Vietnam per proteggere la libertà di quella parte del paese e di tutto il continente sudasia tico dalle mene della Cina. Dal loro canto i Cinesi ritorcono con accuse contro l'imperialismo americano e la loro petulanza non ha fine. Molto vien scritto e detto di questi eventi, in sostegno deJl'una o l'altra parte. Vi sono elementi di verità per gli uni e per gli altri. Soltanto che la propaganda annebbia tutto e molti dei patrocinatori delle parti attingono troppo da fonti propagandistiche. E' tale la degenerazione delle informazioni cibate al pubblico da rendere pressochè impossibile discernere tra verità e propaganda. Le forze distruttive, la virulenza, !'ecci• diosità aumentano da ambo le parti e la guerra non dichiarata minaccia espandersi frno a coinvolgere buona parte del mondo. I Cinesi non celano le loro intenzioni di voler divenire i dominatori del mondo o buona parte di esso. Incutono cosi giustificati timori. Intanto aizzano il Norcl Vietnam ad una resistenza che se può essere considerata eroica è nondimeno futile. Accusano la Russia di non si sa quale connivenza con gli SU e la tratten• goon dal fare da mediatrice di pace. Altro che ricatto! Nel contempo la distruzione dei bombardieri americani continua ... Mentre scrivo apprendo delle minacce di processare come banditi gli aviatori americani atterrati e fatti prigionieri, e delle controminacce americane che promettono terribili rappresaglie se nel nord Vietnam vien messo in esecuzione quanto è minacciato e se non si smette di maltrattare i prigionieri di guerra. Non mi intento di cavillazioni giuridich~ e non so quindi se il nord Vietnam può inscenare i minacciati processi senza violare certe convenzioni internazionali di guerra. Essi dicono che trattandosi di guerra non dichiarata, si sentono nel diritto di processare i bombardieri qual fossero comuni criminali. Dall'altro canto, un tale atto certamente barbarico, potrebbe a molti far sembrare giustificata ogni ritorsione degli SU. Ma invero: si può giustificare una barbaria contro un'altra? Gli aviatori americani sono di fatto uomini che hanno obbedito ad ordini superiori nella gerarchia militare. Pure tutti i car• nefici che furono al servizio di Hitler han cercato giustificarsi con la scusa dell'obbedienza agli ordini. Il processo di Nuremberg soo.bili qualcosa che nessuno sa o può controllare razionalmente in una situazione irrazionale. A me pare esser questo il ritorno alle rappresaglie nazi-fasciste, alle bestialità che non giustificano o assolvono nessuno. Per quanto io aborri lo schiavismo "comunista", non posso accettare che per combatterlo (se questo è il caso) si distruggano intere civiltà e popolazioni affatto responsabili delle azioni degli uomini che pretendono governarle. In tutti i paesi del mondo milioni e milioni di uomini e donne votano "comu- •nista". O olfanno, - come in Russia ed altrove perchè non possono altrimenti. Altri votano "comunista", cullati da illusioni ed ignoranza. Si potrebbe in coscienza accusare, condannare e massacrare tutta quella gente ritenendoa responsabile delle azioni di governanti che si sono a oro imposti? L'idea dela Pace può essere nell'animo e nelle aspirazioni di tutti, intanto il germe malefico della guerra controlla e azioni dell'uomo. Non ~ prevedibile a qual punto sarà giunta la situazione vietnamita quando questo• scritto sarà pubblicato. Facilmente prevedibile è che se la guerra continuerà per qualche tempo, la barbarica furia au• menterà in densità da tutte le parti. Tra barbarie non vi è scelta da fare. Si può soltanto fare appello al buonsenso, alla sanità delle menti che riporti la Pace per tutti. Firenze, luglio 1966. Hugo Rorland . . . Personale Carissimo Brand, Non so se tu sia proprio il Brand ch'io conobbi in "Eresia" e ... altrove. Domando, perchè non posso credere quel che da pa• recchi numeri vo' leggendo su "Controcorrente". La posizione che tu prendi sulle "Cosas de Cuba" e su Castro sono ovviamente anarchiche (ed io voglio augurarmi anche in buona fede). Ma badiamo •bene, Brand, io non chiedo riserve mentali per me nè voglio usare "distinguo" nelle posizioni che prendo e ... permettimi di non accettarle da altri miei compagni, specie quando questi compagni mi son ideologicamente vicini e cari. Castro è un rivoluzionario, non dei nostri, però. 26 CONTROCORRENTE - Boston, Autumn 1966
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