sembra che forse, conforme alla sua indole, di volta in volta disposta a folli speranze e non aliena da intrighi; e, certo, quel tale Insogna, biografo di Francesco II, era un suo agente, e venne in Italia nel 1923 con lettera dell'anarchico Malatesta a prendere accordi con anarchici italiani per liberare il Bresci, regicida di Umberto di Savoia, e fu fatto arrestare dal Giolitti, e di poi espulso, ottenendosi al tempo stesso, per vie diplomatiche, che tanto l'imperatore d'Austria quanto il Governo della Repubblica francese ammonissero Maria Sofia di starsene tranquilla". Ora come mai l'anrchico Malatesta avrebbe consegnato lettere per compagni italiani ali' lnsogna? Sapeva egli che costui era un agente di Maria Sofia o fu sorpreso nella sua buona fede? E' vero, d'altra parte, quanto afferma il Croce che il Malatesta abbia consegnato lettere all'Insogna? E perchè Benedetto Croce non spiega le ragioni che indussero l'ex regina a desiderare la liberazione del Bresci? Queste domande noi facciamo perchè la parte dell'articolo dello storico e filosofo Croce che riguarda questo episodio è mo! to oscura e se non vi savanno chiare spiegazioni e del Croce e del Malatesta molta luce fosca piomberebbe sul gesto dell'anarchico Gaetano Bresci. ENRICO FERRAR! Io avevo letto lo scritto del Croce e non avevo creduto necessario occuparmene. Un tentativo per fare evadere Bresci alcuni anni dopo che Bresci era morto! Ah, questi storici! D'altra parte io non troverei niente da ridire contro chi per far evadere un detenuto si servisse magari dei carabinieri, quindi mi sentivo perfettamente a posto anche per chi avesse creduto alle fandonie dell'illustre senatore. Non cosi la pensò !'on. Ferrari, il quale cercò subilo di profittare dell'occasione per CHI SI VEDE insinuare che qualcuno armò la mano di Bresci e che quesbo qualcuno fosse borbonico. Il Ferrari deve essere anche lui uno "storico", iperchè scopre di suo che Maria Sofia voleva liberare Bresci all'insaputa dell'ex re Fvancesco II. il quale era morto, come si può vedere in qualunque Enciclopedia, nel 1894, cioè dieci anni prima del supposto tentativo! Ma, storico o no, dovrebbe sapere che certe curiosità sono permesse agli agenti di questura, ma non a chi si professa nemico delle istituzioni vigenti. Io giudicai lo scritto del Ferrari come un atto di incoscienza e non me ne occupai più oltre. Ma il Ferrari è tornato alla carica mandandomi il ritaglio dell'Unità pubblicato più su, ed insistendo perchè io risponda; e poichè io gli ho scritto privatamente trattandolo da incosciente o peggìo, egli replica scrivendomi chE!egli ha voluto "darmi modo di chiarire e smentire" e che "se mi tengo sulle spalle l'accusa di Croce, buon ipro mi faccia". Insomma Ferrari ci tiene ad avere una risposta pubblica. Eccola: Io, naturalmente, non so nulla di nulla; e se sapessi qualche cosa non vorrei raccontarla alla Polizia, nemmeno per il tramite dell'on. Enrico Ferrari. E intanto faccio notare la singolare psicologia di certi comunisti sempre pronti a raccogliere qualunque storiella di lavandaia (si può far da lavandaia anche chiamandosi Benedetto Croce), se sembri loro che possa servire per dir male degli anarchici. Il Ferrari arriva fino ad insinuare che il Bresci, il quale innanzi alla minaccia dell'er.gastolo rivendicò la sua fede ed il suo atto, possa essere stato lo strumento di bieche ambizioni altrui! Errico Malatesta sospeso l'invio di CONTROCORRENTE deve attribuire la causa ai nuovi regolamenti postali. Una recente ispezione di agenti postali federali, ci ha reso edotti che i nuovi regolamenti non ci permettono la spedizione indiscriminata di copie di saggio, come nel passato. La miglior maniera per assicurarsi di ricevere copia regolarmente, è quella di versare l'abbonamento anticipato. I compagni che sono intenzionati di rendersi utili a CONTROCORRENTE, ricordino che la maniera più efficace è quella di introdurre la rivista ove non circola ancora, e di indurre gli amici ad abbonarsi. Se ognuno farà il proprio dovere in breve OONTROCORRENTE raggiungerà la circolazione che merita. A tutti Grazie. 38 CONTROCORRENTE - Boston, A1itumn 1966
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