta nemmeno nel plesso dell'intera città. Questo atteggiamento nei confronti dei Comitati nasce dal fatto che il Comune intende sostituirli con Centri propri, che in realtà esistono ancora solo di nome. 8 novembre. La situazione è tanto disperata che Bargellini e il vice-sindaco Lagorio trasmettono un appello al paese attraverso la stampa. Ormai la cittadinanza e l'amministrazione locale sono profondamente risentite e impazienti. La Giunta, che agisce tuttora in subordinazione alla prefet• tura, chiede formalmente aiuto ai comuni vicini (ma questi già si sono prodigati fino al limite delle loro possibilità, e comunque non desistono: si pensi che Brozzi e Gavinana dipendono dai rifernimenti di Sesto, Calenzano e Bagno a Ripoli). Poi decide di dividere la città in cinque aree. Guarda caso, all'esercito toccano i due quartieri dove il risentimento è più vivo: S. Croce e S. Frediano. Delle altre tre zone si occupa il Comune. Si decide poi di rimuovere le carogne dalle campagne e dal Mercato centrale, dove la popolazione si difende dal tanfo usando le mascherine. Tra i mezzi impiegati vi sono 157 autopompe, che non possono essere usate nei rioni più colpiti perchè gli ammassi di rottami occludono tohmbini e cantine. In un quartiere si riesce ad ottenere una pompa soltanto "per l'interessamento di un pezzo grosso". Forse lo sviluppo degli interventi avanza, in parte, con questo criterio. Nella zona di Borgo S. Lorenzo, al Mercato centrale, lavorano solo attanta uomini, i quali devono fra l'altro rimuovere le carogne dalle ghiacciaie. Pur di fronte al rischio di una epidemia il medico provinciale rifiuta di consegnare il vaccino antitifico ai comitati di assistenza, e concentra l'immunizzazione in sedi difficilmente raggiungibili dagli alluvionati. La giunta fa inoltre affiggere i primi fogli murali, in cui si fissano alcuni punti della situazione. Il governo si "muove" in favore dei sinistra ti con una cassa di integrazione per gli operai che hanno perduto il lavoro, con anticipi (risibili: 90.000 hre) sulle pensioni degli artigiani, con l'alloggio gratuito per i senzatetto, con la sospensione dei termini di pagamento delle cambiali e, infine con l'aumento di 10 lire della tassa sulla benzina. Grande è il rilievo che viene dato a questi provvedimenti per mezzo dei gior• nali governativi e della Tv. 9 novembre. Dopo uno scontro violento col prefetto, la Giunta riesce a sostituirsi alla prefettura nella direzione del traffico, della pulizia e di alcune attività assistenziali. Sorgono così i primi Centri misti! composti dai Comitati e da rappresentanti del Comune. La collaborazione sarà difficile, e spesso diverrà dissidio: anzi proprio da ora i viveri, già tutt'altro che as• sortiti in alcuni casi vengono ridotti ad un quint~. Se ne ha un esempio a Gavinana, dove per cinque giorni giui:igono ;.500 razioni per 5.000 persone. S1 può citare Brozzi che riceve viveri in ugual misura di Qu~racchi - suo sobborgo - e di Peretola, che è stata appena toccata dal disastro. La protesta documenttaa durerà giorni e giorni, e non otterrà che riparazioni parziali. Altri dissapori fioriscono ~r la scelta delle sedi: a Gavi nana ad esempio esistono già presso la Parrocchia e la C~sa del Popolo, ma l'assessore Speranza esige che il Centro si organizzi nella locale i2 OONTROC6RRENTE - Boston, Spriiig 1967
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