All'epoca in cui 10 lo frequentavo a Londra, egli si guadagnava da vi\•ere colla sua collaborazione a delle riviste ed altre pubblicazioni scientifiche e viveva in condizioni relativamente agiate; ma egli sentiva come un rimorso di star meglio della maggior parte dei lavoratori manuali e sembrava sempre volersi scusare delle sue piccole comodità. Egli diceva spesso, parlando di se stesso e di quelli che erano con lui: Se noi abbiamo potuto istruirci e sviluppare le nostre facoltà, se noi abbiamo accesso alle gioie intellettuali, se viviamo in condizioni materiali non troppo cattive, gli è perchè noi abbiamo profittato, per il caso della nostra nascita, dello sfruttamento che soffrono i lavoratori; per noi dunque la lotta per l'emancipazione dei lavoratori è un dovere, è un debito sacro che dobbiamo pagare. Era per amore della giustizia e come per espiare i privilegi di cui aveva goduto che egli aveva rinunziato alla sua posizione, negletti gli studi che amava per dedicarsi all'educazione degli operai di San-Pietroburgo ed alla lotta contro il despotismo degli zar. Spinto dagli stessi sentimenti aveva in seguito fatto adesione all'Internazionale ed accettato le idee anarchiche. Infine, tra i diversi modi di concepir l'anarchia. aveva scelto e fatto proprio il programma comunista-anarchico, che basandosi sulla solidarietà e sull'amore va al al di là della stessa giustizia. Ma naturalmente, come era da prevedere, la sua filosofia non restava senza influenza sul suo modo di concepire l'avvenire e la lotta che bisognava combattere per arrivarvi. Poichè secondo la sua filosofia ciò che accade doveva necessariamente accedere, doveva fatalmente trionfare come per legge della natura. E ciò gli levava ogni dubbio e gli nascondeva ogni difficoltà. Il mondo borghese doveva fatalmente cadere; era già in dissoluzione e l'azione rivoluzionaria non serviva che ad affrettarne la caduta. La sua grande influenza crune propagandista, oltre che dai suoi talenti, dipendeva dal fatto ch'egli mostrava la cosa talmente semplice, talmente facile, talmente inevitabile che l'entusiasmo si comunicava subito a quelli che l'ascoltavano e lo leggevano. Le difficoltà morali sparivano perchè egli attribuiva al "popolo", alla massa dei lavoratori tutte le virtù e tutte le capacità. Egli esaltava con ragione l'influenza moralizzatrice del lavoro, ma non vedeva abbastanza gli effetti deprimenti e corruttori della miseria e della soggezione. Ed egli pensava che basterebbe abolire i privilegi dei capitalisti ed il potere dei governanti perchè tutti gli uomini cominciassero immediatamente ad amarsi come fratelli ed a baciare agl'interessi altrui come ai propri. Nello stesso modo egli non vedeva le difficoltà materiali o se ne sbarazzava facilmente. Egli aveva accettata l'idea, comune allora tra gli anarchici, che i prodotti accumulati della terra e dell'industria erano talmente abbondanti che per molto tempo non ci sarebbe bisogno di preoccuparsi della produzione; e diceva sempre che il problema immediato era quello del consumo, che per far trionfare la rivoluzione bisognava soddisfare subito e largamente i bisogni di tutti, e che la produzione seguirebbe il ritmo del consumo. Di là quella idea della presa nel mucchio, ch'egli mise in moda e "che è ben la maniera più semplice di concepire il comunismo e la più atta a piacere alla folla, ma è anche la maniera più primitiva e più realmente utopistica. E quando gli si fece osservare che quest'accumulazione di prodotti non poteva esistere, perchè i proprietari normalmente non fanno produrre che quello che possono vendere con profitto, e che forse nei primi tempi della rivoluzione bisognerebbe organizzare il razionamento e spingere alla produzione intensiva piuttosto che invitare alla presa in un mucchio che in realtà non esisterebbe, egli si mise a studiare direttamente le questione ed arrivò alla conclusione che infatti quell'abbondanza non , esisteva e che in certi paesi si era continuamente sotto la minaccia della carestia. Ma egli si rifaceva pensando alle grandi possibilità dell'agricoltura aiutata dalla scienza. Egli prese come esempi i risultati ottenuti da qualche agricoltore e qualche dotto agronomo sopra spazi limitati ne tirò le più incoraggianti conseguenze, senza pensare agli ostacoli che avrebbero opposto l'ignoranza e l'avversione al nuovo dei contadini ed •al tempo che in tutti i casi occorrerebbe per generalizzare i nuovi metodi di coltura e di distribuzione. Come sempre Kropotkin vedeva le cose quali egli avrebbe voluto che fossero e come noi tutti speriamo eh 'esse saranno un giorno: egli considerava esistente o CONTROCORRENTE - Boston, S1Vmmer 1966 21
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