Controcorrente - anno XXII - n. 50 - estate 1966

Con malinconia dobbiamo proprio confes- ~are che questa umanità è davvero idiota, che fa ve, amen te schifo. Fa pietà o deve essere disprezzata? Vale la pena di cercare di salvarla? Siamo for-,ati a farlo. Abitiamo il medesimo pianeta e facciamo AUGUSTMOASETTI Da Imola è giunta notizia che Augusto Masetti decedeva il 3 Marzo 1966 in seguito ad un accidente stradale. Augusto Masetti risiedeva ad Imola con la famiglia, da quando fu rilasciato dalle autorità militari che lo tenevano in custodia in quel manicomio. La scomparsa di Augusto Masetti porta alla nostra mente una ridda di memorie. Noi fummo fra i primi ad accorrere in sua difesa, immediatamente dopo l'attentato contro il colonnello Stroppa avvenuto alla Caserma Cialdini di Bologna, il 30 Ottobre 1911. Sono passati molti anni da quel giorno, purtuttavia i ricordi sono vividi nella nostra mente, come se l'attentato fosse avvenuto ieri. Riesumiamo i fatti lontani. Siamo al 30 Ottobre 1911. Il colonnello Stroppa arring>\ una compagnia di soldati nella Oaserma Cialdini di Bologna, impartendo istruzioni alle reclute in partenza. Mentre parla il soldato Augusto Masetti di San Giovanni in Persiceto, impugna il fucile e lo scarica contro di lui, imprecando contm la guerra. Al momento dell'atto Masetti incita i compagni a sparare pur essi per vendicare i frateJli soldati caduti in Tripolitania. Il colonnello seriamente ferito ad una spalla, è portato d'urgenza all'ospedale. L'attentatore, Augusto Masetti, è un opex,aio muratore, anarchico. Risiede a San Giovanni in Persiceto, provincia di Bologna. Dichiara di avere sparato al colonnello per protestare contro la carneficina immane. Non è difficile immaginare l'attitudine della stampa patriottica di fronte a questo attentato. L'elemento nazionalista è in subbuglio. Si vuole la fucilazione del soldato ribelle. Si invoca il capestro per gli anarchici e gli oppositori alla guerra. La feccia nazionalista rigurgita e rumoreggia. L'esaltazione dell'esercito e della monarchia arriva al parossismo. Diversi anarchici sono arrestati a casaccio, In seguito alla pubblicazione di un nuparte dell'umani là tutta, dalla quale siamo indivisibili. Se essa si sprofonda nella totale schiavitù fascista comunista noi sprofonderemo con essa. Brand 3 Giugno, 1966. mero speciale de "L'Agitatore", settimanale anarchico di Bologna, completamente dedicato all'attentato. In esso è fatta l'apologia del gl!sto ribelle. L'atto di Masetti è considerato la più eloquente protesta contro il militarismo e la guerra. Le oche spennacchiate del nazionalismo continuano a schiamazzare. Si attende che Masettl - a rigore delle leggi prevalenti in una nazione in guerra -· venga da un momento all'altro fucilato. Si temporeggia. La guerra non è popolare fra le masse italiane. Giolitti lo sa. Fucilando Masetti come conseguenza dell'attentato puramente politico sarebbe significato valorizzare la protesta iconoclasta. Bisognava squalificare quel gesto che aveva avuto l'effetto del fulmine ammonitore fra i soldati che dovevano partire per il fronte di guerra. Come riuscirvi? L'unico modo era quello di clichiararne pazzo l'autore. Lo Stato Maggiore dell'esercito e il governo han deciso di far rinchiudere Masetti in un manicomio, senza fargli il processo. Masetti è quasi immediatamente mandato al manicomio criminale di Reggio Emilia. In quel tempo assistevo Domenico Zavattero che era impegnato con la pubblicazione de "L'Agitatore" e della rivista "La Scuola Moderna" nella tipografia omonima, in via Pietramellara, a Bologna. Passato il primo momento di inquietanti sopraluoghi della polizia, che mise sottosopra le nostre povere cose, ricominciammo a vedere, ad inter• vaJli, i compagni, ansiosi di dare una mano in quel momento tutt'altro che tranquillo. Fu in questa atmosfera che fu fatta la proposta della ripubblicazione de "Il Rompete le File", fino ad alcuni mesi prima pubblicato da Maria Rygier. E fu appunto per suo espresso desiderio che il noto giornale antimilitarista riprese le pubblicazioni nel Maggio 1912, da me compilato. Lo scopo preciso del giornale era quello di agitare il caso di Masetti e di reclamare la sua liberazione. I casi più noti di soldati mandati alle compagnie di disciplina in quel momento, erano quelli di Antonio Moronl, CONTROCORRENTE - Boston, Summer 1966 9

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