al castrismo, colla sua servile apologia di tutto ciò che il dittatore Castro stava facendo in Cuba, senm una condanna franca e sincera dell'orribile repressione di ogni opposizione che stava sopprimendo con assassinii e imprigionamenti. Poi assistei ad una sua partecipazione ad una teach-in in una scuola nella quale lui era presentato come la stella principale della serata. Ebbene, tanto il teach-in, come lui fecero schifo! Fu una frode completa in favore del totalitarismo comunista. Gli organizzatori non cercarono nemmeno di mantenere la parvenza della "neutralità". Dal principio "professore" dopo "professore" s'industriarono a scusare o a fare l'apologia del comunismo. E lo fecero apertamente, svergognatamente senza nemmeno curarsi di preserviare le apparenze del teach-in. Fu uno sfacciato comizio pubblico per la propagazione del totalitarismo comunista, altro che dibattito di vari punti di vista dal confronto dei quali si doveva cercare di dedurre la verità. I comunisti, in maggioranza assoluta - essendo pure gli organizzatori del fraudolento teach-in, - sfruttarono l'eccellente idea del teach-in a profitto esclusivo del loro partito, avendo probabilmente ottenuto pure gratuitamente la sala pubblica sotto il pretesto di organizzare un teach-in. E Dave Dellinger, il professo "anarchico"? Protestò, forse, per quell'indecente speculazione che i comunisti facevano del suo nome e della sua presenza a tutto profitto della loro ideologia anti-anarchica? Null'affatto! Agi come complice di quella frode. Essendoci state nella sala delle proteste contro quella truffa comunista (compresa quella del sottoscritto), Dellinger si limitò a chiedere ai presenti la tolleranza verso i comunisti in nome del "dialogo", che del resto i comunisti avevano impedito usando la loro tattica usuale di occupare tutto il tempo permesso, e lasciare nessun tempo agli oppositori prima che la chiusura della sala, forzasse la chiusura del comizio. Già da quel comizio, che avvenne dopo che io avevo scritto l'articolo contro di lui, Dellinger mi diede l'impressione che ormai si era gettato interamente in braccio ai comunistl come fellow traveler, che si prestava a tutte le loro manovre e li aiutava nelle loro conquiste. Tutta la sua attitudine e la sua attività d'allora in quà mi confermano in questo sospetto. Che può essere solamente un sospetto, dal momento che non si possono avere le prove palpabili del suo abbandono di qualsiasi principio libertario, che prima poteva forse esistere nella sua men te, ed anche nel suo cuore. A. J. Muste fu sempre un uomo d'impulsi contradditori. Ma benchè un religioso fu sempre un uomo di idee liberali e di comportamento liberale. Noi anarchici simpatizzavamo assai colla sua tolleranza verso le idee più sovversive. Fin da quando aveva la sua "chiesa" nel Labor Tempie, noi andavamo sovente ad udire le conferenze che si davano là dentro. Se ben mi ricordo noi anarchici stessi demmo delle serate in quel locale, che era aperto a tutte le ideologie. Un prete meno prete di cosi era difficile immaginarlo. Si sarebbe potuto chiamarlo la quintessenza della tolleranza, e forse l'essenza della pietà religiosa verso i derelitti della terra e coloro che vorrebbero redimerli. Che è divenuto di A. J. Muste in questi ultimi anni? 'Prima di tutto, pure come Dellinger, è un apologista di Castro, accoppiato col silenzio totale sulle sue malefatte ed i suoi crimini. Ed ora è venuta la guerra del Vietnam e la sua campagna contro le brutalità delle truppe americane, ma il totale silenzio sulle brutalità comuniste, silenzio comune del resto a Dellinger e a Lynd. Ha abbracciato il totalitarismo comunista e ne vuole il suo trionfo, come lo vogliono pure Dellinger e Lynd? In mancanza di prove io ne dubito. E' semplicemente un esempio classico di emozionalismo e confusionismo mentale ed ideologico che i comunisti - maestri in usare gl'innocenti 'l)er la loro mostruosa causa - sfruttano abilmente a profitto del loro imperialismo. A. J. Muste vuole il ritiro delle truppe americane dal Vietnam, va a Saigon senza autorizzazione del governo di quel paese, per fare la propaganda contro il suo "fascismo". Il governo vietnamese permette a lui, ed a cinque dei suoi compagni, di parlare contro di lui ed i suoi alleati, gli americani - e questo in tempo di guerra - e poi li invita a lasciare il' paese volontariamente, dove sono entrati illegalmente. Si rifiutano. Con tutte le gentilezze possibili il governo di Saigon li mette su di un aeroplano perchè lasciassero il paese. Muste e compagnia dirigono una lettera di protesta al consolato americano accusandolo di non averli protetti a rimanere nel Vietnam, par fargli la propaganda CONTROCORRENTE - Boston, Autumn 1966 7
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==