Controcorrente - anno XXIII - n. 52 - inverno 1967

Sono cinquant'anni che Bakunin è morto, quasi cinquant'anni da quando io lo vidi l'ultima volta a Lugano già colpito a morte dall'infermità e ridotta l'ombra di se stesso (egli mi diceva tra il serio ed il faceto: "Caro mio, io assisto alla mia dissoluzione"), eppure il solo pensare a lui riscalda ancora il mio cuore e lo riempie di giovanile entusiasmo. Chè questo fu soprattutto il gran valore di Bakunin: dar la fede, dar la febbre dell'azione e del sacrifizio a tutti quelli che avevano la ventura di avvicinarlo. Egli stesso soleva dire che bisogna avere il diavolo in corpo <le diable au corps); ed egli l'aveva davvero, nel corpo e nello spirito, il Satana ribelle della mitologia, che non conosce dei, non conosce padroni e non si arresta mai nella lotta contro tutto ciò che inceppa il pensiero e l'azione. Io fui bakunistla, come lo furono tutti i miei compagni di quelle, ahimè! ormai lontane generazioni. Oggi - e già da lunghi anni - non mi direi più tale. Le idee si sono sviluppate e modificate. Oggi trovo che Bakunin fu, nell'economia politica e nell'interpretazione della storia, troppo marxista; trovo che l·a sua filosofia si dibatteva, senza possibilità d'uscita, nella contraddizione tra la concezione meccanica dell'universo e la fede nell'efficacia della volontà sui destini dell'uomo e dell'urnaLOSPIRITO Come tutti sanno lo Spirito è l'opposto della Materia. Di spirito e di materia (cosi dicono( è fatto l'uomo, e nel petto della creatura umana spirito e materia si contendono il passo, l'uno per portarne l'anima ai lidi celesti, e l'altra per portarla agli inferi. E come l'uomo singolo, cosi il mondo intero è la posta della gigantesca lotta, diviso com'è tra Spirito (o Civiltà bimillenaria) e Materia (o Barbarie orientale). Che lo spirito sia eterno e immortale, e che la Materia sia la sua implacabile nemica è cosa che non sappiamo: si tratta di un mistero, e lo lasciamo a col-oro che dei misteri si occupano. Ciò che sappiamo e ciò che vediamo con i nostri occhi, è il fatto reale che la vita umana e la storia stessa sono dominate dalla lotta fra l'Intelletto e la Natura, cioè, in questo senso, tra Spirito e Materia: lo Spirito cerca di comprendere la Materia, di ,piegarla alle esigenze, di dominarla, di conquistare la propria libertà: la Materia cerca di imprinità. Ma tutto questo importa poco. Le teorie sono concetti incerti e mutabili; e la filosofia, fatta generalmente di ipotesi campate sulle nuvole, ha in sostanza poca o nessuna influenza sulla vita. E Bakunin resta sempre, malgrado tutti i possibili dissensi, il nostro grande maestro ed il nostro forte ispiratore. Di lui è sempre viva la critica radicale del principio di autorità e dello Stato che lo incarna; viva è sempre la lotta contro le due menzogne, le due forme colle quali si opprimono e si sfruttano le masse: quella democratica e quella dittatoriale; e viva è la confusione magistrale di quel falso socialismo ch'egli chiamava addormentatore, e che mira, cosciente o incoscientemente, a consolidare il dominio della borghesia addormentando i lavoratori con vane riforme. E vivi sono soprattutto l'odio contro tutto ciò che degrada ed umilia l'uomo e l'amore illimitato per la libertà, per tutta la libertà. I compagni pensino alla vita di Bakunin, che fu tutta piena di lotte, ideali e pratiche, che fu tutta quanta un esempio di devozione alla causa della rivoluzione, e cerchino, cerchiamo tutti, di seguirne le orme gloriose, sia pur da lontano e ciascuno secondo le sue facoltà e le sue possibilità. Errico Malatesta gionare lo Spirito, di impedirgli di svilupparsi, di renderlo suo schiavo. Queste sono le premesse alla divisione del mondo in Civiltà, cioè Spirito, e Barbarie, cioè Materia. Senonché, guardiamoci in· torno. ci accorgiamo d'una cosa stranissima: là dove domina la Civiltà, là dove regnano i legittimi rappresentanti dello Spii,ito, milioni e milioni di uomini sono oppressi dalla materia, sono schiavi delle necessità materiali della vita, vivono senza alcuna luce spirituale, perchè tutti i loro sforzi si esauriscono nella lotta per il pane quotidiano e non rimane loro nè tempo né voglia per occuparsi di Arte, di Scienza; e l'intera società che da mane a sera esalta lo Spirito è fondata sul denaro, cioè sulla Materia. Invece là dove domina la Barbarie, là dove regnano i brutali rappresentanti della Materia, si aprono scuole, si moltiplicano le biblioteche, si riducono le ore di lavoro, e milioni di uomini emergono alla vita intellettuale, con lo spirito reso libero dalla sicurezza della vita materiale. Al lettore la spiegazione di quesl a curiosa faccenda. G. F. CONTROCORRENTE - Boston, Winter 1967 7

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