Controcorrente - anno XXII - n. 51 - autunno 1966

LA DONNA E LA RESISTENZA Fu in casa Traquandi ch'io conobbi alcuni anni fa la Signorina Maria Luigia Guaita. Era innamorato del suo libro "La Guerra Finisce La Guerra Continua", e Linda fu tanto buona da presentarmi all'autrice. Volendo incontrare Maria Luigia per chiederle a nome di "Controcorrente" il vermesso di pubblicare in serie quei suoi ricordi della guerra partigiana, ho chiesto nuovamente a Linda ove potessi trovarla. - Come, non lo sai?,al "Bisonte".-Al Bisonte!, e che cosa è?-Già,di queste cose tu non t'interessi. .. hai sempre il muso e gli occhi fissi sulla carta stampata. -Confesso la mia ignoranza, ma dimmi almeno di cosa si tratta ... di un bar ... di.. - Vedi, vedi, dopo tanti anni che sei a Firenze, ignori una delle sue più belle manifestazioni di artigianato artistico. Quando mi sono recato al "Bisonte", in via san Niccolò, su la sponda sinistra dell'Arno, ho trovato Maria Luigia indaffarata con i lavori di ampliamento dell'azienda litografica da Lei iniziata pochi anni or sono. Nell'ampio studio arredato con semplice eleganza, varie riproduzioni di c,pere di artisti italiani e stranieri suscitavano ammirazione. Da Picasso a Gattuso, a Soffici, a De Witt, a Ofek, a Mirko ... Ho trovato la scrittrice degli affascinanti racconti della guerra partigiana; di guerra vissuta in attiva partecipazione, piena dello stesso entusiasmo che cento volte le fece rischiare la vita, a riprodurre quanto c'è di più bello dell'arte moderna, acciocchè, anche gli umili, i non dEnarosi possano diventar possessori di opere d'arte eseguite litograficamente con la più scrupolosa perfezione. A nessuna delle riproduzioni è dato il "via" senza l'autorizzazione personale dell'autore. Oltre a questa presentazione che per forza di cose dev'essere breve, molto vorrei dire dell'opera letteraria di Maria Luigia Guaita. Ma di Lei e della sua opera si sono occupati Ferruccio Parri, Carlo Ludovico Ragghianti, Enzo Agnoletti e molti altri degli uomini che furono suoi compagni di lotte e nella guerra contro il nazi-fascismo. Aggiungerò soltanto, -rubacchiando quà e là, - che Maria Luigia è nativa di Pisa e risiede a Firenze da molti anni dopo un periodo di soggiorno a Torino. Giovanissima entrò in contatto con l'antifascismo. Fu dapprima attiva nei gruppi di "Giustizia e Libertà" e nel 1943 passò al Partito d'Azione. Maria Luigia ha pubblicato molti racconti scaturiti dalle sue esperienze di guerra. La raccolta contenuta in questo volume del quale "Controcorrente" inizia la pubblicazione, fu dato alle stampe dalla Editrice "La Nuova Italia" nel 1957. La squisita semplicità e bellezza della prosa che scorre limpida come un ruscello da una sorgente alta sui monti, rileva la sensibilità di un animo eccezionalmente umano, privo di inibizioni, conscio delle sofferenze dei popoli e forte nell'asserire il diritto di tutti al benessere ed alla libertà. Maria Luigia è oggi quella che fu nei giorni difficili ed ardimentosi della sua vita. All'opera intrapresa dedica lo stesso entusiasmo e la stessa fede che per "Giustizia e Libertà" le facevano trasportare le bombe destinate al nemico. La sua dedizione all'arte che educa e dà scopo alla vita. h. r. PRESENTAZIONE (Più dell'Autrice che del libro> Se io avessi autorità sgriderei Maria Luigia Guaita di aver voluto, q=i nascondendosi, chiamare "racconti" gli scritti raccolti in questo volume, come se la guerra di liberazione che li ha ispirati ne fosse soltanto un'occasione letteraria. Ma l'A1itrice, che ha conservato un poco dello spiritaccio indiavolato dei giorni della lotta fiorentina, quando fu una delle staffette più brave, ardite, estrose e generose, guarda di sottecchi il lettore come li prenda i su<>i racconti. Ha il pudore di quegli anni e di quelle prove, ha in dispetto le gale e le bellurie, ma anche lei è come il Barinci del suo racconto: anche lei è "tutta segnata·•, segnata nell'animo e piagata nel corpo crudelmente ferito, e teme la distrazione r, l'indifferenza. Certo molti anni sono passati, i ricordi si sono sbiaditi, la pigrizia di spirito in Italia fa novanta. Ma non tema l'autrice il giudizio dei lettor·i degni, anche se materialmente lontani da quelle vicende. La freschezza e vivacità del raccontare che è la sincerità e immediatezza del suo sentire, la verità di quegli uomini e di quegli animi, la crudezza di quel patire sino allo spasimo tra sacrifici 32 CONTROCORRENTE - Boston, Autumn 1966

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