Controcorrente - anno XXII - n. 49 - primavera 1966

smentisce le cose dette da La Pira. La Pira controsmentisce. Fanfani che di tanto in tanto era stato il diretto informatore del dipartimento di Stato di Washington, viene a trovarsi con le spalle al muro. Il governo italiano viene messo in imbarazzo. Fanfani si dimette da ministro degli esteri. Fra conferme e smentite la faccenda diventa una pulcinellata. Ma c'è poco da ridere. Lo scandalo sulla pace de Vietnam ha creato una nocina situazione di umiliazione e di discredito per il paese e il suo ministro degli esteri. Questa vicenda cosi ingarbugliata, cosl troppo brevemente ricostruita, rimane avvolta nel più inspiegabile mistero, e non mancherà di produrre futuri retroscena e sorprese. E' stata un'altra bomba di fanfaniana costruzione fatta in compagnia dell'incomprensibile e mancato prete ex sindaco di Firenze, La Pira. Non per niente, fanno il paio. Sono passati 49 anni dalla rivoluzione, ma lo stato sovietico, continua purtroppo a non lasciare liberi i propri cittadini di esprimersi come e quando meglio loro conviene. La libertà di pensiero e di parola, e più propriamente la libertà di poter dire pane al pane e vino al vino, non è consentita nel regime sovietico. Lo stato sovietivo, come del resto tutti gli stati retti a regime unico e dittatoriale, non consentono ai propri cittadini la libertà di espressione. Se tanto si può dire, questo. non era certamente nel programma di quelli che nel lontano 1917 osarono sfidare il dispotismo zarista, per sostituirlo con un regime dalle più ampie libertà. E una volta tanto ... passi per i primi burrascosi 'anni, ma dopo mezzo secolo dall'avvenuta riYoluzione, processare e condannare ai lavori forzati due cittadini russi, per il solo fatto di aver espresso il proprio giudizio su quello che è e quello che avviene nello stato sovietico, è segno evidente che in tema di libertà di espressione e di pensiero non vi è nulla da invidiare, ma tutto da condannare. E' questa un'altra prova che i cittadini russi hanno ancora molto cammino da fare per la conquista e le affermazioni che sono alla base del socialismo, quello in cui, come base fondamentale, uno e tutti hanno gli stessi diritti, ove la libertà economica, politica e sociale non è alla mercè di pochi e l'espressione di uno stato poliziesco che tutto domina e controlla. Come altrimenti giustificare la condanna dei due scrittori, che non si sono conformati ai sacri testi che emanano dal Cremlino? Essi, il noto critico letterario Andrei Sinyavski e il giornalista Yuli Daniel, sono stati severamente condannati dalla Corte Suprema Sovietica alla pena rispettiva di sette e cinque anni di carcere, accusati di aver pubblicato dei libri all'estero, contro il sistema sociale sovietico. Al processo durato quattro giorni, sono stati esclusi i giornalisti stranieri e dalle conclusioni emerse se n'è dato un pallido annunzio dalla stampa sovietica. Un coro di proteste si è levato ovunque ci sono amanti della ibertà e specie negli ambienti culturali, l'indignazione per la condanna inflitta ai due scrittori, ha trovato largo eco in tutto il mondo. E tutti concordano e fanno osservare che i sistemi e i metodi arbitrari stalinisti sono ancora in funzione. Noi aggiungiamo, che in sostanza poco o nulla è mutato, tanto da far dire per l'occasione, perfino a "L'Unità", fedele pubblicazione sovietica, organo del partito comunista italiano, che le condanne.. . . "senza dubbio sono state severe". Mentre i ministri e i partiti a Roma fanno la giostra •nella zona del Vayont esiste un tale stato di confusione, di speculazione e di apatia che non permettono il minimo progresso. La ricostruzione delle zone colpite dalla tremenda sciagura ancora si fa attendere e nessuno sa quando avra m1z10. I milioni continuano a rimanere nelle casseforti, ed il popolo è stanco di domandare che si ponga fine a questa irresponsabile situazione. A due anni di distanza dalla tragedia i superstiti continuano a vivere come sbandati. La rinascita di Longarone e degli altri paesi è di la da venire. Dopo aver elaborato piani e contropiani, fatto promesse su promesse, visite di ministri e sottosegretari, di leggi e circolari, interviste, riunioni e approvazioni ecc., il nuovo paese non esiste ancora. Il paese è stato ricostruito sulla carta. Gli architetti e gli ingegneri, gli economisti e i politicanti tutto hanno fatto fuorchè riedificare Longarone. La burocrazia ha fatto e continua a fare il 40 CONTROCORRENTE - Boston, Spring 1966

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