bruto. Automati servili. Uomini che formano l'essenza, la direzione spirituale di ogni partito comunista al potere o no, che ne sono le loro guide, i loro capi, i loro dittatori. E non ve n'è uno dei presenti uomini che governano la Russia, oggi, che non abbia le mani piene di sangue sparso dal loro predecessore e maestro. Non uno che non abbia aiutato il paranoico Stalin a commettere i suol milioni di delitti. Sono tutti colpevoli! Furono tutti in gradi differenti i suoi ausiliari nelle sue denuncie. persecuzioni, incarcerazioni, liquidazioni. E si salvarono solo perchè erano tanto vili, tanto gesuiti, tanto crudeli e tanto paranoici come lui. Infatti io son convinto pagatori, degli applicatori di regimi totalitari. Altrimenti come si spiegherebbe il godimento sadico che costoro provano a sopprimere i loro avversari, a strozzare la libertà di milioni di esseri umani ed a ridurre gli stessi alla più assoluta schiavitù e per dippiù, vantarsene? Non vi è dubbio sulla loro malattia mentale! Non bisogna dimenticarlo! L'ammazzatoio comunista continun anche oggi su molte tera-e. Dove i capi fasci-comunisti non si liquidano fra dl loro, non si tradiscono fra di loro per impossessarsi del potere, continuano a tradire ed a assassinare coloro che si oppongono alla loro follia. Ricordarsi! Il fascismo comunista si sostiene col delitto! Come tutti I fascismi. che solamente dei paranoici con istinti omi- O non sarebbe totalitario. cicli possono essere dei sostenitori, dei pro- Brand RosePesolloL:eggendarpiraimadellamorte Rose Pesotta, una rara figura, fu una delle più conosciute donne nel movimento operaio d'America e di lei si può ben dire che diventò una leggenda ancor prima di morire. Per un decennio ricopri la caricn di vice-presidente della "Internatlonal Ladies' Garment Worker's Union" e per lungo tempo fu anche organizzatrice nazionale dello stesso sindacato. Ella è ricordata anche quale efficace oratrice ed illuminante autoressa. Una moltitudine d'amici ed ex compagni di lotta e di lavoro, in molte città attraverso il paese, a Montreal nel Canada e a Puerto Rico rimasero colpiti dal triste annunzio della morte avvenuta lo scorso sette dicembre al Mount Sinai Hospital in Miami alla età di 69 anni. Era andata in Florid:i quattro settimane prima dopo sei mesi di malattia. Oltre quattrocento persone presero parte alla cerimonia funebre il 9 dicembre nella Gramercy Park a breve distanza da "Union square." Rose Pesotta nacque in Derazhnyya nell'Ucraina, un attivo capoluogo di mercati ch'era parte, allora, del vasto ghetto conosciuto come il "Seno della colonia ebraica." Nel 1913, all'età di 17 anni venne a New York seguendo cosi la sorella Esther la quale aveva già preso parte nel 1909 nella "Rivolta dei Ventimila" l'istorico sciopero dei camiciai emigrati scesi in lotta a causq delle intollerabili condizioni di lavoro. E cosi anche Rose divenne sartina ricevendo come salario sei dollari per una settimana di 49 ore di lavoro. Presto si registrò In una scuola serale per apprendere l'inglese e col ipassar del tempo ella leggeva avidamente e più spe-· cialmente la storia d'America. Poi incominciò a far parte della Locai 25, la sezione giovanile della I.L.G.W.U. che lottava allora contro i pericoli d'Infortunio nelle fabbriche e cancellare per sempre le inumane condizioni di lavoro. Ella ricordava ancora il tragico incendio d'una fabbrica nel 1911 ove perirono 146 cucitrici. Esther Pesotta aveva lavorato in quel posto l'anno prima. La sorella, insieme ad altre compagne di lavoro, insegnava a Rose metodi onde ottenere più facilità nel cucire. Infatti, dopo un anno ella divenne un'esperta. Divenuta sartina fu trasferita alla Locale 22 e si slanciò con ardore nelle attività unionistiche e nel 1922 fu eletta nel comitato esecutivo della locale e negli anni susseguenti faceva parte dei vari comitati pro scioperi ricavandone un'esperienza inestimabile nella tattica della lotta militante. Dal 1920 in poi ella si trovava sempre in prima linea nella lotta contro i comunist\ che minacciavano d'impadronirsi del controllo nella IL.W.G.U. CONTROCORRENTE - Boston, Spring 1966 9
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