re, che vì può essere un'altra Yita migliore di quella che a stento hanno vissuto tino ad ora. E' con questi corpi morti che l'anarchismo non ha fortuna, ed è senza di loro che noi dovremo seguire il nostro cammino verso un più brillante futuro. Ferchè l'anarchismo è formato di avventurieri che non temono l'imprevisto, di esploratori di terreno vergine, impazienti, audaci, iconoclasti, esperimentatori continui, e che considerano l'immobilismo morte preventiva. La rivoluzione liberatrice che sta in corso e che nessuna forza retrograda potrà arrestare; questa rivoluzione senza schioppettate e senza cadaveri è: l'automazione! E' la rivoluzione con un minimo di vittin1e e di benefici permanenti. Ad essa, malgrado gli annunciatori di cataclismi, io alzo il mio saluto di benvenuta! DA BESTIA A UOMO Che si dica quello che si vuole. L'_uomo prima dell'arrivo della macchina che gli ha tolto il peso dalle spalle, non era che una bestia da soma. Tutto lo doveva fare da se senza nessun ausilio. Ogni cosa, ogni bisogno che doveva soddisfare lo doveva fare colle proprie mani, colla propria fatica, e di sovente col proprio sacrificio. L'idillio, il romanzo dell'uomo primitivo colla natura vergine che gli forniva tutto per soddisfare i propri bisogni non è che una fantasia. Nulla veniva semplice all'uomo primitivo. La natura non è tanto generosa quanto si crede. Ogni dono che da, l'uomo glielo deve strappare colle unghie e col proprio sangue. Non vi è nemica più taccagna della natura verso l'uomo, quando è allo stato vergine. E bisogna ricordarsi che l'uomo primitivo non era il solo a contendersi i pochi frutti delle foreste vergini. Aveva un'infinità di concorrenti, ed alcuni di quelli tanto agguerriti come lui. Se ne è uscito il vincitore è dovuto solamente alla sua intelligenza, alla sua inventività. Forse, anche. alla sua brutalità, alla sua mancanza di scrupoli, insorpassati dalle altre specie animali. LA CONQUISTA DELL'ABBONDANZA Il giorno che l'uomo inventò il primo istrumento che doveva servire come estensione della sua forza fu l'inizio della sua liberazione dalla natura che lo teneva prigioniero. Aveva trovato un alleato per combattere le sue battaglie, ed un alleato docile e con possibilità infinite. Il giorno più auspico della sua vita fu il giorno che inventò la ruota. Quello fu davvero un colpo geniale da parte sua che di colpo lo separava dagli altri animali mettendolo al disopra di loro. Questo colpo moltiplicava le sue forze centinaia di volte, e da quel momento il suo orgoglio ebbe una giustificazione e potè permettersi la boria di considerare gli altri animali con un certo disprezzo per l'immobilità nella quale le loro abitudini erano gelate. Colla ruota sola l'uomo produsse meraviglie. Aveva iniziato il cammino verso una vita migliore di quella nella quale per millenni era stato condannato a vivere. Aveva fatti i primi passi sul cammino della abbondanza, della vita ricca, perchè trovava più facile soddisfare i propri bisogni. Che poi questa invenzione meravigliosa dovesse cadere sotto il controllo di esseri malvagi, non annulla la gloria del genio umano. Le possibilità del progresso erano nate, il suo usufrutto iniziava un'altra storia. Quando poi nel corso di pochi secoli dal cervello dell'uomo uscirono migliaia di altre invenzioni in forma di istrumenti, macchine, speculazioni e sogni che vennero ad aumentare ancora i prodigi della ruota, la liberazione dell'uomo, il progresso dell'uomo da bestia da soma, da vita vegetativa a vita ricca di godimenti infiniti in sfere variate fu in processo di realizzazione. L'agricoltura potrebbe sconfiggere la fame che ancora regna in molte parti del mondo; l'uomo ha sventrato il pozzolo che lo teneva incatenato, isolato nei confini della sua località e si è messo a scorazzare su tutte le vie del mondo; la scienza, l'arte, la coltura sta diventando patrimonio di lutti, anche per, fino ad ora, gli abbietti del mondo; e la conquista del riposo, che non è altro che la conquista della libertà personale, sta sulla soglia dell'avvenire. Non vi è che da prenderla. LA MACCHINA SCONFIGGE LA MORTE Guardiamo all'epoca pre-induslrialc, al tempo che l'uomo in gran parte era ancora bestia da soma, e doveva strappare alla natura il sostentamento della sua vita collo sforzo delle sue mani ed il sudore della sua fronte. Voltaire, meno di due secoli fa, lasciò scritto che la vita media del contadino del suo tempo era solamente di 23 14 CONTROCORRENTE - Boston, Winter 1967
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