Controcorrente - anno XXII - n. 50 - estate 1966

decina di anni prima. A parte ogni apprezzamento che si possa fare sull'uomo, egli ha vissuto tutta la sua vita tra movimento operaio e movimento anarchico. Niente di più giustO" che il Movimento si occupasse di lui, senza ricorrere al degradante espediente di passare in giro il cappello. So esser questa una generosità anarchica, ma si può essere generosi anche senza farne mostra che può offendere. Di tante iniziative anarchiche bene o male andate, per quel ch'io sappia, non vi è stato mai un fondo pensioni per poter rendere meno penurio'sa la vecchiaia di numerosi compagni. Or che si va facendo tanto chiasso intorno ad un caso certamente non disperato, vien fatto di domandarsi: perchè tante lacrime versate e lamentele levate su la assai incerta degenza di Borghi, mentre nulla di serio è stato mai proposto per aiutare i vecchi compagni che vegetano, cadaveri ambulanti, nei ricoveri vergognosamente chiamati di "me11dicità"f Si dirà che questi compagni non misurano al livello intellettuale dell'ex segretario dell'U n i on e Sindacale Italiana, convertito ad un anarchismo senza mèta; si cercheranno cavilli per quasi sconfessare, squalificare l'idoneità di questi veramente bisognosi che persecuzioni e galere soffersero molto più di Borghi ed altri ai quali, come per lui, non è mancata mai solidarietà ed assistenza al di là di impieghi e pensioni. Da quando gli anarchici si son dati a fare distinzioni che classificano i compagni, elevandone alcuni alle stelle e relegando altri in una specie di ghetto indistinguibile da quelli storici di vergognosa memoria, e soggettandoli a nuova specie di discriminazione? * • • Si è parlato e scritto di un non mai attuato progetto di rotazione delle cariche nel movimento. Anche se si volessero ignorare le molteplici difficoltà che la messa in atto di tale progetto comporta; il sol fatto che esso richiederebbe la presenza di una organizzazione discretamente disciplinata, lo renderebbe inoperativo. Nel Movimento anarchico italiano, Maisti e Faisti sono ugualmente inefficienti. Il fatto che i Faisti si dicono organizzatori ed i Maisti antiorganizzatori e individualisti, significa poco. Vale riportare che quando Armando Borghi fece il salto dal sindacalismo anarchico all'anarchismo antiorganizzatore, fece questo appropriato commento: "Gli antiorganizzatori sono meglio organizzati degli organizzatori.". Avrebbe potuto aggiungere: "e pili disciplinati". Avrebbe detto una grande e completa verità. Soltanto di recente, uno degli scrittori dell'"Adunata dei Refrattari", ha vantato il fatto che da quarant'anni il giornale ha avuto lo stesso direttore. Se tal cosa meriti veramente vanti, dobbiamo ascriverlo ad una questione di "gusto". Sono poche le organizzazioni operaie ed i partiti politici (di sinistra) che non eleggono i loro capi a vita. Gli anarchici sono stati i primi più severi critici della prassi. Eppure sovente adottando lo stesso sistema, sono riusciti ad esentarsi dalla stessa critica. Forse iperchè certi ,anarchici hanno loro stessi creato le iniziative delle quali sono divenuti padroni, e con la scomparsa dell'iniziatore, se n~ andata anche l'iniziativa. Comunque, in assenza di un'organizzazione che regoli in qualche modo, gli affari del Movimento, intorno a più delle iniziative si son create delle discipline che lasciano chi le amministra qual ne fossero arbitri assoluti. Tutto, sempre, in omaggio alla "libertà di iniziativa". Nel caso della Colonia Berneri, contrariamente a tutte le evidenze, e che tutti sapessero essere stata l'iniziativa frutto del Movimento anarchico, - finanziata da anarchici e simpatizzanti, - da certi elementi la si vuole ancora identificare con la famiglia Berneri, ed a questa attribuirne legittima proprietà. -L'amministratore "temporaneo" di "Volontà", divenuto effettivo non si sa per quale e da chi espressa volontà, non si è soltanto rifiutato di riconoscere la volontà del congresso di Carrara che sostituiva altra persona alla sua carica, ma continua a reggere l'editoriale R.L., l'archivio Berneri; è comproprietario di quel che rimane della Colonia M. L. Berneri, coamministratore dello scomparso "Fondo Porro" e non si sa di quante altre cose. Una specie di ministro con un mucchio di "portafogli". Avviene che se qualcuno chiede i conti di certe "libere iniziative", per risposta riceve insulti e sberleffi. Al movimento si chiede ogni sorta di solidarietà finanziaria: si è responsabili verso nessuno. 16 CONTROCORRENTE - Boston, Summer 1966

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