Controcorrente - anno XXIII - n. 52 - inverno 1967

Poche statistiche ci illuminano chiaramente sopta questo fenomeno sociale. Quotando a memoria, solamente 50 anni fa vi erano 25 milioni di contadini negli Stati Uniti e la popolazione non era che di 140 milioni. Oggi con quasi 200 milioni di popolazione i contadini sono discesi a poco più di 7 milioni. .\nche gli operai occupati nelle industrie sono discesi dal 60 per cento al 45 per cento, mentre quelli occupati nei cosidetti "servizi", che comprendono le finanze, il commercio, le assicurazioni, proprietà immobiliari, professionisti, commercianti, ed impiegati privati e governamentali sono montati dal 40 al 55 per cento. Dal 1929 solamente sono aumentati da 18 milioni a 38 milioni. Oggi, ad esempio, vi sono disoccupati assai nella costruzione di case. mentre il New York Times della domenica porta da 40 a 50 pagine intiere di richieste di impiegati vari che gli risulta d!Cllcile trovare. L'impiego, quindi, si è spostato. Disoccupazione in certi lavori, mancanza di lavoratori in altri. Molti lavoratori invece di mettersi a piangere perchè qualcheduno di loro perde ii lavoro a causa dell'automazione, dovrebbero prepararsi ad essere più ... e.astici coi mestieri e rendersi idonei per poter saltare da un mestiere all'altro. Comparate alle 14 ore giornaliere che l'operaio dall'infanzia in su era forzato a lavorare prin1a dell'inizio dell'industrializzazione, e poi ancora per morirsi di fame, privarsi anche dell'indispensabile e Yivere in condizioni peggiori delle bestie, oggi le sette e otto ore che si lavora si può dire che la rivoluzione sociale è già a metà realizzata. Dalla macchina, non dalla nostra lotta rivoluzionaria, per ben che urli il doverlo riconoscere. E l'automazione è quella che nel prossimo futuro realizzerà la rivoluzione liberatrice del lavoratore malgrado nostro ed a dispetto pure di molti rivoluzionari che gli si oppongono. E coll'automazione la perdita dei pochi è il guadagno dei molti. L'ORRORE DELL'OZIO E' cosa da ridere. Debbono avere la testa ben vuota coloro che soffrono quando non possono lavorare per un padrone. Gli si è cantato su tanti toni che il lavoro /> una necessità, che il lavoro è un dovere sociale, che il lavoro nobilita, e queste povere creature schiave si sono lasciate infinocchiare dalla propaganda interessata di coloro che sono i padroni del ... vapor. E' curioso notare che quelli che più gridano sulla nobiltà del lavoro sono i parassiti che non hanno mai fatto nulla in tutta la loro vita eccettuato divorare quello che gli altri hanno prodotto. Sono bene da compiangere coloro che non possono vivere che sotto la condizioni di schiavi del lavoro, a che mancandogli questo credono che gli manca ogni scopo per vivere. La lotta sociale ha un valore quando si lotta per la conquista dell'ozio, non ciel lavoro abbrutisce, altro che nobilitare! E è quello di riposarci, non di massacrarci dal lavoro, soprattutto quando questo laYoro va in maggior parte per beneficio dei nostri padroni. Se si è conquistato l'ozio, allora si è liberi di creare per noi le attività che contribuiscono alla nostra felicità e alla nostra libertà. Il lavoro non nobilita staffile di un padrone. lavoro abbrutisce, altro che gli schiavisti non ci tnrci delle frottole. L'AUTOMAZIONE E' REGGIMENT AZIONE? se è fatto sotto lo Questo genere di che nobili tare/ E vengano a racconNon lo può essere. Se ci incatenasse nlla macchina più ore di quello che ia,·oravamo prima d'introdurre la macchina. allora si che verremmo incatenati ancora cli più al nostro giogo. Ma ogni istrumento che ci aiuta a diminuire le ore che dobbiamo sprecare in produrre per soddisfare le nostre necessità materiali ci libera dalla nostra schiavitù e ci permette più ore di libertà personale. No. non siamo in processo di spersonaJiz. zazione cau,,atoci dall'automazione. E meno ancora siamo in processo di divenire dei robot per colpa dell'automazione. Nel periodo pre-automazione l'operaio, sì, che era in un certo modo attaccato alla macchina perchè senza di lui questa non poteva camminare da se. Coll'avvento della cibernetica gli elettroni fanno il lavoro clell'uomo. Essi sono venuti a sostituirlo cd un lavoro può essere completato senza il suo intervento. Quando le macchine erano ancora imperfette l'uomo era forzato di scr• vire come cinghia di trasmissione. Mancava un anello alla catena, un dente all'ingranaggio e noi eravamo quell'anello e quei dente. Senza di noi la macchina non produceva. Non teneva gli organi per "memorizzare" sufficiente istruzioni per presentare un prodotto finito senza che noi 16 CONTROCORRENTE - Boston, Winter 1967

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