immediatamente realizzabile ciò che deve essere conquistato con lunghi e duri s(orzi. In Condo Kropotkin concepiva la Natura come una specie di Provvidenza, grazie alla quale l'armonia doveva regnare in tutte le cose, comprese le società umane. E' ciò che ha fatto ripetere a molti anarchici questa frase di sapore squisitamente kropotkiniano:L'anarchia è l'ordine t1att•rale. Si potrebbe domandare, io penso, come mai la Natura, se è vero che la sua legge è l'armonia, ha aspettato che vengano al mondo gli anarchici ed aspetta ancora che essi trionfino per distruggere le terribili e micidiali disarmonie di cui gli uomini hanno sempre sofferto. Non si sarebbe più vicini alla verità dicendo che l'anarchia è la lotta, nelle società umane, contro le disarmonie della Natura? Ho insistito sui due errori nei quali, secondo me, è caduto Kropotkin, il suo fatalismo teorico ed il suo ottimismo eccessivo, perchè io credo di aver constatato i cattivi effetti ch'essi hanno prodotto nel nostro movimento. Ci sono stati dei compagni i quali presero sul serio la teoria fatalista - che per eufemismo chiamano determinismo - e perdettero in conseguenza ogni spirito rivoluzionario. La rivoluzione, essi dissero, non si fa; essa verrà quando sarà il suo tempo, ed è inutile, antiscientifico e perfino ridicolo il volerla fare. E con queste buone ragioni si allontanarono dal movimento e pensarono ai loro affari. Ma sarebbe un errore il credere che questa fu una comoda Discorso sul carattere scusa per ritirarsi dalla lotta. Io ho conosciuto parecchi compagni dal temperamento ardente, pronti ad ogni sbaraglio, che si sono esposti a pericoli ed hanno sacrificato la loro libertà ed anche la loro vita in nome dell'anarchia pur essendo convinti della inutilità della loro azione. Essi lo han fatto per disgusto della società attuale, per vendetta, per disperazione, per amore del bel gesto, ma senza credere con questo di servire la causa della rivoluzione e per conseguenza senza scegliere il bersaglio ed il momento e senza curarsi di coordinare la loro azione con quella degli altri. Da un altro lato, quelli che senza occuparsi di filosofia han voluto lavorare per avvicinare e fare la rivoluzione, han creduto la cosa ben più facile ch'essa non fosse in 1 ealtà, non ne hanno preveduto le difficoltà, non si sono preparati come occorreva.. . e così ci si è trovati impotenti il giorno in cui vi era forse la possibilità di fare qualche cosa di pratico. Ho finito. Io non credo che le mie critiche possano diminuire la figura di Kropotkin che resta, malgrado tutto, una delle glorie più pure del nostro movimento. Esse serviranno, se sono giuste, a mostrare che nessun uomo è esente di errori, neanche se ha l'alta intelligenza ed il cuore eroico di un Kropotkin. In ogni modo gli anarchici troveranno sempre nei suoi scritti un tesoro d'idee feconde e nella sua vita un esempio ed uno sprone nella lotta per il bene. Errico Malatesta Il carattere è la qualità sublime dell'uomo. Dell'uomo cosidetto civile come del selvaggio. Avere del carattere significa avere della fermezza, del coraggio morale. Vuol dire, in lingua povera, accettare la propria condizione, qualunque essa sia, con dignità, senza piagnucolare sul passato e sopratutto senza affliggere gli altri con i rimpianti di ciò che fu e avrebbe potuto essere il nostro destino senza l'accidente che ce lo rese impossibile. Nella vita, d'altronde, non c'è che una cosa che conti veramente: aver tenuto fede alle ragioni ideali che hanno fatto di noi degli uomini nel senso augusto della parola. Cioè degli uomini che pensano con il loro cervello, che difendono in ogni circostanza il patrimonio ideale che è costituito dalla loro fierezza cui ripugna ogni genuflessione di fronte ai padroni dell'ora. Le ricchezze possono facilmente liquefarsi. Le posizioni sociali acquisite con il favore di circostanze eccezionali svaniscono come neve al sole. Solo il carattere è un bene che l'uomo porta con se tutta la vita, attraverso a tutte le vicissitudini della sua esistenza perchè nessuna situazione può compensare la gioia infinita di chi è in pace con la propria coscienza. Il carattere, ecco il vero privilegio a cui ciascuno deve tenere più che ad ogni altra fortuna. - G.E.G. 2'.l CONTROCORRENTE - Boston, Summer 1966
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==