Controcorrente - anno XXIII - n. 52 - inverno 1967

cio delle attività anarchiche, col proposito di ricercare i mezzi idonei per una propaganda più efficace. Colla costituzione dei G.A.A.P. (gruppi anarchici di azione proletaria) e col loro precipitoso epilogo, il MA perse una parte della sua vigorosa linfa giovanile. Così, nel 1950 ad Ancona, gli anarchici si pronunciarono sul fenomeno OAAP, che portò alla risoluzione in cui veniva confermato il concetto anarchico, che il MA è aperto alle molteplici vedute, accomodate nell'orientamento antiautoritario e non strutturato in organizzazione, dove cioè trovino sede le volontà di lavoro anarchico. A questa dichiarazione di principio seguirono scambi di opinioni ed interventi che interessarono tutti i compagni d'Italia e, nel 1953 a Civitavecchia, constatata la natura contrastante dei GAAP coi principi anarchici, fu decisa la defezione gaapista dal MA. Quindi fu ripreso in esame l'argomento della organizzazione e fu convenuto che: '·L'anarchismo pone la questione dell'associazione in ragione della sua natura solidarista, che non può cadere nella contraddizione di sopprimere l'autonomia dei gruppi e degli individui, per la sua natura che nega ogni ente superiore, che sovrasti la collettività e si sostituisca alla vita autonoma dei gruppi".- Nonostante la chiarificazione congressuale di Civitavecchia, si lavorava alla formazione di una corrente di disturbo alle attività imarchiche, nell'intento (da parte di quei fautori) di guadagnare la convinzione dei meno informati fra noi, col riproposilo gaapista di dare alla FAI una organicità strutturata, nell'intesa coordinata delle attività, delle iniziative e di tutti i lavori anarchici che ad essa dovevano convergere. E fu anche sollecitata la convocazione di consessi nazionali a scadenze fisse, come necessità organizzativa del complesso strutturato. Nel 1957, a Senigallia, gli anarchici risposero che i congressi nazionali sono convocati quando particolari esigenze del MA lo esigano, perciò non a data fissa. Quel congresso elaborò pure l'importante mozione in cui si diceva che durante la preparazione di un congresso anarchico non si deve ricorrere a manovre per far prevalere una corrente su un'altra. Pertanto, diceva la volontà di quei congressisti, non possono esistere vittorie di maggioranze nè sconfitte di minoranze fra gli anarchici, nè unanimità fatte di compromessi, minacce, equivoci. Quindi la ricon(erma che gli incal'ichi sono assunti volontariamente, nell'auspicio che tutti i compagni diano la propria solidarietà per lo sviluppo delle varie attività anarchiche. All'uopo fu anche prospettata la attuazione dei gruppi di lavoro. Considerando che le attività borghesi fiorivano, illudendo gli oppressi in un falso benessere generale che li distoglieva dalla lotta emancipatrice, sulla quale insistevano gli anarchici. Visto che lutti i partiti politici avevano fatto le più vergognose concessioni al privilegio, complici le pedisseque organizzazioni sindacali. Constatato il diminuito interesse popolare alla sollecitazione delle nostre attività: nel 1961 - a Rossignano - si fece il punto sulla nuova situazione, mettendo a fuoco le varie difficoltà che ostacolavano la nostra opera e venne rivolto un appello a tutti gli anarchici per un maggior impegno volontario alle iniziative locali. Mentre per la FAI veniva sollecitata la formazione di una CdC (commissione di corrispondenza) allargata alle varie federazioni ed ai militanti più attivi, comunque raggruppati, per portare la partecipazione del MA a tutte quelle iniziative che non risultassero disgiunte dalle nostre caratterizzazioni ideali. Anche a Rosignano fu spezzala una lancia per l'organizzazione quando i congressisti si rivolsero ai compagni proponendo che le eventuali modifiche all'andamento federativo anarchico dovevano essere oggetto di discussioni sulla nostra stampa, all'uopo aperta a tutte le correnti del Movimento. Gli eventi esterni incalzavano, ma la questione cubana non colse di sorpresa gli anarchici italiani. Il contenuto di un manifesto pubblicato su UN fu motivo di ripresa ostile per parte di una cocciuta fazione, nei confronti di meglio orientati al sistema associati"o anarchico. E tanto tuonò che piovve ... sul bagnato! Nel 1962 si riunl un convegno nazionale a Senigallia, dove gli anarchici convenuti rilasciarono a proposito la seguente dichiarazione: "Il convegno approva la relazione Borghi sull'argomento e ribadisce la chiara ed inec1uivocabile posizione tempestivamente adottata dalla stampa (UN, Volontà, ecc.) e dei gruppi anarchici italiani. A questo punto credo doveroso informare che a quel convegno parteciparono di persona anche: Damonti, Failla, Geminiani, Mara. Mantovani, Margarita, Marzocchi, Mazzucchelli, Riggio, Siracusa, Tommasini, Tota, Turci • CONTROCORRENTE - Boston, Winter 1967 9

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