Controcorrente - anno XXIII - n. 52 - inverno 1967

gli mellessimo le mani. Si può dire, quindi, che poca automazione schiavizza ancora, totale automazione libera. Oppure mezza automazione schiavizza a metà, totale automazione libera totalmente dalla fatica. ALIENAZIONE DAL LAVORO E DA NOI STESSI? E' una delle accuse principali che si !a all'automazione da parte dei partigiani della vita semplice basata sullo sforzo personale delle mani. Dalle loro imprecazioni si dedurrebbe che nel periodo pre-industriale le relazioni fra il produttore ed il prodotto che usciva dalle loro mani era un'attività d'innamorati che si esercitava in un mondo di gioie. Più innamorati di tutti si sentivano verso gli artigiani, che considerano tutti come artisti che creavano continuamente delle opere d'arte. Quelli si che non erano alienati dal loro lavoro e soprattutto non alienati verso se stessi, perchè a quanto pare non producevano che cose di loro gusto che gli dava immensa soddisfazione, anzi cose di loro creazione. Forse qualcheduno degli artigiani faceva questo, ma quanti? L'uno il due per cento della massa che lavorava? Forse il contadino si sente alienato dalla vanga perchè il trattore lo ha sostituito nel vangare? Il minatore alienato dal piccone perchè la perforatrice lo ha spiazzato? Il manovale alienato dal badile perchè le scavatrici han reso il suo badile inutile? Che, le loro relazioni erano forse d'innamorati? Che vi era da sprecare amore sulla vanga, sul piccone e sul badile? Questi istrumen ti eran più vicini ai loro ... cuori? Eran più creativi delle macchine che le hanno sostituiti? Il paesano, il minatore, il manovale faceva lavori più d'artisti di quello che fanno ora magari manovrando, guidando, dominando sulle macchine che hanno la ... gentilezza di faticarsi perchè essi possano riposarsi? L'alienazione dal lavoro e da noi stessi è un altro dei miti che dobbiamo esplodere se vogliamo progredire verso la conquista dell'ozio, e perciò della libertà dal lavoro manuale rutinario. Nel non lontano passato il 90 per cento dei lavoratori non erano che dei manualacci forzati a fare dei lavori brutali e idiotizzanti; oggi il lavoratore è davvero in cammino verso la sua emancipazione dalla necessità di sprecare gran parte della sua vita per soddisfare i suoi bisogni essenziali. Grazie all'automazione. E' quindi dal lavoro manuale che veniamo alienati? E chi se ne frega? LA MACCHINA ELIMINERA' LIUOMO? Come può farlo se la macchina è una creazione dell'uomo? Come può farlo se la macchina non respira senza il respiro dell'uomo? Come può farlo se è l'uomo che trasse la macchina dal nulla ed al nulla la può esiliare con un solo atto di volontà? No, l'automazione non renderà l'uomo inutile, perchè la macchina non ha coscienza della propria esistenza. Non sente, non decide, non pensa. La macchina può riprodurre degli oggetti, ma non può pensarli. Essa ha una vita sola, quella che l'uomo gli ha dato, non come l'uomo che ha cento variazioni di vite e le può moltiplicare a volontà. La macchina deve essere istruita dall'uomo prima di poter produrre. Senza istruzione non può, non sa agire. La macchina per agire deve ricevere l'im'beccata da parte di un cervello che la guidi: sempre l'uomo. E questo cervello fino ad ora è solo lui che glielo può prestare, solo l'uomo lo possiede. Cosicchè forse ancora per secoli a venire, e forse per sempre, l'uomo sarà necessario, perchè solamente l'uomo ha coscienza delle proprie azioni. Di quello che fa la macchina non lo sa. La macchina una volta istruita e legata e imbrigliata dalla volontà dell'uomo può riprodursi. Ma non all'infinito come fa lluomo. Solamente fino a quando i pezzi gli si guastano. La macchina può riprodurre altre macchine, ma non può riprodurre se stessa, come fa l'uomo, per un atto di volontà propria. Non può nemmeno Iniziare alcunchè di nuovo, cambiare la marcia una volta in cammino, per mezzo di azione volitiva propria. Può riprodurre solamente ciò che è stata istruita, comandata. imposta di eseguire. Non può rifiutare di ubbidire, come l'uomo può farlo, perchè la macchina non ha nè cervello, nè volontà propria. Anche di quelle che gli sono prestate non ne è cosciente. Può memorizzare un'Infinità di dati, ma non può rigurgitarli per volontà sua. Deve essere comandata di farlo, e la volontà e l'intelligenza dell'uomo che sono il suo CONTROCORRENTE - Bo.,ton, Winter 1967 17

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