Controcorrente - anno XXII - n. 49 - primavera 1966

l'on. Jacometti, confinato e già vice-segretario del SPI. E l'approvvigionamento dell'acqua potabile? Vi è da spendere somme notevoli. Pensate che all'amministrazione dello Stato, un detenuto, il quale costa generalmente 5 mila lire al giorno, a Santo Stefano viene, invece, a costare oltre 7 mila lire. Duemila lire, cioè, In più di quanto lo Stato spende per un recluso In altri istituti; il che porta un aggravio annuo-- per i 160 ospiti di Santo Stefano - di circa 120 milioni. Tuttavia non è stato Il fattore economico a spingere Il Ministro di Grazia e Giustizia a prendere la soddisfacente decisione, la quale ha ~ senza dubbio - origine dalla concreta volontà di dare attuazione all'art. 27 della Carta Costituzionale, secondo cui "le pene non possono consistere In trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato": questo non è obiettivamente possibile realizzare a Santo Stefano, in quel penitenziario costruito 170 anni orsono e precisamente nel 1794, In un isolotto che scoraggia ogni contatto umano, rende estremamente difficile qualsiasi possbilità di rieducazione, limita ogni proficua attività lavoratiV'll: "rendete utili a se stessi e allo Stato - ammoniva Settembrini - tutti i condannati facendo che tutti lavorino e dal lavoro abbiano un guaed è pentito e corretto una diminuzione di pena". Anche la seconda parte dell'ammonizione del patriota napoletano può dirsi realizzata nel nostro Paese. Ed, Infatti, l'ergastolano può vedersi condonata la pena, dopo 28 anni di detenzione. Oggi, il condannato a vita ha, dunque, due possibilità, per poter riconquistare la perduta libertà: la grazia, concessa direttamente dal Capo dello Stato, e Il condono, dopo circa un trentennio di "buona condotta" nell'espiazione della pena. Di questi provvedimenti hanno beneficiato gli ergastolani Barsonotrio Pesùlo, Nino Marchesi, Angelo DI Benedetto. L'abbandono del penitenziario borbonico, la legge che infonde nel condannato a vita la speranza di tornare nel consorzio civile rappresentano evidentemente un positivo passo avanti. Ci son voluti in sostanza più secoli perchè Il precetto evangelico, secondo cui Iddio vuole la penitenza e non la distruzione del peccatore, trovasse un timido inizio di terrena realizzazione. Non a caso, Pio XII, el dicembre del 1951, levava il suo ammonimento: "E come nel cielo si fa festa per un peccatore che si converte, cosi sulla terra, ogni uomo onesto deve inchinarsi davanti a colui, che già caduto forse in un istante di smarrimento, sa poi penosamente redimersi e risorgere". CARLO CAVALLI dagno, promettendo a chi meglio lavora "Il Measaggero" Gli . . . uomini nuovi "Uomini nuovi! E' cosi che si chiamano. Nuovi, infatti. Strani, inauditi, mostruosi. L'Iniquità, il furto, l'assassinio eretti in dipartimenti ministeriali; la trutra applicata al suffragio universale; Il governo con il falso; Il dovere chiamato delitto e il delitto chiamato dovere. Uno vuole il denaro, l'altro i posti; uno un cordone al collo, l'altro una piuma sul cappello; uno un ricamo sull'uniforme, l'altro delle donne; uno il potere, l'altro i giochi in Borsa, le ferrovie. Lo credo che son contenti! Figuratevi un povero diavolo che, tre anni or sono, domandava in prestito mezzo franco al suo portinaio, e che oggi, leggendo voluttuosamente il giornale ufficiale, non deve che firmare un decreto per avere un milione ..• Governare è una gioia. Ciò non impedisce di tradire. Al contrario. I piccoli traditori tradiscono i grandi traditori. Si spiano, si tradiscono. E' la pienezza !olle del potere che cerca I limiti e non li trova. Egli è il padrone dei voti, padrone delle coscienze, padrone del popolo. Nomina il suo successore; regna per sempre sugli scrutini futuri, dispone dell'eternità e mette l'avvenire In busta suggellata. Il suo Senato, Il suo corpo legislativo, il suo consiglio di Stato, teste basse dietro a lui, gli leccano i talloni. Egli conduce al laccio I vescovi e i cardinali. Cammina sulJa giustizia. Trenta corrispondenti informano 1J mondo che egli ha corruscato il sopracciglio. E1 lbene un uomo solo si leva contro questo trionfatore, questo vincitore, questo dittatore, questo imperatore, questo onnipossente. Un uomo solo, errante, spogliato, rovinato, atterrato, proscritto. E' un grano di polvere, nell'ombra, un esiliato senza asilo, un vagabondo senza passaporto, ma ha al suo fianco due potenze: il diritto che è invincibile, la verità, che è immortale". VICTOR HUGO, Hi8toire d'un crime 32 CONTROCORRENTE - Boston, Sin-ing 1966

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