padrone possono interrompere, impedirgli di farlo a qualsiasi punto dell'operazione. senza che la macchina possa ribellarsi di farlo. La macchina non può cambiare da sè il genere di produzione per la quale è stata specialmente creata, secondo bisogni differenti, bisogni nuovi, come l'uomo è capace di fare, servendosi del medesimo tornio, fresa, ecc., per produrre migliaia di pezzi differenti l'uno dall'altro a suo piacere e capriccio. Chiara dimostrazione che l'automazione può produrre solamente ciò che gli comanda il cervello dell'uomo, mentre l'uomo determina se stesso ciò che vuole fare e ciò che vuol far fare alla macchina. La macchina da sola non può nemmeno iniziare, senza il cervello dell'uomo, nuove ricerche, fare nuove invenzioni, provare, applicare, esperimentare, analizzare coscientemente. Solamente quando è stata istruita dall'uomo può duplicare queste operazioni e tirarne delle conclusioni, sempre secondo le istruzioni ricevute. Ed in tutte queste attività la macchina non ha alcuna coscienza di quello che fa, perchè la macchina non sente, non pensa, non sa pensare, non può pensare da se. L'uomo è sempre il maestro, la guida, l'intermediario l'iniziatore di tutto quello che fa e gli è permesso di fare dall'uomo. Senza di lui nulla di nuovo si crea di coscient~- mente creato. Perchè la macchina non ha autonomia nelle proprie azioni. CHI SI VEDE La macchina, quindi, è la schiava dell'uomo, non l'uomo lo schiavo della macchina. E così sarà sempre fin che la macchina acquisterà un cervello. L'uomo, perciò, sarà necessario, come pensatore, come produttore. Perchè è forse solamente attraverso il suo meccanismo che il mondo ha preso coscienza della sua esistenza. BENEDETTO IL DOLCE FAR NIENTE! " iniamo con una nota allegra. Lo dico subito: Il mio ideale non è il lavoro, ma il godimento della vita. E per godere la vita ci vuole l'ozio. La prima aspirazione del lavoratore non dovrebbe perciò essere quella di legarsi ad un lavoro manuale qualunque, chiudersi in una fabbrica, rompersi la schiena sul solco, respirare i miasmi delle mine, ed altri simili brutalizzanti e micidiali lavori; ma quello di lasciare il lavoro alla macchina e poi salvare l'energia per procurarci le gioie del dolce far niente, che significa la libertà di disporre della nostra vita a nostro piacere. E l'automazione è il mezzo ideale ed il meno rischioso anche per i lavoratori, anche per i provvisoriamente spossessati delle ricchezze, per catturare questo dono immenso del dolce far niente. E chi non conosce questa gioia non ... vive! Poveri coloro che all'idea che non potranno più lavorare diventano nevrastenici! ... Che hanno nella zucca? ... Brand sospeso l'invio di CONTROCORRENTE deve attribuire la causa ai nuovi regolamenti postali. Una recente ispezione di agenti postali federali, ci ha reso edotti che i nuovi regolamenti non ci permettono la spedizione indiscriminata di copie di saggio, come nel passato. La miglior maniera per assicurarsi di ricevere copia regolarmente, è quella di versare l'abbonamento anticipato. I compagni che sono intenzionati di rendersi utili a CONTROCORRENTE, ricordino che la maniera più efficace è quella di introdurre la rivista ove non circola ancora, e di indurre gli amici ad abbonarsi. Se ognuno farà il proprio dovere in breve CONTROCORRENTE raggiungerà la circolazione che merita. A tutti Grazie. CONTitOCORRENTE vuole essere letta. E' necessario l'aiuto di coloro che la ritengono efficace. La rivista e' una Iniziativa volontaria. Le spese di CONTROCORRENTE sono due - quelle di stampa e quelle di spedizione. Tutto Il resto e' lavoro volontario, fatto di fede. La nostra sola fede non e' sufficiente. Occorre altro per far vivere una rivista di battaclla che tira frecciate In opit direzione. Se OC'tli abbonato si lmpe~ di fame un altro, Il nostro problema sar,ebbe risolto. Cl , metterebbe In condizioni di Intensificare le frustate. Lettore, coopera In quest'opera di epurazione sociale. 18 CONTROCORRENTE - Boston, Winter 1967
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