UNA POSTILLA AL CENTENARIO CROCIANO Tra vecchie collezioni del "Risveglio" di Ginevra, diretto dallo impareggiabile Luigi Bertoni; nel numero 698 - 24 luglio 1926 - ho trovato quanto è più in basso fedelmente trascritto. Errico Malatesta, con semplice esattezza storica ed incontrovertibile logica, prende due piccioni con una fava. Rileva con quanta poca accuratezza è registrata la storia anche da persona reputatamente eccelsa quanto Benedetto Croce, ed impartisce un'altra lezione di moralità politica ad avversari, "arnesi" del totalitarismo in cerca di facili vantaggi, Incuranti di fare accertamenti (facili nel caso> di inaccuratezze e distorsioni storiche. La rievocazione di questo episodio servirà a bilanciare un pochino le esagerazioni del centenario crociano. h. r. PER FATTO PERSONALE Manovre borboniche, o malignita' comuniste? Nel giornale comunista L'Unità dell'll giugno sta stampato, colla firma del deputato comunista Enrico Ferrari quanto segue: CHI SPINSE BRESCI AL REGICIDIO? Il sen. Benedetto Croce ha seri tto per la Stampa di Torino alcuni articoli su Gli ultimi Borbonici. In quello conclusivo nel No. 131, in data 3 giugno 1926, tratta particolarmen te dei rapporti tra Francesco II e il generale Pianelli. L'articolo ha un valore storico e non ci interesserebbe gran che se non vi fosse un brano riguardante l'anarchico Errico Malatesta. E' noto che Francesco II non ha mal cessato di sperare di poter tornare sul trono del regno delle Due Sicilie, anche nel periodo in cui - insieme alla regina Maria Sofia - si trovava in esilio in Francia ed In Baviera. Chi alimentava queste speranze erano appunto gli ultimi borbonici rimasti a Napoli e parecchi biografi, scrittori e adulatori che avevano seguito gli spodestati sovrani nei loro ritiri. Uno cli costoro - per nome A. lnsogna - compilò in lingua francese nel 1897, una biografia di Francois Il roi de Naples. Sarebbe appunto costui che - secondo il C1·oce - avrebbe avuti rapporti col Malatesta. Difatti un capitoletto intitolato: Per Uberare Bresci... il sen. Croce narra di certi intrighi di Maria Sofia, svolti con il concorso del biografo Insogna cd all'insaputa dell'ex re Francesco II, per arrivare appunto a liberare l'uccisore di Umberto I. Non fornendo il Croce alcuna informazione dei fini reconditi o palesi che avrebbero indotto l'ex regina a questo passo, si dà adito a supporre che la mente che armò la mano del Bresci facesse parte per lo meno dell'entourage degli spodestati Borboni e si volesse raggiungere lo scopo di far balenare nel cervello di Maria Sofia la speranza che l'uccisione di Umberto 1. potesse dar modo agli esiliati sovrani di tornare sul trono. Comunque ecco quanto scrive il Croce: "Poco si sa, d'altra parte, dei pensieri e sentimenti e propositi che nutrivano i sovrani spodestati nei loro ritiri di Francia e di Baviera, perchè quelli che stavano loro accanto hanno serbato li silenzio intorno a questo punto; e, forse, non avevano nulla da raccontare, non potendosi dare informazioni del nulla. La regina Maria Sofia CONTROCORRENTE - Boston, Autumn 1966 37
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