Controcorrente - anno XXII - n. 51 - autunno 1966

RIVISTA DI CRITICA E DI BATTAGLIA Fondata nel 1938 - Direttore: ALDINO FELICANI Indirizzo: CONTROCORRENTE, 157 Mllk Street, Boston, Mass, 02109 CONTROCORRENTEls publlwd quarterly. Moli address: 157 Mllk St., Boston. Aldino Ftllconl, Editar 111d Publl-. Olflco ol publlc:atlon 157 Mllk Stn<t, Boston, Mass. 02109. Se<ond-Clas5mail prMleges authorlztd at Boston, M.,., Subta'lptlon U a JIIOI'• Voi. 22-No. 4-(New Series #51) BOSTON, MASS. Autumn 1966 WHITEMAN'SBURDEN Per molti strateghi politici e militari l'America non può sottrarsi al compito di stabiJire una testa di ponte sul continente asiatico. Quindi la nazione americana deve confrontare senza esitazioni i sacrifici ed i pericoli imposti dalla campagna del Viet Nam. La ragione offerta per sostenere questa tesi è la seguente: la dissoluzione degli imperi coloniali inglese, francese ed olandese, il collasso dell'impero giapponese hanno lasciato nell'area dell'Asia meridio, nale un vuoto politico, che deve essere colmato, se non si vuole che essa; sia devastata da conflitti incontrollabili oppure che essa sia inghiottita e ridotta a servaggio da un'altra potenza. ;Fino ad una decina di anni fa l'erede possibile degli imperi coloniali europei e giapponese veniva individuata nella Russia, •più recentemente la Cina viene accusata di mire espansionistiche. Il sistema coloniale stabilito dall'Inghilterra, la Francia, l'Olanda e il Giappone aveva, prima della seconda ,guerra mondiale, un doppio scopo. Nel campo politico, esso doveva contenere la pressione della Russia, tanto sotto gli Czars, quanto, più recentemente, sotto il regime comunista, diretta a raggiungere sbocchi sui mari caldi per il suo immenso impero, praticamente privo di porti sugli oceani. Nel campo economico, esso doveva assicurare a nazioni privilegiate mercati di acquisto e di vendita a condizioni di favore, atti a sostenere una ricca corrente di traffici per le madri patrie. Però, fino alla seconda guerra mondiale, l'America non aveva partecipato attivamente alla spartizione di un'area contenente quasi la metà degli umani viventi: si era contenuta entro una linea attraverso al Pacifico, dietro alla quale si considerava strategicamente sicura. Anzi, pochi decenni dopo la conquista delle Filippine, conseguenza della guerra contro la Spagna della fine del secolo scorso, concedendo a quelle isole una indipendenza, sia pure controllata, aveva ammesso che i suoi interessi non la portavano ad estendere la sua influenza oltre la metà dell'oceano Pacifico. Di più ancora, la stessa concessione dell'indipendenza alle Filippine preconizzava il riconoscimento che l'epoca degli imperi coloniali doveva considerarsi tramontata, che nessuna nazione, avvalendosi della sua potenza militare, politica ed economica, poteva sottoporre definitivamente al suo volere altri popoli, anche se finora soggetti a servaggio. Opposta alla v1S1one politica degli Stati Uniti, quale appariva fino a 25 anni fa, stava la struttura coloniale, che cponeva centinaia di milioni di esseri umani in una permanente condizione di inabilità politica. Era il tempo in cui Rudy,ard Kipling poteva affermare che alla razza bianca spettava il duro compito di reggere e controllare tutte le altre razze di colore, fatalmente negate a crearsi in nazioni indipendenti, fatalmente impedite di dirigere i propri destini. Per coloro che accettano questo punto di vista, nessuna importanza area deve sottrarsi al controllo di una delle nazioni ,più evolute, ossia di razza bianca, colla sola eccezione per il Giappone. Se il controllo si indebolisce, la conseguenza imme-

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