Controcorrente - anno XXII - n. 49 - primavera 1966

adoperarsi per migliorare le proprie condizioni materiali e spirituali, per ottenere che giustizia sia fatta senza interferenze. Quasi automaticamente, senza pensarci, noi ammettiamo comunemente che queste siano le caratteristiche fondamentali :lella civiltà occidentale, e riteniamo che, all'opposto, la civiltà orientale sottopong,, i fondamentali diritti dell'individuo agli interessi di una entità trascendentale, per cui vita, libertà di ogni uomo, giustizia possano essere sacrificate. Molto probabil1nente ciò non è nemmeno vero; ma non è il caso qui di dibattere questa questione. Per certo però ·per noi soltanto ragioni impellenti possono giustificare il sacrificio di una vita umana: e ciò si applica non soltanto alla vita dei nemici, ma anche, a più forte ragione, a quella dei nostri figli, fratelli, v1c1m, alla nostra stessa. In altre parole, noi possiamo ammettere questo sacrificio soltanto se esso serve a • preservare, in termini più vasti e più brillanti, il principio generale della santità inviolabile della vita umana, fisicamente e spiritualmente. Ma quando noi consideriamo quanto si sta svolgendo in Viet Nam, siamo sicurii che questo principio rimane inviolato; quando bombe piovono dal cielo a massacrare inermi e ignare popolazioni? Siamo sicuri di essere giustificati, se infliggiamo distruzione e sofferenze su chi, esasperato da un sistema sociale incapace di garru1tire giustizia per tutti, deve prendere le armi come ribelle contro un governo che rimane sordo alle richieste di pacifica evoluzione'/ Siamo sicuri che possiamo veramente invocare la necessità di preservare quel princ1p10, quando esponiamo la nostra gioventù al sacrificio supremo? Senza dubbio l'amministrazione americana è ben conscia di questo problema; ed è questa la ragione per cui sostiene le sue richieste per un incremento neJlo sforzo bellico in Viet Nam coll'argomento che le nostre truppe sono colà unicamente per difendere la libertà di quel popolo, perchè richieste dal legale governo di quel paese. Perciò a questo governo viene facilmente attribuita la qualità di essere il campione deJle forze libere e progressive locali. Ma facilmente si può risalire agli avvenimenti che si svolsero nel Viet Nrun negli ultimi quindici anni, e constatare quanto fragile, sia la difesa del presente governo di Saigon in quel campo, quanto la verità sia forzata dalla pressione per difendere interessi e privilegi costituiti. Alla conclusione della guerra di liberazione contro la Francia, e dopo la divisione del territorio del Viet Nam in due parti, la porzione meridionale fu posta per breve tempo sotto il controllo dell'imperatore Bao Dai, il cui governo inetto e corrotto dovette cedere il posto a nuove forze. Per quanto si può congetturare però dallo svolgersi degli avvenimenti successivi, queste nuove forze non insorsero per garantire libertà e progresso al popolo, ma solamente perchè esse realizzarono che il governo ai Bao Dai, andando aJla deriva e al fallimento, poteva facilmente dare occasione a elementi di sinistra di impadronirsi del potere, sull'esempio di quanto era avvenuto a nord del diciassettesimo parallelo, e di soppiantare l'ordine sociale esistente. Indubbiamente questa fu la ragione che indusse il governo di Diem, succeduto a Bao Dai, a rifiutare di interpellare il popolo Vietnan1ese in una votazione quale era richiesta dagli accordi di Ginevra, che ratificarono l'indipendenza dalla Francia delle varie parti dell'Indocina. Perciò 11 governo di Diem, senza alcuna sanzion<:• popolare, rimase in potere per vari anni, finchè la sua incapacità e corruzione infiammò una rivolta popolare che ne minò l'esistenza. A quel tempo le organizzazioni di controllo dell'America, in particolare la Centrai Intelligence Agency, che già avevano penetrato la macchina governativa vietnamese, ritennero che non convenisse appoggiare ulteriormente un governo che ogni giorno più diventava infido: forse anche, secondo alcune accuse, proprio queste organizzazioni diedero la spinta alla rivolta di alcuni dei militari, che ancora una volta senza interpellare la pubblica opinione, si impadronirono del potere. A questo primo governo militare diversi altri si seguirono, sempre colla promessa di pacificare il paese, di provvedere per un nuovo ordine sociale e politico, sempre incapaci di mantenere le promesse, o forse anche decisi a non mantenerle e sempre senza sanzione popolare. Alla fine da sette o otto mesi, in seguito ad un altro pronunciamento militare, il potere è passato nelle mani del maresciallo Ky. Chi è costui? quali garanzie può egli dare di assicurare al suo paese le riforme che sono urgentemen te necessarie? Egli ha imposto al paese, o almeno alla varte del paese. che CONTROCORRENTE - Boston, Spring 1966

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