Controcorrente - anno XXII - n. 51 - autunno 1966

Le missioni a Mosca del primo ministro dell'India Indira Gandhi e del primo ministro inglese Harold Wilson, perchè nel Vietnam torni la pace, sono state un completo fallimento. Esito sfavorevole hanno avuto i sondaggi fatti dal governo canadese per convincere Mosca Pechino e Hanoi all'idea della riconvocazione della conferenza di Ginevra, la stessa che nel 1954 mise fine al conflitto in Indocina. In un recente discorso alla televisione, Leonid I. Brezhnev leader del partito comunista sovietico si è espresso in questi termini: "Noi stiamo prestando aiuti in ogni campo; in quello militare, politico, economico. Ma stiamo facendo nuovi sforzi per assicurare una più rapida vittoria al popolo vietnamita". "La pace si conserva respingendo l'aggressione". Tanto ha sentenziato in questi giorni il segretario di Stato Rusk, mentre alla conferenza dei Leaders legislativi il presidente Johnson ha detto che si continuerà a combattere nel Vietnam fino a quando non avranno capito che ... "è meglio discutere che combattere". Questi sono tutti dialoghi negativi che non ,possono affatto preparare il terreno per fu turi approcci onde negoziare la fine della guerra. Tutte affermazioni controproducenti sia dal punto di vista politico che morale, e la guerra, quella vera che distrugge, uccide e semina miseria e odi, continua sempre •più spaventevole il suo corso ascendente con la possibilità futura di sempre maggiori e irrimediabili conseguenze. Le buone parole e le buone intenzioni, se cosi possono essere considerate, naufragano di fronte agli avvenimenti e alla testardaggine dei governi e degli uomini che li rappresentano. I fatti in tutta la loro durezza, sono quelli che contano, e dimostrano la pochissima volontà di chi lo può di agire seriamente per far cessare quest'altra non necessaria carneficina. Una giunta di tre generali ha mandato a gambe all'aria il presidente Arturo U. Illia, che ha fatto la stessa fine di Frondizi. Come primo atto di governo, sono stati sospesi i diritti costituzionali; sciolti il congresso e le legislature provinciali; destituiti il vice-presidente, i 22 governatori; sospesi dalla carica i giudici della Corte Su- (l)rema e gli alti funzionari del tesoro; sciolti tutti i partiti politici, e instaurato uno stato di vigilanza. Dopo Peron che trascinò l'Argentina verso la bancarotta economica qualunque tentativo fatto di democratizzare il paese non ha avuto successo. Appena un mese dopo il colpo di stato il regime militare con a capo il generale Juan Carlos Ongania, ben 8 università sono state sospese e messe sotto il controllo del governo dei generali e colonnelli che si sono impadroniti del potere. Quattro organizzazioni di studenti sono state sciolte. Vi sono state proteste a Cordova, a Buenos Aires e altrove, e la polizia ha fatto il resto. Bombe lagrimogene, feriti, arresti e carcere. Nemmeno Peron violò l'autonomia delle università. Il regime di Ongania ha invece cominciato a prendersela con i libri. Gli Stati Uniti che hanno prontamente riconosciuto il nuovo regime... ora non hanno fatto che una pallida protesta. Come sempre ... L'ultimo colpo di mano ha riportato i generali al potere e la dittatura militare fa sentire duramente il suo peso. Questo è lo spinoso problema di tutti i paesi della America Latina, che si dibatte da anni per raggiungere un migliore e più umano tenore di vita, tanto economicamente che sociale, ma che i generali e i despoti di tutti i colori, impediscono in tutte le maniere. Fino a quando? Nulla è eterno, e anche questa parte del globo, si vuole o non si vuole, riuscirà ad acquistare il diritto ad un migliore domani degno di essere vissuto. "Per misurare seriamente l'intensità del nostro sentimento religioso c'è una: sola prova: trovarsi in chiesa al momento della questua, ed avere in tasca solo un biglietto da cinque". Cosi ha tuonato Francis Spellman, Arcivescovo di New York. Ogni nostro commento lo riteniamo superfluo. Lasciamo ai lettori di meditare e valutare il significato di quanto candidamente ha affermato il Cardinale di santa romana chiesa. Solamente diciamo: La santa bottega non si smentisce. Il gruppo parlamentare del PSIUP (Par. tito Socialista di Unità Proletaria) ha presentato una mozione alla Camera, in cui 42 CONTROCORRENTE - Boston, Autumn 1966

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