Controcorrente - anno XXIII - n. 52 - inverno 1967

suo primo n1inistro in n1omenti catastrofici? Può darsi anche questo sia un primato che spetta all'Italia. • • • Nei pr1m1 giorni della catastrofe, anche dopo le esortazioni di Saragat, i lavori per liberare la città dalla melma accumulata sembravano destinati ad eterna durata. Scarso il numero dei bulldozers; poche ruspe; pochissimi camions ed appena un pizzico di due reggimenti di militari promessi per lo sgombero del fango, delle centinaia di automobili capovolte e ridotte a ferraglia e detriti di ogni specie. Gli studenti stranieri, di ambo i sessi, in maggior parte americani, fin dal primo momento si sono uniti a quelli italiani, a prestar opera di ricupero di valori artistici in musei e chiese; al salvataggio di tutto il possibile dei tesori del sapere alla Biblioteca Nazionale ed alle altre colpite. Questo lavoro continua ininterrotto da otto giorni, e chissà quanto continuerà ancora. Ci son volute proteste e proteste, per scuotere il torpore di chi avrebbe potuto inviare a Firenze uomini e macchinario pesante per pulire in fretta la città ed evitarle il rischio di qualche grave epidemia. Mezzi volontari son giunti da molte città à'Italia e dall'estero; segno magnifico della solidarietà umana. Incomprensibile e misterioso rimane 1iassenza degli americani quartierati vicino Livorno, a poco più di un'ora da Firenze. Corrono insistenti le voci che persona assai autorevole non ha voluto permettere la loro presenza. E' uno di quei misteri che mi propongo di solvere. Perchè, i mezzi di quel piccolo reparto dell'esercito americano tiene accumulati sul territorio che occupa, sarebbero stati di non poco aiuto nell'opera di ripristinare la città al suo stato normale. Almeno esteriormente. Quel che rimarrà da fare dove l'occhio pubblico non penetra, occuperà dei mesi, degli anni. • • • Una città di circa mezzo milione di abitanti, per alcuni giorni è venuta a mancare di quasi tutto. La gente si assiepava alle panetterie e finanche lo zucchero fu volontariamente razionato dai venditori. Ora. dopo nove giorni dal sinistro, ancora 1nanca l'acqua nelle case; in molte manca la luce, il gas ed il telefono. Nei preziosi giorni m cui è mancato di tutto o c'è stato poco, troppo poco, una cosa sola abbondava. Abbondava la pazienza e !a coraggiosa calma del popolo fiorentino. Spettacolo bello e commovente nella tragedia: la solidarietà con la quale fin dal primo momento, questo popolo che ordinariamente sembra posseduto da un individualismo disordinato e menefreghista, ha saputo fondersi nello sforzo comune per salvare il salvabile, liberando sè stesso dalla morsa degli avversi elementi. Il popolo di Firenze, tanto malmenato, ha reagito con forza e coraggio ed ha vinto la sua grande battaglia prima che giungessero i tanto necessari soccorsi. Soltanto chi si dà per vinto perisce. • • • Siamo al nono giorno dal disastro. La città ha incominciato ad assumere la sua vecchia fisonomia. Rimangono pochi dei grandi ingorghi di fango e rottami. Dagli scandinati si pompa acqua dall'odore pudrescente e si tira fuori fango. Molto rimane da fare e certa lentezza è causata dalla mancanza di acqua e luce. In alcune vie si accendono ancora grandi falò per distruggere mobilio fracassato, materassi e masserizie marcite e carogne di bestioline domestiche annegate. L'altro ieri bruciavano due grandi fuochi in via San Niccolò, nei dipressi del "Bisonte", anch'esso allagato e parzialmente distrutto. • • • Quanti sono stati coloro che a Firenze han trovato la morte nella inondazione, nessuno lo dice. I giornali accennano a 18. Un conoscente mi ha assicurato che giorni or sono, all'iobitorio lui ne ha contati 67. Altri fanno giungere il numero a 160 ed oltre. C'è di esagera e chi cerca nascondere. La scusa è sempre quella di non voler sconvolgere il pubblico. Povero pubblico, considerato eternamente fanciullo! Eppure, quando è stato confrontato da disastrosa avversità, ha saputo essere tanto coraggioso e maturo. • • • Il governo risarcirà i danneggiati. In parlamento si discute. Si chiacchiera e si chiacchiera. Si discutono leggi e leggine. Ci sono altre regioni al nord, colpite da r.ubifragi e maree da soccorrere oltre Firenze e la Toscana. Il disastro nazional·• ha colpito un'area abitata da oltre sei miCONTROCORRENTE - Boston, Winter 1967

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